Archivio delle opinioni di Antonio Giorgio

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Kamelot - Epica / The Epic Center of the Universe

Il picco della trilogia epic-power-symphonic con "Karma"&"The Fourth Legacy",poi la discesa. Concept faustiano affascinante tradito in seguito dalla sopravvalutata seconda parte "The Black Halo".Capolavoro a metà perché non adeguatamente completato dal sequel.In ogni caso tutto suona alla grande su questo magico album pieno di creatività e melodia dirompente.La Nuova Dimensione del Metal Melodico(l'inserzione pubblicitaria dell'epoca).

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Kamelot - The Expedition - Live / The Epic Expedition

Meglio del tanto celebrato"One Cold's Winter Night",se non altro perché la track-list è più spumeggiante per quanto breve e tutto è più sincero con pochi ritocchi.Il grande Gunter Werno(Vanden Plas)alle tastiere.Le canzoni di"Siege Perilous"qui rendono meglio!Grande "The Call of the Sea"!!!

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Kamelot - Eternity / The Modern Epic Metal

Il primo vagito della band e non era niente male,soprattutto per la genuinità della proposta(per quanto ancora imperfetta e tecnicamente non ineccepibile).Vanderbilt era un singer discreto ma quantomeno un interessante mix tra Tate & Midnight,nulla a che vedere con Karevik.Potevano diventare i Queensryche dell'EPIC METAL!!!

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Kamelot - Dominion / Dominion Day

Leggermente inferiore alla prima parte,eppure ci sono cose interessanti che risalgono al primo demo della band come"Birth of a Hero"e"Crossing Two Rivers".Bella "We are not Separate"poi rifatta alla grande con Khan su"The Expedition".Un altro tassello da riscoprire per il Modern Epic Metal!

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Kamelot - Siége Perilious / Occasione Mancata

Primo album con Khan & Grillo e per quanto le canzoni siano ottime,il tutto è rovinato da un mix frettoloso del pur grande Tommy Newton(Conception,Helloween,Victory)che evidentemente non amava il gruppo.Grandi songs evocative come"Providence","The Expedition"&"Where I Reign"vanno a braccetto con le epiche "Millenium","King's Eyes"&"Parting Visions".Concept sul Sacro Graal.Album che chiude la prima Trilogia Epica della band.

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Kamelot - The Fourth Legacy / Una Nuova Era Dorata

Quest'album molto ben meditato e prodotto rappresenta il primo vero inizio non della band,ma dell'era Khan.Un album ricco di energia e misticismo,che cambia il tiro dei brani molto più power-metal oriented,ma senza tradire l'aspetto Epico e mantenendo il lato progressive solo dove necessario(quasi mai qui).Iniziano a farsi sentire le prime magniloquenti orchestrazioni di Miro,ma il tutto non affossa le chitarre e la voce.Tutte grandi canzoni.Il meglio dei Kamelot.

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Kamelot - Karma / Temples of Gold

Per quanto consideri quest'album un pochino inferiore al maestoso e perfetto"The Fourth Legacy"per via di troppe somiglianze tra "Across the Highlands"e"Wings of Despair"e di"Forever"con una composizione di Grieg,ritengo che ci siano tra le migliori songs("Karma","Elizabeth","The Spell","The Light...") in assoluto nella band,che ha perso molto con il freddo e poco fantasioso Palotai al posto del creativo Miro.

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Kamelot - The Black Halo / L'Oscuro Sentiero

Se parliamo dal punto di vista della grandiosità delle songs quest'album è senza dubbio un must,il problema è che non ha una vera & propria varietà al suo interno e tradisce il bel concept ingegnato per"Epica"(pochi sanno che questo è il sequel di"Epica"e infatti avrebbe dovuto intitolarsi"Epica II")."Memento Mori","Soul Society","March of...","When the Lights..."e la title-track il top dell'album.

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Indubbiamente la track-list,le perfomances dei musicisti e la bella resa scenica/coreografica surclassano "The Expedition",ma di certo c'è più di un ritocchino in studio e il tutto ne compromette l'autenticità.Bello vedere che "Epica"viene ben rappresentato con pezzi da novanta come"Center...","Farewell"&"The Edge of Paradise"oltre al titolo del DVD che riprende la seconda ballata.

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Kamelot - Ghost Opera / Preludio al baratro

Se quest'album fosse stato inciso da un'altra band(Symphonic-Gothic)si sarebbe gridato al capolavoro e per molti lo è,ma personalmente credo sia un album che poco ha a che vedere con il passato della band e le sue radici Epic.E' un album ancora più dark & monocorde di"TBH",ma ciò nonostante siamo ancora su buoni livelli come qualità del songwriting.La title-track sarebbe dovuta essere basata sul"Fantasma dell'Opera".

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Un album assolutamente inutile(giusto i testi si leggono meglio rispetto alla versione barocca illegibile della prima edizione),utile giusto per sfruttare l'ormai evidente successo mainstream della band.Il cd dal vivo è interessante,ma andava pubblicato a parte.Anche per operazioni come questa la band ha perso credibilità verso gli die-hard fans delle origini.

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Kamelot - One Cold Winter’s Night / Troppo Bello per essere Vero

Live bello ma non proprio genuino.Vari ritocchini lo rendono falsino.Bella la presenza scenica dei nostri e le varie coreografie per i brani(particolarmente riuscite "Desert Rain"/"Nights of Arabia"&la suggestiva suite "Elizabeth"oltre all'iniziale "Un Assassinio molto Silenzioso"/"The Black Halo" &"Abandoned"). Ma per il resto la band inzia a fa uso smodato di backing tracks pre-registrate che ne smorzano la carica live.

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Kamelot - Poetry for the Poisoned / La Fine di un'Era(C'erano una volta i Kamelot)

Con quest'album la band si butta la zappa sui propri piedi esagerando in fatto di vibe oscuro e atmosfere freddine/tecnologiche,anche se ci sono spunti geniali qua & là.Un vero"pandemonio"!Se fosse uscito per un'altra band o progetto sarebbe stato un gran disco,ma forse è stato sbagliato farlo uscire come Kamelot.Coraggioso ma un po' confuso.Khan ha la voce stanca.La consequenza logica dei passi falsi passati.

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Kamelot - Silverthorn / Timida Risalita

A distanza di qualche annetto e a mente fredda posso giudicare quest'album come una timida risalita verso lo stile che più compete alla band.Nulla di nuovo sotto il sole,l'album è una summa di cliché inaugurati con"TBH"e culminati con"GO",però almeno si risente qualche accenno celtico/epicheggiante vecchio stile in"Veritas".Il tutto poi rovinato dalle solite voci femminili,cori & amenità varie.Un album di pura Transizione.Pessima la cover!

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Virgin Steele - Noble Savage / Il primo vero album della band.Regale Selvaggità!

Quest'album è puro ORO PRIMIGENIO.La band non ha ancora espresso tutto l'incredibile potenziale che esprimerà in futuro,ma l'energia grezza ma meditata che esce da quersti solchi è impagabile.Non a caso è il primo album con Pursino chitarrista mai troppo lodato e dal talento e gusto strepitoso.Pietra miliare dell'EPIC METAL e dell'Heavy Metal in generale.

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Virgin Steele - Virgin Steele / Demo su disco

Quest'album è davvero grezzo e non rappresenta minimamente ciò che la band diverrà in futuro e per molti può essere fuorviante ascoltarlo prima degli albums futuri.Defeis stesso non brilla al massimo delle sue potenzialità con una voce ancora non perfettamente intonata e espressiva.Un demo su disco.

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Virgin Steele - Guardians of the Flame / Un passo avanti verso la Gloria

Ci sono dei miglioramenti anche se non stratosferici rispetto al grezzissimo debutto,tuttavia le composizioni ancora non brillano come sarà in futuro.Qualche stecca ancora presente di Defeis non migliorano il quadro,però canzoni come"Don't say Goodbye","The Redemeer"& la rainbowniana title-track sono degne di nota e il germe della trasformazione alchemica che Defeis & soci appronteranno sulle opere "dorate"che verranno.

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Se prendiamo la versione originale dell'album con un lato Hard-Rock/AOR e l'altro più Epic,possiamo dire che l'album mostra due facce non totalmente messe a fuoco da Defeis e soci per via delle pressioni della label e del management del tempo verso una direzione più "easy".Però la riedizione con le bonus-tracks epicissime e sublimi & la differente track-list lo rendono un album fantastico.Una rinascita!

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Virgin Steele - Life Among The Ruins / Una futuro ancora incerto(ma c'è Vita tra le Rovine)

Questo è un album strano che poco ha a che vedere con I VS e l'Epic Metal in generale,un po' il"Ghost Opera"della band newyorkese,nel senso che se l'avesse inciso una band hard-rock/aor sarebbe stato un must.Invece fatto da Defeis e soci suona troppo "on the road"e "love/sexual oriented"per essere un vero album della band.L'Opening track"Sex Religion Machine"dice tutto in proposito.Comunque da riscoprire.

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Virgin Steele - Age Of Consent / Age of Transition

Se prendiamo la versione originale dell'album con un lato Hard-Rock/AOR e l'altro più Epic,possiamo dire che l'album mostra due facce non totalmente messe a fuoco da Defeis e soci per via delle pressioni della label e del management del tempo verso una direzione più "easy".Però la riedizione con le bonus-tracks epicissime e sublimi & la differente track-list lo rendono un album fantastico.Una rinascita!

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Virgin Steele - The Marriage of Heaven and Hell Part I / La saga ha inizio.Magnum Opus!

Qui i metalli vengono trasformati in ORO.Un album magico,epicissimo e comunque ancora ben radicato nel metal melodico statutinitense che qui conosce una nuova e sorprendente evoluzione.Defeis ha terminato i suoi studi di compositore e pianista e i risultati sono concretamente sotto gli occhi di tutti.Pursino super e songs incredibili con pathos ultraterreno.

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La saga dei due Marriage si chiude temporaneamente per poi riaprirsi con"Invictus".Defeis è in formissima,prende qualcosa dai Manowar e la rende dorata e contestualizzata in un album straordinario per creatività e classe compositiva.Ogni brano è un capolavoro in sé,su tutti la romantica"Emalaith".Sullo stesso livello del primo capitolo e suo perfetto coronamento.

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Virgin Steele - Invictus / La definitiva opera barbarico-romantica

Doveva chiamarsi"A Season in Purgatory"perché terza dei due marriage,ma in verità sviluppa nacora meglio il concept presente solo in alcuni brani dei due albums,portandolo ad un livello a dir poco wagneriano e romantico/barbarico.Un album unico anche se un po' più aggressivo rispetto ai loro standards.Un'altra pietra miliare dell'Epic Moderno.

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Le cose iniziano a farsi più complicate e l'evoluzione compositiva di Defeis & soci non conosce limiti.Qui realizza una vera & propria Metal Opera,poiché non si cerca d'imitare l'Opera ma di realizzare un'Opera Metal che sia degna di tali capolavori immortali.E il risultato è raggiunto in pieno.Epic Metal all'ennesima potenza grazie all'ambientazione teatrale & greca.Tragedy in Splendour!

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Virgin Steele - The House of Atreus Act II / La definitiva Consacrazione

La seconda parte divisa in 2 cd risulta anche superiore alla prima parte e il risultato è un Metal Drammatico e Lirico che non perde le sue caratteristiche poetiche e selvagge allo stesso tempo.La suite finale"Resurrection Day"addirittura si permette di cambiare il finale della classica"Orestea"di Eschilo con ritorni tematici ai due Marriage.Defeis è sempre più il Wagner dei giorni nostri.La "Nobile Selavaggità"è qui espressa al massimo dello splendore.

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Virgin Steele - The Book of Burning / Hymns to Victory / Un Saggio Sguardo al Passato

"Book of Burning" è una strana compilation di brani vecchi ri-registrati(specialmente dal grezzo all'epoca"Guardians of the Flame")trovando una degna performance e registrazione,brani realizzati dai"The Sacred Demos"con Jack Starr che però a dire il vero suonavano meglio nella versione originale e altre chicche(ad esempio songs delle Original Sin rifatte da David & c.)."Hymns..."è una buona raccolta celebrativa per neofiti.

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Virgin Steele - Visions of Eden / Un altro monumentale tassello(ART METAL)

Seppur David comincia a perdere colpi vocalmente parlando(come potenza ma non come espressività,sempre una spanna sopra i comuni singers),l'album è un'ulteriore evoluzione del suo songwriting costruendo brani ricchi di architetture sonore intricate e impressioniste degne di Debussy.Un album non per tutti,complesso e fruibile allo stesso tempo,ricco anche di spunti gotici e autunnali.Un altro lavoro d'ARTE METALLICA.

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Operazione inutile per chi possiede già questo piccolo grande capolavoro(tra l'altro priva della sua magnifica cover"dorata").Giusto per neofiti(anche se tra l'altro quest'etichetta,prosecuzione della mitica T&T&/Noise,fallì subito dopo).Meglio la versione con cd bonus della SPV.

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Virgin Steele - The Black Light Bacchanalia / Una Metallica Baccanale

Anche se molti detestano questo album,in realtà ancora una volta ci mostra un Defeis mai domo e capace sempre di reinventarsi senza rivoluzionare la propria sopraffina proposta.Qualche influenza al limite del Doom arrichisce il songwriting di nuove suggestioni gotiche già espresse in"Visions...",ma sono sempre le imprevedibile dinamiche delle architettuere di Defeis a farla da padrone,senza mia risultare noioso e indigesto.Per chi ama la VERA GRANDE MUSICA.

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Sorcerer - In the Shadow of the Inverted Cross / Superbo Capolavoro di Modern Epic Doom Metal

Quest'album fuori tempo massimo da parte di una band rinata dalle proprie ceneri e che non aveva mai realmente debuttato,risulta essere per il sottoscritto una graditissima sorpresa e la conferma dell'enorme talento canoro del grande Andy Engberg(Lion's Share,Twilight,Section A,Speaking to Stones,220 Volt,Therion etc).I brani sono essenziali e uno più bello dell'altro,una manna per chi ama il classic sabbath sound dell'era Martin/Dio e i Candlemass più Epici.Super!!!

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Black Sabbath - Black Sabbath / Benvenuti al vostro Funerale!

IL primo album della band è qualcos di magico & irripetibile,un'aura oscura & mistica lo circonda e l'uso del tritono sull'omonimo brano è qualcosa d'incredibilmente rivoluzionario all'epoca.Tuttavia non mancano nè melodia né atmosfere di taglio differente,anche se sempre piuttosto magico/esoteriche.L'album più spettrale della band ma anche il più genuino.L'alpha dell'Heavy Metal.

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Black Sabbath - Paranoid / Pietra Miliare dell'Hard'n'Heavy

Se il primo album è stato innovativo e magico come nessun'altro della band,"Paranoid"è un capisaldo per migliaia di generazioni di musicisti Hard'n'Heavy in tutti vari sottogeneri,dallo stoner al classic,dal doom al prog,dall'epic al gothic fino alla psycho-rock.Inizialmente doveva chiamarsi "War Pigs"con una cover decisamente migliore.

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Black Sabbath - Master of reality / Gli Oscuri Signori del Mondo

Altro album grandioso dai toni autunnali e apocalittici.Ironica e quasi fuorviante l'opening track"Sweet Leaf"dedicata all'uso della marjuana,poi l'album si fa serio con temi bellici("Children of the Grave"),socio-politici("Lord of this World")&anche mistici("After Forever").Leggermente inferiore ai primi due ma amatissimo dalle legioni del doom/stoner/gothic.

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Black Sabbath - Vol. 4 / Quasi Prog

Il volume quattro presenta influenze al limite del prog(in particolare in songs come "Tomorrow's Dream"&Wheels of Confusion"),quasi pyscho-prog potremmo dire,influenze che saranno poi sublimate nel sopraffino "Sabbath Bloody Sabbath".Doom sugli scudi in songs come "Saint Vitus's Dance"(che ispirerà il nome della famosa doom band),"Cornucopia"&"Under the Sun".Suggestiva la crepuscolare"Laguna's Sunrise".

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Black Sabbath - Sabbath Bloody Sabbath / Capolavoro Assoluto

Probabilmente questo è l'apice dei Sabbath con Ozzy e quindi della formazione basilare.Ogni canzone è super e differente l'una dall'altra e la produzione e gli arrangiamenti sono straordinari.Menzione particolare per la cangiante e "esorcizzante title-track,per la superba"A National Acrobat",la sinfonica e progressiva"Spiral Architect"(poi band prog con lo stesso nome)o la dinamica"Killing Yourself to Live".Magnifica & cinematica la cover.

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Black Sabbath - Sabotage / Sottovalutato

Quest'album fu sabotato dai die-hard fans,perché magari troppo raffinato,ma in realtà è l'album che più di tutti mette in luce la maturazione della band e il talento strabordante di Mr.Tony Iommi,qui capace di scrivere riff pre-thrash come nella cosmica"Symptom of the Universe"o pagine pre-symphonic-metal come nella gregoriana"Supertzar"e la teatrale,prog e maniacale"Megalomania".Album che anticipa il capolavoro "A Night at the Opera".

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Black Sabbath - Technical ecstasy / Discesa a picco

Cominciano i primi problemi con Ozzy e anche la band sembra perdere la bussola sulla sua propria identità.Provano a fare il verso persino a bands che Iommi amava all'epoca come i Foreigner o i Beatles o gli stessi Queen.Grande prova chitarristica di Iommi,ma le canzoni non sono così memorabili.Transizione e preludio alla fine dell'era Ozzy.

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Black Sabbath - Never Say Die! / Bye Bye Ozzy ma "never say die"

Uno degli albums peggiori della band(insieme a "Forbidden"forse il peggiore in assoluto),anche se anche un brutto album dei Sabbath è sempre interessante e pieno di cose nuove.Spariscono le atmosfere gotiche & doom'n'gloom che appartengono di diritto alla band.Le cose più interessanti sono le influenze quasi jazzy di alcuni brani come "Air Dance"o la bella melodia della title-track.

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Black Sabbath - Heaven and Hell / La Rinascita e una Nuova Vita post-Ozzy

Quest'album arrivo come un fulmine a ciel sereno dopo il pessimo"Never say Die"e il lincenziamento di Ozzy e l'assunzione di quell'autentico fuoriclasse che risponde al nome immortale di Ronnie James Dio,che porta in seno alla band un'energia e una potenza mai presenti prima,insieme al suo inconfondibile senso della melodia epic/fantasy sperimentato in lungo e in largo nei Rainbow.Un capisaldo dell'Heavy Metal in senso stretto uno dei miegliori albums della band.

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Black Sabbath - Mob Rules / La conferma della classe superiore di R.J.Dio

Di poco inferiore al classicone"H & H",quest'album conferma quanto di buono espresso nel precedente album apportando una vena magic/fantasy ancora più marcata in songs poderose e epicissime come"The Sign of the Southern Cross"(top in questo stile della band),"Falling Off teh Edge of the World"&le tirate"Mob Rules"&"Turn up the Night"."If you listen to fools the Mob Rules!"

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Black Sabbath - Live at last / Bel Live postumo

Operazione probabilmente di ripescaggio di un bel live dell'era Ozzy nel momento di massimo splendore.Da riscoprire.

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Black Sabbath - Live evil / Degno Epitaffio del primo periodo targato R.J.Dio

Per quanto questì'album sia stato il pomo della discordia tra Ronnie Dio/Vinnie Appice & Tony Iommi/Geezer Butler per via di presunti ritocchini operati di nascosto da entrambi per alzare il volume dei rispettivi strumenti a discapito degli altri,come primo Live Ufficiale della band è davvero superlativo poiché copre tutto il loro repertorio più importante elevando anche i vecchi brani di Ozzy a nuova vita con la possente voce dell'elfo italo-americano.

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Black Sabbath - Born again / Alti & Bassi

Con l'abbandono di Dio inizia un andirvieni di singers nella band che porterà a risultati non proprio esaltanti come questo "Born Again"che inizialmente doveva essere un'altra band con il nome del disco.Gillan è un singer storico,ma in verità totalmente inadatto al sound gotico della band.Però songs come"The Dark/Zero the Hero",la purpleiana title-track,la mefistofelica"Disturbing the Priest"e l'ironica "Thrashed"sono vere perle.

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Black Sabbath - Seventh Star / La Settima Stella di Tony Iommi

Quest'album è bellissimo,ma come tutti sanno doveva uscire come disco solista di Iommi cantato da singers diversi come Halford,Gillan e Glenn Hughes,ma finì con l'essere cantato interamente dal talentuoso Hughes.Ci sono echi addirittura Power Metal in songs veloci come"Turn to Stone"&"In for the Kill",ma il brano migliore è sicuramente la title-track che narra delle tentazioni di S.Antonio e dell'avvento della Settima Stella foriera di apocalittici presagi.

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Black Sabbath - The Eternal Idol / Una Nuova Stella atterra in casa Iommi

Ray Gillen,grandioso singer deceduto troppo presto,doveva essere il singer di questo riuscito e cangiante album che segna il ritorno al tipico Sabbath sound pieno di misticismo e di feeling epico/gotico.Ma fu sostituito all'ultimo momento dall'incredibile singer sconosciuto Tony"The Cat"Martin e il risultato fu quantomeno allo stesso livello.Monumentale la title-track che pare essere stata ispirata da un brano del nostro Paul Chain.

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Black Sabbath - Headless Cross / Un Nuovo Capolavoro

Dell'era Martin quest'album è sicuramente il migliore e più rappresentativo,grazie anche all'apporto decisivo del nuovo incredibile drummer Mr.Cozy Powell,capace di portare con la sua classe immensa una nuova energia e potenza nella band,perfettamente calata nell'ultima stagione degli eightes.Uno degli apici della loro discografia e songs immaginifiche,su tutte la maestosa"When Death Calls".

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Black Sabbath - Tyr / L'album più Epico

Mettere su quest'album è come sentire il freddo glaciale e immenso del grande Nord e tuttavia sentire il calore di fiumi di lava rovente emanata da Iommi & soci.L'album più Epic Metal della band,un capolavoro nel genere.Inaspettato e capace di reinventare per l'ultima volta il sound della band."Anno Mundi(The Vision)"è l'apice della classe interpretativa di Tony Martin,il singer migliore di tutta la storia dei Sabbath.

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Black Sabbath - Dehumanizer / Un Futuro Disumanizzante

Ingiustamente silurato Tony Martin e con lui Powell & Murray,la band ritenta la carta Ronnie James Dio con un album futurista e profetico("Computer God"sembra prevedere l'avvento d'internet e dei social-network,ma in una chiave alla"Terminator"),che non supera i due precedenti targati Tony Martin,ma si avvicina in quanto a qualità con songs bellissime e mutevoli in bilico tra oscurità,melodia,epicità e dinamismo quasi prog.

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Black Sabbath - Cross Purposes / Inaspettato e straordinario come-back targato Tony Martin

A volte c'è giustizia nel mondo e sorprendentemente ritorna nella band Tony Martin e il risultato è un album dal suono vintage e moderno allo stesso,dove addirittura pare essere presente Eddie Van Halen come "ghost guitar"in"Evil Eye".Ogni song è grandiosa e Martin stupisce tutti con una prestazione anche superiore ai due precedenti albums,scrollandosi di dosso la somiglianza con R.J.Dio del suo stile/timbro.

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Black Sabbath - Forbidden / Delusione cocente

Quest'album è stato l'ultimo con Tony Martin e a nulla è valso il ritorno della line-up di"Tyr"con Murray e Powell per riuscire a salvarlo da un disastro compositivo e soprattutto di produzione ad opera dei Metal Rappers Body Count.Uniche perle del disco l'opener "Illusion of Power"con Ice-T che duetta con Martin e la conclusiva e epica"Kiss of Death".Bella anche la ballad quasi AOR "I Won't Cry for You".

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Live album che mostra un Tony Martin non al top a causa di un'infezione alla voce,che però ha dalla sua una certa varietà che mostra come il singer sottovalutato sia l'unico in grado di coprire qualsiasi era della band,da Ozzy fino a Dio passando per i suoi albums.

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Black Sabbath - Reunion / Reunion strategica

Per chi scrive questa tanto decantata reunion(che poi non ha portato a grandi risultati discografici,anzi è stata più significativa la reunion con Dio negli Heaven & Hell con il sottovalutato epic doom album"The Devil you Know")è stata solo una misera mossa commerciale messa in atto da Sharon Tate per risollevare le sorti commerciali del marito e di Iommi & c.Un passo indietro per Iommi e la prova in tal senso sarà il pallido e nostalgico"13".

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Black Sabbath - 13 / Ultima Delusione

Anni e anni di attesa per produrre un ultimo(per ora)album che non apporta nulla di nuovo e realmente significativo nella storia della band.C'era davvero bisogno? Non era meglio continuare con Martin o altri?Sopravvalutato il produttore Rubin,capace di far credere a Iommi di aver perso tempo negli altri anni.Belle solo la nietzchana"God is Dead?"& l'opener"The End of the Beginning".

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Conception - The Last Sunset / L'alba di una nuova grande band

Il primo album dei norvegesi Conception fu inizialmente autofinanziato uscendo per una piccola etichetta locale.Dopo il successo di"Parallel Minds"venne ristampato dalla Noise e tutti hanno potuto constatare con mano il talento di questi 4 giovani musicisti alle prese con un Metal Melodico ricco di sfumature prog,doom,thrash e esotiche.Suggestiva e commovente la title-track co-scritta da Khan & Ostby.

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Conception - Parallel Minds / Uno dei primi esempi di sfavillante Power-Prog

Quando ancora non esisteva la definizione Power-Prog uscì quest'album di una band sconosciuta e prodotta dal grande Tommy Newton(Helloween,Victory,)dal forte impatto melodico e dal sapore queensrychiano specialmente nelle vocals calde e espressive nonché acute di Roy Khan,giovane promettente ugola,tra gli eredi dell'immenso Geoff Tate.Ostby invece mostrava tutto il suo gusto latineggiante proponendosi come una loro versione Metal di Di Meola/De Lucia.Notevole la suite"Soliloquy".

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Conception - In Your Multitude / Capolavoro di Esotic-Metal

Se "Parallel Minds"suonava quasi eightes e con echi qua & là anche alla Dream Theater(quando"Images & Words"spopolava ovunque nell'ambiente Metal),quest'album pone le fondamenta per il vero Conception sound,ossia un originale Esotic-Metal che non ha eguali nella scena.I 'ryche sono sempre presenti,ma ormai Khan & soci hanno un loro tocco e una loro identità.Struggente la title-track,intima & epica nel contempo.

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Conception - Flow / Il "Rage for Order"dei Conception(che costerà caro alla band)

Quest'album ha diviso fans & critica,ma in realtà trattasi di un vero piccolo capolavoro di Melodic Prog Metal dalle atmosfere tecnologiche e futuriste che ricordano il capolavoro dei 'ryche"Rage for Order".Purtroppo i nostri si sono spinti troppo oltre e il duro prezzo da pagare sarà lo scioglimento e il flop commerciale.Bello il Pop-Metal della title-track e le atmosfere dark di"Reach Out"&"Angel(Come...)",ma il top è"Cardinal Sin".

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Queensryche - Queensryche EP / Battesimo di Fuoco

Nel lontano 1983 la band della città di Jimi Hendrix e in seguito del movimento trendaiolo grunge,darà alla luce la teatrale creatura dei Queensryche,band dal tocco regale e d'autore,che potrà essere considerata a tutti gli effetti la prima band intellettuale strettamente Metal.Questo EP è quasi Epic/Classic Metal per certi versi dal tocco fantascientifico,ma la classe non è acqua già ai primordi.

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Queensryche - The Warning / Un'occasione mancata

Il vero & proprio debutto dei Queensryche poteva già essere un capolavoro avvicinabile ai futuri must,ma qualcosa andò storto con la produzione del pinkfloydiano James Guthrie.Tuttavia la bontà delle composizioni è tutta qui e molte songs sono ancora oggi amatissime("Roads To Madness","En Force","Take Hold..."o la visionaria title-track).Il Metal inizia con questo album il suo processo di evoluzione più importante.Tate stellare.

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Queensryche - Rage for Order / Rabbia per l'Ordine:primo Capolavoro

Quets'album stratosferico consacrò lo stile e il sound della band come qualcosa che rimarrà d'innarrivabile per molti futuri neofiti.Nasce di fatto il Metal Aristocratico,non per tutti.Un approccio sempre più futuristico ma allo stesso tempo sempre più intellettuale,permette a Tate & soci di sfoggiare tutte le loro enormi potenzialità espressive e teatrali.Tutte le tracks sono suggestive e marchiano a fuoco una nuova era metallica.

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Questo è considerato notoriamente il capolavoro massimo della band,ma in realtà è una delle vette assolute del Metal stesso,forse"la vetta".Il pathos,il dramma,l'epos,il mistero,l'originale e disperata storia d'amore e il thrilling concept fanta-politico che vagamente riecheggia il"The Wall"di pinkfloydiana memoria,ma con occhio puntato sul lato oscuro degli States,fanno di quest'album un monumento dell'arte metallica.

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Queensryche - Empire / Adult Oriented Metal

Se l'album precedente rimarrà un qualcosa d'irripetibile per la band,quest'album è il miglior prodotto melodico della band,tanto che si può parlare di Adult Oriented Metal in risposta all'AOR,dove la differenza principale è nella maggiore profondità dei testi e delle tematiche,nel tocco prog alla Rush e nella voce ancora più liricheggiante di Tate,sovrano indiscusso delle ugole metalliche di quegli anni.Un grande successo mai più ripetuto.

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Queensryche - Promised Land / L'ultimo masterpiece

Sorprendentemente,mentre tutti aspettavano un"Empire-part II",arriva un album dark e psicologico con una superproduzione che ne fa i Pink Floyd metallici,un album che sembra il sequel più maturo dell'acclamato"Rage for Order"più che il follow-up di"Empire".Straordinarie la opening-track"I am I",la ballad psicanalitica"Someone Else?"e la spaziale title-track con tanto di solo di sax di Tate.

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Queensryche - Hear in the Now Frontier / Una totale perdita d'identità

Uscire dopo un must come"Promised Land"con una schifezza come quest'album insulso,segna per sempre la fine dell'epoca d'Oro dei veri 'ryche e la pedita di molti fans dediti alla band con tutta l'anima.Un disco bruttissimo che segna anche l'abbandono definitivo alla musica che conta del talentuoso De Garmo,portabandiera della band con Tate.E questo dice tutto sulla non-qualità dell'album.

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Queensryche - Q2K / Lieve risalita

Fare peggio di"Hear..."era impossibile,per cui reclutato l'ex-Myth(la prima band di Tate)Kelly Gray(acclamato produttore) e pur seguendo ancora i fantasmi post-grunge di Seattle,la band esce con un album dignitoso per quanto loffio in molte parti e solo vaga ombra della super-band che erano. Bella la conclusiva "The Righ Side of my Mind",che ha delle atmosfere calde e suadenti e la sensuale"Sacred Ground".

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Queensryche - Live Evolution / Live impeccabile

Anche se gli albums da studio latitano a raggiungere picchi qualitivativi solo avvicinabili al glorioso passato,almeno dal vivo la band,forte del suo strepitoso repertorio sempre diverso,non perde colpi.Questo live è superbo perché mostra tutte le varie ere dei nostri con un Tate sempre sugli scudi,capace di coprire un'impressionante gamma di tonalità e stili.Vengono riprese chicche oscure come"NM 156","Screaming in Digital"&"London".Completo.

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Queensryche - Tribe / Mancato ritorno di DeGarmo

Quest'album,tra i migliori dell'era post-De Garmo,doveva essere il disco del rientro del suddetto,tanto che circolarono anche foto promozionali con lui in line-up e invece il nostro fa solo una comparsata in una manciata di brani e il resto risulta interessante ma non proprio esaltante.Ormai la band ha perso la bussola e Tate non è più in grado di creare quelle superbe e melodiche linee vocali di un tempo,che mantenevano i piedi ben saldati nelle origini metal della band.

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Queensryche - The Art Of Live / Dignitoso ma inutile

Vista la pochezza degli studio-albums,la band continua a sfornare inutile live albums,che se da un lato mostrano la sempre evidente grandezza della band dal vivo con repertori sempre differenti,dall'altro queste operazioni infestano di dischi inutili la loro discografia.Rendono bene le canzoni di"Tribe".

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Queensryche - Operation: Mindcrime II / Inutile sequel di un'opera indimenticabile

Quasi sulla bancarotta,la band le prova tutte e questa risulta la"trovata"più imperdonabile,dare seguito ad un'opera immortale che aveva dalla sua la bellezza del finale aperto & misterioso,chiuso già di per sé.Per quanto sia interessante notare come il primo usciva nell'era di Bush senior e il secondo nell'era di Bush junior mostrando come nulla fosse cambiato.Bella l'apparizione di R.J.Dio nei panni di Dr.X e il ritorno Sister Mary/Pamela Moore.

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Queensryche - Take Cover / Buon disco di cover

La band continua a fare cose più o meno riempitive e così arriva anche questo disco di covers non troppo omogeneo e ben poco metal,visto che quest'ultimo è rappresentato dalla sola grandiosa "Neon Knights"dei Sabbath e resa davvero bene.Belle le covers dei Floyd e dei Queen,mentre pessima per quanto coraggiosa l'aria lirica cantata in un italiano approsimativo.

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Questo live album rappresenta il meglio dei Queensryche post-De Garmo,poiché riproporre per intero i due "Mindcrime"è un'operazione che mostra quanto la band sia dedita al proprio lavoro e alla propria arte,per quanto ovviamente la seconda parte fa la sua misera figura rispetto al primo super-capolavoro.Bella la resa teatrale dell'insieme,specie nella seconda parte,che fanno pensare a come il tutto potrebbe essere trasposto in una pellicola cinematografica.

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Queensryche - American Soldier / Lavoro Interlocutorio

Il tema bellico dell'album è sicuramente interessante e la ricerca fatta da Tate,vera anima della band,con interviste e visite a militari veri,sono da encomiare,però il tutto non trova un gran riscontro nella sostanza musicale,dove nonostante la produzione sia una delle migliori dell'ultimo periodo,i brani fanno fatica ad essere assimilati e ricordati,complice un lavoro scarso sulle melodie.

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Quelli che pensavano che il peggio dei Queensryche fosse"Hear..."si sono dovuti ricredere con questo aborto di album che fa il verso a "Hot Space"dei Queen in quanto ad insulsaggine.Preceduto da un video strip imbarazzante che mostra la band al proprio minimo storico,l'album presenta anche una buona produzione in linea con i Rush ottantiani,ma le canzoni sono di una bruttezza inenarrabile per una band chiamata Queensryche.

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Queensryche - Queensryche / Sorprendente.Identità Ritrovata!

Per quanto LaTorre non potrà mai sostituire e raggiungere le vette del Tate del passato,quantomeno riesce nell'impresa di far risalire la china ad una band ormai allo sbando e a fare meglio dell'ultimo pessimo Tate,pur clonandolo in molte parti.Un disco fieramente METAL e in grado di riportare nella band la giusta Energia.Il miglior album dai tempi di"Promised Land"(esclusi i live albums).

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Fates Warning - Night On Bröcken / Debutto discreto

I Fates Warning rappresentano tra le tre grandi bands Prog-Metal,la formazione più da culto e oscura.Anche l'etichetta per la quale hanno inciso la maggior parte degli albums è da culto(la mitica Metal Blade di Brian Slagel),oltre al loro storico primo singer John Arch,amato da molti veri cultori metallici.Quest'album è un onesto debutto dai buoni spunti,ma ancora acerbo e dalla pessima cover mussorgskyana.

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Fates Warning - The Spectre Within / Notevole passo in avanti

Il secondo album della band è un deciso passo in avanti verso quello che sarà il loro stile futuro,dove anche l'artwork migliore moltissimo grazie al lavoro indementicabile di Ioannis che nel retro-cover riprende il tema della visionaria e maestosa "The Apparition".Belle le influenze sabbathiane mischiate all'Hard-Prog alla Rush.Nasce il Dark Prog-Metal.

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Fates Warning - Awaken the Guardian / Il primo Capolavoro

Visionario e Immaginifico fin dall'increbile cover di Ioannis,l'album rappresenta il culmine della perfezione dell'era Archiana,con i suoi testi dark fantasy pregni di mistero e fascino.Lunghe cavalcate a metà tra Maiden,Rush & Black Sabbath ma con uno stile tutto personale e ermetico,generano visioni di mondi dimenticati e leggendari e con una loro precisa mitologia,grazie all'incredibile lavoro lirico di Arch.Album magico.

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Fates Warning - No Exit / Una Nuova Era

Quest'album non raggiunge le vette immaginifiche di"Awaken the Guardian",ma coraggiosamente imbocca un'altra strada,quella mostrata dagli astri nascenti Queensryche e dalle techno-prog/thrash bands come Watchtower,Mekong Delta & Sieges Even.La melodia viene un po' sacrificata in trame ultra-complesse di analisi intellettuale(poderosa e grandiosa la mini-sinfonia"The Ivory Gates...") e il risultato è ancora non perfetto.Grande prestazione del nuovo singer Ray Alder.

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Fates Warning - Perfect Symmetry / Perfette Simmetrie

L'astrusa complessità di"No Exit"viene qui mitigata(anche se per certi versi perfezionata)da una melodia più marcata con songs anticipatrici del Melodico Prog-Metal di"Parallels"come"Through Different Eyes"di cui viene girato un bellissimo video."At the Fates Hand"ospita il grande Kevin Moore dei Dream Theater e "Nothing Left To Say"diventa un successo facendo parte della soundtrack di"Nightmare VI".Debutto del geniale Mark Zonder.

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Fates Warning - Parallels / Nuovo Capolavoro

Questo è probabilmente l'album più celebre della band che li proietta nell'olimpo dei grandi insieme a Dream Theater & Queensryche.Infatti il produttore è Terry Brown dei Rush e il risultato è un perfetto equilibrio tra tecnica & cuore.La melodia è sempre più presente e raggiunge grandi vette emozionali in songs come"The Eleventh Hour","Eye to Eye","Leave the Past Behind","The Road Goes..."&"Point of View".

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Fates Warning - Inside Out / Dentro & fuori dal Progressive Metal

"Inside Out"uscì nel periodo di massimo splendore del Prog-Metal definitivamente messo a fuoco grazie ai Dream Theater.Con quest'album i nostri s'imbarcheranno con i loro amici a supporto di"Awake"e gli verrà finalmente riconosciuto il posto che gli spetta nel gotha del genere,ma quest'album è tanto vicino quanto lontano ai canoni del Prog-Metal.Lavoro più istintivo rispetto a "Parallels"che ha in"Monument"il maggiore climax.

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Fates Warning - A Pleasant Shade Of Gray / Consacrazione definitiva

Questo è l'album che più di tutti rappresenta la band al massimo della potenzialità(nonostante l'abbandono di DiBiase & Aresti,mentre ricompare il grande Kevin Moore qui superlativo e l'ex-Armored Saint Joey Vera),un concept intimista & introspettivo poetico e il tutto funziona come un'unica grande song divisa in 12 atti.Ray Alder è al massimo della sua espressività e Matheos si dimostra definitivamente quale immenso e geniale compositore quale è.

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Fates Warning - Still Life / Stellare Primo Live Album

A celebrare lo stato di grazia della band arriva questo primo live album ufficiale che ripropone per intero lo stratosferico"A Pleasant Shade of Gray"e brani significativi del vecchio repertorio più o meno recente(tra cui anche la storica"Prelude to Ruin"),su tutte l'incredibile "The Ivory Gates...".Sugli scudi il drumming geometrico di Zonder,un Matheos sempre equilibrato e non privo di pathos e ancora una volta un Alder da 10 e lode.

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Fates Warning - Disconnected / Livello sempre altissimo

Il follow-up di un capolavoro come"A Pleasant..."mostra nuovi lati della band,con armonizzazioni più sinfoniche e influenze nel riff-rama e nelle vocals anche vicino alle nuove leve come i Tool.Forse la band perde un po' il suo stile inconfondibile cercando di modernizzarlo un po',ma brani come la lunga e articolata"Still Remain"e"One"sono da 24 carati.

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Fates Warning - X / Deludente

Il decimo album della band è stata una gran delusione per chi ama il loro stile classico,sembra inseguire ombre di altre nuove leve come i Tool(nuovamente) e i Porcupine Tree del tanto acclamato e sopravvalutato Steven Wilson,abile più che altro nel riciclare materiale old fashioned in chiave moderna.Un album discreto ma per niente eccezionale e significativo.Dimenticabile.

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Per quanto sembra che i vecchi Fates non torneranno più,quest'album mostra segni di ripresa rispetto al pallido"X",con buone songs che hanno solo il difetto di assomigliarsi troppo l'un l'altra e si sente la mancanza del drumming unico di Zonder sostituito degnamente dal grande Jarzombek.Torna Aresti e si sentono più assoli,ma i Fates di"Parallels"e"A Pleasant..."sono lontani mille miglia.

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Dokken - Breaking the Chains / Ottimo debutto

Quest'album originariamente doveva uscire come Don Dokken e solo successivamente il progetto è divenuto Dokken.L'album mette in mostra un Melodic Heavy-Metal/Hard-Rock semplice e efficace,baciato dai soli unici di Lynch e dalle vocals potenti e armoniche di Don Dokken.Storica la title-track"Breaking the Chains"nonostante un video oggi risibile ma divertente.

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Dokken - Tooth and Nail / Ed è subito capolavoro!

Quest'album è un po' la Bibbia(ancora di più il fantastico successore)del Melodic Metal o come lo si chiamava in Italia"Class Metal".Un concentrato di melodia sopraffina e trascinante,ruffiana quanto basta per riscuotere successo tra radio e ragazze(cosa insolita nel Metal)pronte a ogni follia per Don & c.La band ha molte frecce nel suo arco,come la potente e veloce title-track,la storica"Into the Fire"o la la strepitosa ballad strappalacrime"Alone Again".

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Dokken - Under Lock and Key / Capolavoro Massimo del Melodic-Metal

Se c'è un album che i melodic metallers potrebbero portare su un'isola deserta questo è"Under Lock & Key".C'è tutto ciò che un amante del binomio Classe+Potenza cerca:super melodie,impatto,energia dirompente,romanticismo e anche quel pizzico di epicità che non guasta mai.Don Dokken al meglio della forma vocale e Lynch al top del riff-rama e dei soli.Produzione super del mago Neil Kernon.

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Dokken - Back for the Attack / Iniziano i problemi

Per quanto quest'album sia tra i più celebrati della band(e non a torto perché ci sono perle come"Dream Warriors","Kiss of Death","Mr.Scary"&"Heaven Sent"),in realtà mostra una band divisa nell'inconciliabilità tra Don Dokken & George Lynch.Fu uno dei primi LP a durare più del normale,ma in effetti alcune songs non sono così memorabili.Ad ogni modo siamo ancora nel loro periodo d'oro,ma alla fine.

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Dokken - Beast from the East / Band al top della forma

Questo doppio dal vivo in Giappone,da sempre patria dichiarata dell'Hard'n'Heavy Melodico,mostrava una band al massimo della forma con i successi della loro breve discografia riproposti alla grande nella dimensione live.Bella anche la bonus track inedita"Walk Away"che aveva uno dei più bei vide anni '80.

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Dokken - Dysfunctional / Una Rinascita in Diversa Forma

I Dokken del periodo d'oro non torneranno mai più,ma questo album della reunion non era niente male,anzi è sorprendente per certi versi.La band è maturata e il suono ha assunte nuove sfaccettature e sonorità,in linea più con certi Queensryche moderni,grazie anche ad un originale concept che parla di un ragazzo che si sente"disfunzionale"rispetto alla Realtà.Tuttavia non è il suono che potrebbe aspettarsi da questa band,ma in questo caso non è un male.

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Dokken - Shadowlife / Maledetto Grunge

Che il Grunge,fenomeno estemporaneo e di poco valore artistico destinato a spegnersi presto con i suoi anti-eroi incapaci anche solo di tenere uno strumento in mano,abbia rovinato molte glorie degli eightes che hanno tentato maldestramente di accodarsi al trend per sopravvivere,è un dato di fatto.Anche ai Dokken è toccata la stessa sorte con un album bruttarello anche se non privo di qualche episodio dignitoso,ma lontano mille miglia dal loro alto standard.Colpa anche del produttore Kelly Gray.

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Dokken - Erase the Slate / Ultimo grande album

Quest'album è sorprendente,un vero come-back al classico Dokken sound grazie al reclutamento del grande Reb Beach alla chitarra al posto di un ormai ingombbrante e irriconoscibile Lynch.L'ultimo vagito degno di nota della band che modernizza quanto basta il vecchio sound ben rappresentato da ottime songs come la title-track,"Change the World"e la tellurica"Voice of the Soul".

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Dokken - Live from the Sun / Ultima testimonianza live degna di nota

Questo live album per quanto non possa reggere il confronto con il mastondontico"Beast from the East"mostrando i primi cedimenti vocali di Don Dokken,specie sui classici,mostra una band ancora piena di energia e voglia di rockare come Dio comanda.Encomiabile Jeff Pilson,vero animale da palcoscenico e il grande Beach in grado di non far rimpiangere Lynch.

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Dokken - Long Way Home / Album di transizione

Line-up rivoluzionata con il reclutamento del grande ma qui in ombra John Norum(Europe),già grande protagonista del bellissimo album solista di Dokken"Up from the Ashes",ma l'album è loffio e privo di energia,con qualche buono episodio ma non in grado di risollevare le sorti di un album nato sbagliato già dall'inizio.

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Dokken - Hell to Pay / Qualche segno di ripresa

Ormai la voce di Don Dokken è andata o quasi e a poco serve il buon songwriting di alcune canzoni grazie all'innesto dell'ex-Warlock John Levin.Il suono è ancora una volta moderno e potrebbe ricordare anche i Tool in qualche riff,ma il punto è che i fans aspettano ben altro da Don & soci.La copertina è davvero vecchio stile.

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Dokken - Japan Live '95 / Genuino

Questo live album suona onesto come pochi,poiché proprio perché era un bootleg non è stato ritoccato e cattura esattamente cosa la band faceva all'epoca on stage.Rappresenta l'ultima testimonianza postuma della classica line-up con un'ottima track-list dove rendono meglio i brani dell'ultimo uscito"Dysfunctional",album particolarmente amato da Don Dokken e buon successo in Giappone,sempre pronto ad accogliere vecchie glorie da noi qui in Occidente dimenticate..

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Dokken - Lightning strikes Again / Tuffo nel passato senza troppa convinzione

Il fatto che Don Dokken non abbia più la voce di un tempo è un fatto assodato,cosicché le pretese di quest'album sono tutt'altro che artistiche,sembrano solo essere dirette ai fans che da tempo chiedevano un come-back diretto nelle sonorità alla gloria dei bei tempi andati.Ma nulla torna come prima e i risultati sono scarsini a dire il vero,per quanto accettabili in alcuni episodi.

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Dokken - Broken Bones / Una band dalle ossa spezzate

Quets'album prosegue il discorso del tentativo di cercare di riportare in vita il classic Dokken sound e il riusltato è più o meno lo stesso ma con un po' più di convinzione.Don Dokken viene ampiamente aiutato dalle backing quasi"main"vocals(nei cori) di Mark Boals(ora non a caso nella band come bassista).Dignitoso ma nulla più.

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Dream Theater - When Dream and Day Unite / Notevole Opera Prima

Una giovanissima band(eccetto lo stagionato Dominici)desiderosi di mostrare tutto il loro talento e la loro preparazione da"secchioni"della famosa Berklee(il college americano dal quale sono usciti molti musicisti di fama mondiale come Al Di Meola,Bill Frisell,Steve Vai,Pat Metheny etc)realizza il proprio ambizioso debutto che mischia in una miscela nuova il prog dei seventies con il metal anni ottanta.Il risultato è molto originale e innovativo già all'epoca.

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Dream Theater - Images and Words / Capolavoro Massimo del Progressive-Metal

Se già Queensryche e Fates Warning avevano prodotto albums più o meno ascrivibili al genere Progressive Metal,in realtà solo con quest'album nascerà tutta una nuova generazione di musicisti Metal e non dedita a certe sonorità ricercate ma piene di virtuosismi a volte a dire il vero esibizionisti e fuori luogo.Ma non è il caso di"Images & Words"che marchia a fuoco gli anni novanta con pagine storiche del Metal più Evoluto e "Dorato".

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Dream Theater - Live At The Marquee / Album live con Labrie in studio

Questo prematuro live celebra l'incredibile successo di"Images & Words"che spopolava anche su MTV con i vari videoclips,ma per quanto la band venga catturata fedelmente,non si può dire la stessa cosa di Labrie(che ha sempre sofferto la dimensione live non riuscendo mai a riproporre fedelmente i suoi virtuosismi da studio),che finì con il ri-registrare tutto in studio.Va premiata comunque la grande resa sonora della band.

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Dream Theater - Awake / Quasi allo stesso livello di"Images & Words"

Se "Images & Words"era un album nato nella calma più totale perché nessuno era lì ad aspettarlo,"Awake"nacque sotto la pressione di dare un degno sequel al capolavoro della band e per quanto ciò costò l'allontanamento dell'insostituibile e geniale Kevin Moore,l'album è splendido e presenta la band al massimo della forma con un sound più heavy e meno sognante(anche se sempre visionario).

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Suite monumentale ispirata in parte a "L'Attimo Fuggente"che racconta le stagioni della vita(tema prettamente introspettivo e progressive)che era stata scritta tempo prima e che esce come un EP che in realtà diventa un vero & proprio album grazie all'aggiunta dell'esibizione all'Hell's Kitchen con alcuni miti del prog e del Metal come Marillion,Yes & Napalm Death.Ma è la suite epica a essere il perno dell'album e tra le migliori mai scritte dalla band.

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Il primo album con Derek Sherinian(dopo la parentesi dell'eEP "A Change of Season")si rivela essere un disco bruttisimo,soprattutto se parogonato al grande passato e all'attesa di quale strada avrebbe preso la band dopo un altro grande album coem"Awake".Non si nulla o quasi,poiché la band sembra rincorrere le orme dei propri eroi invece di cercare di continuare a sviluppare il proprio unici sound a fuoco con i due precedenti albums.Pessimo.

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Dream Theater - Once In A Livetime / Inutile live di un periodo di crisi della band

Comincia la trafila di numerosi live albums(sempre ritoccati in studio)frutto dell'enorme e stressante attività dal vivo della band.Meglio di"Falling into Infinity"grazie alla presenza dei classici,ma anche una fotografia fedele del profondo periodo di crisi d'identità di Petrucci e soci.

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Per quanto Jordan Ruddess non sarà mai Kevin Moore(tastierista molto più emozionale e imprevedibile),sicuramente risulterà essere il miglior rimpiazzo possibile.L'album è il primo concept della band che fa il verso alla lontana a"Operation:Mindcrime"&"The Wall"e al film "Dead Again"di K.Branagh e il risultato,per quanto pieno di inutili virtuosismi che rovinano la parte descrittiva della storia,è vincente con crescendo da brivido.

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Continua la trafila di live albums e stavolta è il turno di quello di supporto al primo concept album della band.Bella la resa teatrale/cinematografica e la prestazione dei musicisti,davvero in forma,specie la new entry Ruddess,mentre su Labrie c'è sempre da sospettare.Famosa la cover censurata che sembrava richiamare involontariamente la strage delle torri gemelle.

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La band prova a non riposare sugli allori e tenta una nuova strada con un album strano ma coraggioso e tra l'altro anche doppio.Il problema d'ora in poi sarà il vano tentativo di riempere la vacuità di certe idee con inutili virtuosismi prolissi e suite infinite che in realtà non diranno più nulla di nuovo.Qui almeno c'è il tentativo di fare qualcosa di diverso,specie nella sinfonica suite del cd 2.

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Dream Theater - Train Of Thought / Mancanza di Sintesi

Gli albums di questo periodo della band hanno un unico difetto:l'essere irrimediabilmente una dimostrazione continua di superare i propri limiti,un'insensata gara contro sé stessi per una band che ha già mostrato tutta la propria bravura e dalla quale si aspetterebbe una maturazione compositiva che pare non arriverà mai compiutamente.Qui si cerca di fare un classic-metal album con meno tastiere del solito,ma è la semplicità dei grandi che manca ai Dream.

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Dream Theater - Live at Budokan / Il migliore dei live albums

Tra i numerosissimi live della band,ufficiali o meno,questo è sicuramente il più significativo,poiché consacra i Dream Theater nel tempio dei grandi.Per quanto la band manchi assolutamente di grinta on stage poiché troppo impegnata ad eseguire alla grande i brani,il live in questione è una dimostrazione di come i nostri siano in effetti la più grande band del Pianeta Terra.

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Dream Theater - Octavarium / Prog Visions

Quest'album va a consolidare ulteriormente la presenza di Ruddess che qui sperimenta anche varie parti psichedeliche alla Floyd o anche più elettroniche e quasi ambient(nella suite che da il titolo all'album).La produzione è ottima,la grafica di Hugh Syme anche,solo l'album è il solito mattone dell'ultimo periodo,ma alcuni brani molto melodici.

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Dream Theater - Score – 20th anniversary world tour / Dream Theater & Orchestra:esperimento riuscito

Sentire i brani celebri della band suonati da una vera orchestra era un sogno di molti fans e della band stessa.Anche se in effetti i Dream Theater sono già di per sé una piccola e funambolica piccola orchestra,il supporto sinfonico rende i loro brani più epici mostrandone la grandezza dal lato strettamente compositivo.Se solo mettessero meno soli sarebbero perfetti,ma questo è il Teatro del Sogno.Prendere o lasciare.

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Con il deal con la storica label indipendente Roadrunner(ma ormai grande come una major),i nostri esasperano più marcatamente il lato heavy da sempre amato da Petrucci & Portnoy e se ne escono con un album non de tutto bello,ma potente e capace di pagine anche più dark fantasy come"Forsaken"(bellissimo il video),"The Dark Eternal Night"e la suite finale "In the Presence of Enemies".

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Dream Theater - Black Clouds & Silver Linings / Ultimo album con Portnoy

Questa è l'ultima fatica con il drummer storico e non è niente male,anche se a volte le sue paronoie vengono riversate fin troppo in alcune songs fungendo da valvola di sfogo e terapia psicologica dello stesso Portnoy.Bella però la song dedicata al padre.Monumentale la suite iniziale"A Nightmare to Remember"che all'inizio potrebbe ricordare addirittura gli Emperor!Nel complesso il solito album dei Dream Theater di buona qualità ma che non aggiunge molto di nuovo.

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Dream Theater - A Dramatic Turn Of Events / Inaspettato semi-capolavoro

Con il cambio del drummer con l'innesto del passionale ma precisissimo Mike Mangini,che dona al sound un tocco più orchestrale,la band libera dalle paranoie di Portnoy(ma anche dal suo genio all'occorrenza),sforna un album fresco & sorprendente,pieno di bellissime melodie e strutture perfettamente messe su da Petrucci & Ruddess,qui al loro meglio insieme. Canzoni una più bella dell'altra,pur nella loro al solito eccessiva lunghezza.

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Dream Theater - Dream Theater / Conferma del buon stato di salute

Per quanto intitolare un album dopo una già nutrita discografia con il proprio nome sia una dichiarazione d'intenti,l'album risulta essere un po' meno brillante del bellissimo"A Dramatic...".Tuttavia ha delle sonorità piuttosto varie e anche nuove nella suite"The Illumination Theory"(quasi ambient all'inizio).Anche il lato AOR della band non manca in quest'album,nè le loro tipiche sfuriate thrash come nella militaresca "The Enemy Inside".

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Di questo live la cosa più bella è l'epica rilettura metallica del tema principale del"Così Parlò Zarathustra"di Richard Strauss,a sottolineare il legame indissolubile tra Metal & Classica.Il resto è il solito monumentale live dei nostri con qualche ritocchino in studio.

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Questa prima raccolta non è davvero il massimo che la band potesse offrire in tal senso,poiché mostra solo il"Light Side"(rappresentato dalle ballads)e il "Dark Side"(le songs più cupe)della band,mentre viene tralasciato quello che Portnoy stesso definisce l' "Epic Side",ossia le tepiche grandi suites progressive come"Metropolis"o"The Dark Eternal Night"per intenderci.Madornale errore!Pessimo anche il remix di"Pull me Under".

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I Royal Hunt sono indubbiamente la creatura del leader massimo Andrè Andersen,emigrato dalla Russia nella scandinava e piccola Danimarca,nella quale ha fondata questa band che gli ha dato notorietà internazionale,in special modo in Giappone dove la band raggiunse risultati strepitosi.Il primo album è ancora acerbo e la line-up non è la migliore,ma ci sono tutti i semi di quello che diverrà lo stile inconfondibile del gruppo.

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Royal Hunt - Clown In The Mirror / Un passo in avanti

Pur non avendo la freschezza del debutto,il secondo album mostra un ulteriore sviluppo delle sonorità della band e una migliore line-up con l'ingresso in pianta stabile di elementi decisivi come il bravissimo chitarrista Jacob Kjaer & il bassista Steen Mogensen.Il problema sono le vocals un po' acerbe di Brockmann che verrà risolto con l'ingresso futuro del fuoriclasse D.C.Cooper.

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Royal Hunt - Moving Target / Primo colpo importante

Il potenziale della band emerge in tutto il suo splendore con questo magnifico primo album(un po' il vero primo album a conti fatti)con D.C.Cooper capace di rendere vincenti ogni song con la sua estensione baritonale non priva di high-pitch notes grazie ad un buon falsetto ben sostenuto.L'album è anche un concept astratto basato su temi mistici e storici e il preludio al capolavoro"Paradox".Magnifiche songs sono"1348","Time""&"Last Goodbye".

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Royal Hunt - 1996 / Bellissimo doppio live

Questo doppio cd dal vivo testimonia l'incredibile successo riscosso in Sol Levante dalla band danese/americana e mette subito in primo piano lo straordinario talento di DC Cooper che migliora non poco anche i vecchi validi brani.Fulcro del concerto ovviamente il maestoso"Moving Target".

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Royal Hunt - Paradox / Magnum Opus

Questo è senza ombra di dubbio il disco più rappresentativo della band,un album con un concet unico che narra di come Cristo si reincarni nei nostri e "paradossalmente"nota che nulla è cambiato in 2000 anni nel cuore dell'Uomo.Una specie di ateismo"cristiano"quello mostrato da Andrè & soci,in piena forma e capaci di scrivere songs fantastiche come"River of Pain","Time Will Tell","Message to God"&"Tearing Down...".

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Royal Hunt - Fear / Il disco più bello

Se "Paradox"può essere considerato il disco più rappresentativo della band,questo"Fear",che segna l'inaspettato e prematuro divorzio con DC Cooper e l'ingresso dell'altrettanto bravo John West(singer dalla timbrica più calda e potente)degli Artension,è il disco più bello e magico della band,con le sue atmosfere suffuse e notturne che a tratti riportano alla mente il primo album dei Phenomena ma in chiave prog/neo-classica.Concept sulla Paura.

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Royal Hunt - The Mission / Altro centro

Il passaggio dalla SPV alla napoletana Frontiers non influisce sullo stile della band che però qui tenta di realizzare il suo"Rage for Order"con atmosfere futuriste e fantascientifiche grazie al concept basato sulla"Cronache Marziane"di Ray Bradbury.Le songs sono molto belle e in particolare la catchy title-track,la veloce"Surrender"e la conclusiva"Total Recall".Bella anche la cover kubrickiana.

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Royal Hunt - The Watchers / Il giusto completamento di"The Mission"

A completare il concept di"The Mission"arriva questa specie di EP di lunga durata che presenta la mastodontica"Intervention"in apertura e altre songs del passato ri-registrate con la voce espressiva e potente di West.

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Royal Hunt - Eyewitness / L'Occhio del Testimone

Il secondo album con la Frontiers è stato quello di minore successo,eppure è in realtà un bell'album incompreso con canzoni che nel concept si rifanno al potere dei mass-media,argomento in parte esplorato anche in"Moving Target"."Edge of the World"& la title-track le canzoni più belle,sorprendente la jazzy"Wicked Lounge".

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Royal Hunt - Paper Blood / La band non perde colpi

Anche"Paper Blood"si concentra sui mass-media e in particolare sulla carta stampata evocando addirittura il capolavoro della settima arte"Quarto Potere".L'album segna l'ingresso nella band del chitarrista svedese Marcus Jidell del ritorno temporaneo di Kenneth Olsen alla batteria.Album pieno di brani ancora più potenti e ricchi di virtuosismi come la title-track e la quasi priestiana "Break the Chains".Bella anche la ballad"Season's Change".

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Royal Hunt - 2006 / Memorabile Live

Questo memorabile live album ha dalla sua l'essere realizzato nel teatro riservato alla Musica Classica di Mosca,città natale di Andersen e di essere realizzato 10 anni dopo il mitico"1996".Risultato ottimo,ma ci sono seri dubbi sulle troppe sovraincisioni e ritocchi in studio che lo rednono formalmente fin troppo perfetto.Bello comuque da vedere.

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Royal Hunt - Collision Course / Gran bel seguito di un album irrangiungibile

Impossibile fare di meglio di"Paradox",eppure questo sequel musicalmente parlando ha tutte le carte in regola per essere sullo stesso livello.Ma Mark Boals non è DC Cooper e neanche John West,pur avendo una sua timbrica unica,ma alla lunga poco espressiva e quasi per nulla emozionale.Però lui stesso e qui al suo meglio e la produzione e le songs di Andersen sono superlative.

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Royal Hunt - X / La band osa

Con questo"X"molto amato da Andersen(tanto da essere il suo Royal Hunt album preferito),la band esplora nuove strade cimentandosi con un produzione più calda e seventies,andando a pescare imput anche da bands coem Kansas & Styx.Bell'album,da riscoprire.

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Royal Hunt - Future Coming From The Past / Ottima Retrospettiva

Questa retrospettiva sul passato è il preludio al reunion con il mai dimenticato DC e raccoglie i due memorabili tour in Giappone e oltre dei magnifici"Moving Target"&"Paradox".Da avere!

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Royal Hunt - Show Me How To Live / Ottimo come-back!

Il ritorno di DC Cooper porta aria fresca nella band per quanto possa sembrare qualcosa di riciclato dal passato.Le esperienze diverse che hanno avuto su vari fronti Andersen & Cooper arrichiscono il nuovo sound della band,che forma con quest'album il suo"Rising"(Rainbow),un album di breve durata ma dal taglio più epico del solito e allo stesso tempo rilassato e un attimino meno misticheggiante.Ottimo!

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Questa raccolta esce solo per onorare il contratto con la Scarlet per l'album"X".In realtà la migliore raccolta sarà quella con triplo cd+bonus track della Frontiers,davvero esaustiva e completa per neofiti e non.Bello che comunque si dia sufficiente spazio al magnifico"Fear".

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Come detto questa complilation è magnifica e esaustiva poiché ripercorre con dovizia di particolari tutte le ere della band con i suoi alti e bassi(non tanti a dire il vero)con attenzione all'era Cooper,la più amata dai fans e dai critici e con l'aggiunta di una magnifica bonus track("Save me"più altre songs rare remixate).In più un dvd con tutti i videoclips della band.Perfetta per avere una visione ampia e dettagliata del percorso artistico di Andersen & c.

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Royal Hunt - A Life To Die For / Un altro centro!

Se quest'album non è il migliore dell'era Cooper poco ci manca!Non solo supera l'ottimo"Show me how to Live",ma si pone in diretta concorrenza con le cose della band.Il concept guida è incentrato questa volta sul tema del"cosa vale la pena per vivere o morire"e in più c'è la presenza di un'orchestra vera e il risultato è grandioso poiché si sposa magnificamente con le sonorità maestose e orchestrali che la band ha sempre avuto.Super!

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Dickinson, Bruce - Tattooed Millionaire / Esordio in sordina

L'esordio solista di Bruce Dickinson non è certo un capolavoro e un album che definirà la linea che seguirà il nostro per i suoi futuri album.Essenzialmente è un album che pare seguire la linea più Hard Rock Oriented di "No Prayer for the Dying",album non certo memorabile della band madre.Belle l'autobiografica "Born in '58",l'epica"Son of a Gun"e la title-track(soprattutto il bellissimo video ironico e surreale).

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Il vero esordio può essere considerato quest'album venuto fuori dopo la dipartita dai Maiden.E si sente che Dickinson mette tutto sé stesso in queste songs che vedono la presenza della band latina Tribe of Gypsies del talentuoso Roy Z che diverrà in seguito un grande produttore di fama mondiale e un chitarrista tra i più apprezzati della nuova generazioni.Storica,anche nel videoclip,la sognante e visionaria"Tears of the Dragon",ma bello tutto l'album..

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Un album live da studio è un controsenso,però in effetti l'album suona abbastanza genuino e serve più che altro a presentare la nuova line-up di Bruce,tra cui il nostro Alex Elena,che però non durerà molto contribuendo al passo falso del post-grunge style di"Skunworks".Qui i nostri ci danno dentro!

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Dickinson, Bruce - Skunkworks / Esperimento non riuscito

Bruce cambia di molto le carte in tavola con quest'album non bruttissimo,ma nemmeno esaltante a dire il vero.Complice una band incapace di avere un suono classicamente Metal,tentando di sperimentare sonorità post-grunge che mal si adattano allo stile epico del canto di Dickinson.Comunque interessante dopotutto,in particolare la bella copertina floydiana.

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Dickinson, Bruce - Accident of Birth / Ritorno in pompa magna al Classic Metal!

Quest'album sorprese molti dopo il deludente "Skunkworks",con un ritorno convincente e deciso al Metal Classico,grazie soprattutto al lincenziamento in toto dell'ex-line-up e il ritorno in toto dei Tribe of Gypsies e ciliegina sulla torta il come-back con l'altro desaparecido dai Maiden Adrian Smith.Il sound è moderno & classico allo stesso tempo con canzoni super come la title-track,"The Freak" e le ballads"Man of Sorrows"&"Arc of Space".

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Il più bell'album solista di Dickinson è questo concept incentrato sull'Alchimia e in particolare sul visionario poeta/pittore/incisore William Blake,genio dell'Arte Inglese e una delle figure più affascinanti della Storia dell'Umanità con le sue teorie sul Potere dell'Immaginazione.Dickinson ci mette tutta l'anima in quest'album come mai in albums precedenti e la sua prova è superlativa.Album potentissimo.

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La band è in forma smagliante e anche Adrian Smith s'integra alla perfezione in sede live(tanto da far pensare ad una possibile reunion con i Maiden,poiché il nostro era stato piuttosto lontano dalla scena che conta e dal Metal in generale).Bruce Dickinson si prodiga in una prestazione da urlo con vocals potenti e infuocate e sempre tese al massimo delle sue possibilità.

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Questa raccolta,oltre ad essere esaustiva sulla carriera solista del nostro,è anche ricca di brani nuovi,chicche,rarità e ri-registrazioni.Significativa.

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L'ultimo capitolo solista(almeno per ora)del leone inglese si segnale per essere un simil-concept incentrato su temi fantascientifici e apocalittici(come nella sabbathiana title-track),con il videoclip di"Abduction"con il nostro che da prova del suo talento anche come attore.Belle l'acustica e folk "Navigate the Seas of the Sun".Il chitarrista qui è il solo grande Roy Z.

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Kamelot - Haven / Sicuro Rifugio

Giusto appena meglio di"Silverthorn",ma onestamente i Kamelot formato Karevik non convincono appieno.Pletora di cliché uno appresso all'altro appiccicati senza fantasia & senza l'originalità genuina di Khan.Karevik tenta disperatamente di seguire e emulare le orme del predecessore,ma ovviamente non c'è cosa più sbagliata,anche perché lui ha un altro tipo di voce.Youngblood almeno sforna alcuni buoni riff & assoli.Transizione parte II.

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Pyramaze - Disciples Of The Sun / Cercatori d'Oro

La band cambia pelle perdendo il suo leader(songwriter & autore di tutti i testi)Michael Kammeyer non interessato più alla scena musicale e dedito a doveri famigliari,però il giro di boa non rende la creatura Pyramaze peggiore,solo diversa e per certi versi più simile all'altra band danese cugina,gli intellettuali Anubis Gate(da cui hanno preso il chitarrista/cantante/produttore Jacob Hansen e il cui cantante ha scritto tutti i testi dell'album).Album melodico e meno fantasy.

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