(29 giugno 2008) Pentangle @ Royal Festival Hall - London

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Area:Other Area
Provincia:non disponibile
Costo:non disponibile
Inserito il 12 lug 2008 alle 00:02

Dato che il concerto del 29 era sold out, ho ascoltato quello, credo altrettanto bello ma probabilmente più intimo, del 7 luglio al Lyceum Theatre di Londra. Concordo con la recensione. Metterei però più in evidenza la specificità, l'unicità dei Pentangle rispetto agli altri musicisti cui si fa riferimento alla fine del pezzo (i vari Fairport ecc.): l'impasto sonoro e il peso del jazz e del contrabbasso di Danny Thomposon, a mio avviso, fanno di questo gruppo qualcosa di davvero unico e irripetibile. Per le mie personali sensazioni, si può leggere qualcosa qui: http://corradoinblog.go.ilcannocchiale.it/post/1968287.html

Inserito il 14 lug 2008 alle 10:16

Ciao Corrado, credo che quando si ha a che fare con musicisti di tale calibro, qualsiasi concerto risulti memorabile e credo che siamo stati fortunati ad avere la possibilità di assistere ad una loro performance con la formazione originale. Chi l'avrebbe detto? Ho contribuito a stilare il report di Marco, aggiungendo alcune sensazioni mie e dando un certo taglio all'articolo. Mi spiego: al di là del commento sul concerto e sugli aspetti più prettamente tecnici, si è voluto evidenziare da una parte l'atmosfera caratteristica della musica della band e dall'altra evidenziare il contesto in cui questa musica è nata. Mi sembra che quanto scritto possa incuriosire gli appassionati di musica ad approfondire determinati percorsi musical-culturali: d'altra parte i nomi citati sono importanti, riguardano generi diversi, e possono stimolare ad immergersi nella Londra di quegli anni. Un consiglio che ribadisco nuovamente... Riguardo ai Pentangle abbiamo forse tralasciato un giudizio conclusivo sulla loro musica e cerchiamo di rimediare attraverso questo commento (sono certo che marco approverà). Come detto i Pentangle hanno esplorato dei percorsi musicali in maniera raffinata e originale: ma la cosa che non è stata detta è che nessuno, dopo di loro, ha ripercorso quelle strade in quella maniera, nè ha mai raggiunto quei livelli. Ancora due righe sul tuo report, che ho appena letto ed apprezzato. Mi sembra che siamo d'accordo su tutto. E' vero che come musicisti sono cresciuti (come sicuramente sai hanno delle carriere soliste "mostruose"), ed è vero che Thompson, parlando di crescita, è l'elemento che impressiona maggiormente; riguardo alla voce di Jansch, al di là delle incertezze, preferisco quella attuale, un po' arrochita dagli anni...ma è una sensazione che vale per molti interpreti "uomini". Grazie per il commento enrico