Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:32 min.
Etichetta:Scarlet
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO
  2. BELIEVE
  3. HELL IS HERE
  4. INSANITY ARISE
  5. DISHELIEVER
  6. PLAGUE
  7. LOW LIFE VENDETTA
  8. DEEPER AND DEEPER
  9. KICKING AHEAD

Line up

  • Bredahl: vocals
  • Peter Lyse Hanson: guitars
  • Ziggy: guitars
  • Mikael Ehlert: bass
  • Morten Toft Hansen: drums

Voto medio utenti

L’annata 2002 penso che verrà ricordata nel mondo del nostro adoratissimo Metal come l’anno del riscatto totale del Thrash, sottoforma del Modern Thrash, certo oramai lontano dal Bay Area Sound e più orientato sull’impronta del Melodic Death Metal svedese, ma comunque sempre dannatamente potente ed incisivo come quello di un tempo…non mi sono ancora ripreso dal treno chiamato Darkane che ecco arrivare un’altra mazzata in piena faccia, questa volta targata HateSphere. Il combo svedese (in uscita ancora una volta sull’ottima – ed italianissima – Scarlet Record) riesce a graffiare in profondità ed a sorprendere ancora di più che con l’ottimo debut ‘Hatesphere’ targato 2001, forse dovuto al fatto che l’esperienza maturata durante l’anno di pausa ha cementato ancora di più il songwriting del five piece, portandolo ad ottimi livelli. L’album è, per capirci, una mazzata dalla prima all’ultima song, ove i riferimenti ai mostri sacri Slayer sono evidenti (ascoltatevi ‘Low Life Vendetta’ e poi non ditemi che non avete notato la presenza di ‘South Of Heaven’ nell’intro arpeggiato), soprattutto nel riffing, tagliente come una lama nelle parti serrate, mentre la voce di Bredahl è sempre più vicina al perfetto mix tra lo stile di Tom Warrior dei Celtic Frost e quello del binomio Obituary/Dark Tranquillity…veramente notevole e degna di nota! Le songs si susseguono veloci, tirate, convincenti e coinvolgenti, con un impatto notevole, ma senza disdegnare aperture melodiche in perfetto Heavy Metal Style (gli In Flames fanno più di una volta capolino), in grado di portare freschezza e dinamicità ad un sound compresso, roccioso e groovy fino al midollo (‘Believe’ ed ‘Disheliever’ lasciano il segno in questo senso). Come se non bastasse, risulta anche veramente azzeccata la produzione di Tommy Hansen (Helloween, Pretty Maids, Ark, Illdisposed, Barcode & more), sludge al punto giusto, dotata di una pasta notevole. Se cercate l’anello mancante tra Arch Enemy e The Haunted, gli HateSphere potrebbero soddisfare i vostri palati fini, attenti ed esigenti.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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