(28 luglio 2011) Slash - 28 Luglio 2011 (Arena Civica, Milano)

Info

Provincia:MI
Costo:36
Un grande palco, spoglio, mentre il sole tramonta alle sue spalle lasciando spazio a un vento freddo e a minacciosi nuvoloni carichi di pioggia. Felpe e impermeabili si sprecano tra la folla, che attende con sufficiente ansia l’inizio del concerto.

No, non si tratta di un report riguardante un festival nel Nord Europa. E’ solo una normale serata a Milano, alla fine del Luglio più freddo e piovoso che io ricordi!



Tra l’esilarante ricerca del parcheggio e le scaramucce con una security simpatica come un proverbiale “finger in the ass” (perdonate il francesismo), l’impatto con l’Arena di Milano mi lascia le sensazioni di sempre: ennesimo evento di grande spessore organizzato abbastanza a caso. D’altra parte siamo in Italia. Ma siccome è già tanta manna aver avuto un mese intero di concerti all’aperto a Milano, facciamo finta che tutto funzionasse alla perfezione nella macchina organizzativa, mica che poi ci tolgono anche quel poco che è rimasto, visto che qui basta una riunione condominiale per impedire a chiunque di suonare d’estate.

Durante un piacevole primo incontro con alcuni esimi membri del Forum di metal.it, che spero di rivedere ben presto on the road con un po’ più di tempo per chiacchierare, alle nostre spalle si consuma una piccola tragedia musicale: una band chiamata Japanese Voyeurs tenta invano di destare l’attenzione dei presenti con canzoni di una banalità disarmante suonate maluccio e amplificate peggio. Insomma, una prestazione assolutamente insufficiente e, oltretutto, assolutamente inopportuna ed incoerente con quello che deve ancora venire.

Mentre la mia mente è ancora lì a chiedersi che senso abbia far suonare band di supporto di questo livello e a queste condizioni, tutto è pronto per l’inizio della performance del riccioluto chitarrista, che sarà accompagnata fortunatamente solo per pochi minuti dalla pioggia.



Si parte con l’opener dell’ultimo solo album di Slash, Ghost. Song caruccia e piacevole, che però mette subito in chiaro quale sarà l’unica vera pecca di questo concerto: il volume è abbastanza bassino. Un peccato, perché la band è in grande forma e la serata decolla immediatamente con Mean Bone e Sucker Train Blues, prima che la “vecchia” Nightrain provochi la definitiva esplosione della platea. I Guns compariranno spesso nella parte centrale del concerto: Rocket Queen, My Michelle e Civil War bastano e avanzano a ricordarci perché Slash appartenga alla storia di questo genere, mentre le track tratte dall’ultimo album dal vivo assumono una consistenza che (sono estremamente sincero) su disco non avevo notato. In particolare, la delicata Starlight mi ha veramente emozionato, grazie soprattutto a un Myles Kennedy eccezionale. Non c’è però tempo per rifiatare, perché una Doctor Alibi con il buon Todd Kerns a sostituire Lemmy e una manciata di grandi pezzi degli Snakepit, tra cui la clamorosa strumentale Jizz da Pit, aggiungono ulteriore carne al fuoco. Tutto ciò prima che Patience, un lungo e suggestivo guitar solo con l’immancabile soundtrack del Padrino, Sweet Child O’ Mine e la recente hit dei Velvet Revolver Slither concludano egregiamente la prima parte della serata.
Pochi minuti ed ecco i due bis scelti da Slash per chiudere i conti con l’Arena: By The Sword e una esaltante Paradise City.



Come avete letto dunque, scaletta di spessore assoluto e band in grande spolvero. Slash era estremamente in forma e non si è risparmiato per nulla, tra scorribande per il palco e assoli degni di grande attenzione. Quello che però mi ha maggiormente impressionato è stato Myles Kennedy: una voce di livello assoluto, una prestazione che raramente mi è capitato di ascoltare dal vivo, con una sicurezza ed una padronanza dello “strumento” che davvero pochissimi singer possono vantare nel mondo. In particolare, la tranquillità di esecuzione durante i pezzi dei Guns è stata quasi sconfortante. Sinceramente, pensando al carrozzone targato Axl e a quello che ho visto l’altra sera, devo dire che Slash batte il suo ex singer di parecchi punti, sia per quello che ha saputo scrivere e creare al di fuori dei Guns, sia per come ripropone in sede live le vecchie song. Certo, il rammarico per una band finita in questo modo dopo aver scritto pagine importantissime per l’hard rock è sempre vivo, ma fino a quando ci sarà la possibilità di assistere a concerti come questo la malinconia rimarrà lì in un angolino, senza nemmeno fare troppo male.

Setlist:
Ghost
Mean Bone
Sucker Train Blues
Nightrain
Rocket Queen
Civil War
Back From Cali
Promise
Starlight
Nothing To Say
My Michelle
Doctor Alibi
Speed Parade
Jizz Da Pit
Just Like Anything
Patience
Guitar Solo / Godfather Theme
Sweet Child O' Mine
Slither

Encore:
By The Sword
Paradise City
Report a cura di Alessandro Quero

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 ago 2011 alle 17:44

andare a vedere un concerto all'Arena, organizzato da questa gente che pensa solo agli incassi ( infatti è un evento patrocinato dal nefasto comune di milano, ex comune ma giusto per dover di cronaca) è come organizzare una cena con la propria donna al mc donald per annunciarle il matrimonio ... i miei soldi se li sognano ( in verità pure io a volte sogno i "miei" soldi..) †

Inserito il 31 lug 2011 alle 14:38

Confermo anch'io...Myles Kennedy immenso! Uno dei concerti migliori che ho visto quest'anno! Peccato solo per i volumi! Slah - Axl : 3-0!

Inserito il 31 lug 2011 alle 09:28

Confermo, Myles dal vivo fa paura!