Copertina 8

Info

Anno di uscita:1990
Durata:42 min.
Etichetta:Music for Nations

Tracklist

  1. SICKSEX
  2. LOVE BOMB BABY
  3. I CAN FIGHT DIRTY TOO
  4. NOISE LEVEL CRITICAL
  5. HEAVEN
  6. LOVE OVERLOAD
  7. ACTION CITY
  8. TWIST AND SHAKE
  9. SQUEEZE IT DRY
  10. CALL OF THE WILD

Line up

  • Kim Hooker: vocals
  • Jay Pepper: guitar, mandolin
  • Pepsi Tate: bass
  • Ace Finchum: drums

Voto medio utenti

Li guardi, e pensi che siano il frutto di qualche unione bastarda dalle parti di Los Angeles. Questa è l'impressione che si può ricavare dalla copertina di "Young And Crazy", album d'esordio dei Tigertailz, rilasciato da Music For Nations nell'autunno 1987. Poi ti addentri nei meandri delle informazioni disponibili in un mondo senza Internet, e ti accorgi che quei quattro simil-trans provengono da Cardiff, Galles. Il suddetto album parla sicuramente il verbo del glam metal più perverso (oggi potrebbero invece essere un'icona del movimento LGBT), ma con una dose di heavy metal potentissimo e frastornante. Laddove i Poison stemperano verso il pop, i Tigertailz spingono sul pedale della selvaggia elettricità. Difficile prevedere per "Young And Crazy" lo stesso appeal esercitato sulla grande massa da un "Look What The Cat Dragged In", tanto per capirsi. Infatti così non è, tanto che, per rivedere un nuovo capitolo della band, occorre attendere quasi tre anni, esattamente la primavera del 1990. Nel frattempo, c'è un avvicendamento importante in formazione, col "pazzo" vocalist Steve Jaimz che viene rimpiazzato da Kim Hooker.

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Per il secondo 33 giri "Bezerk", nulla viene lasciato al caso: una produzione da sballo, ad opera del fenomenale Chris Tsangarides (che di lì a qualche mese benedirà anche "Painkiller" dei Judas Priest), il super ospite Don Airey alle tastiere, ma soprattutto dieci canzoni perfette per sbancare i botteghini. Jay Pepper (chitarra), Pepsi Tate (basso) ed Ace Finchum (batteria) sembrano molto fiduciosi della rinnovata conformazione del gruppo, ed il battage pubblicitario che accompagna l'uscita di "Bezerk" è una promozione importante. Ad iniziare dalla pubblicazione del primo singolo "Love Bomb Baby", il cui irresistibile coro "vicious" pop viene innescato su una base ritmica super-heavy. L'opener "Sicksex", dal titolo che rispecchia i timori dell'epoca legati alla diffusione dell'AIDS (già espressi pure dai Dokken nella loro "Kiss Of Death"), garantisce immediatamente quella abbondante "quota metal" che aveva caratterizzato molti episodi di "Young And Crazy". Il tutto al netto di un suono sicuramente più rifinito, ma anche piacevolmente debordante. Se "I Can't Fight Dirty Too" si posiziona sulle coordinate dei Ratt di "Lack Of Communication", "Noise Level Critical" innesca una spietata ritmica groovy sulla scia dei Def Leppard di "Hysteria", amplificando a dismisura l'impatto del chorus. "Heaven" è la ballad della situazione, una "pratica" risolta in bello stile grazie soprattutto ad un refrain particolarmente riuscito, in cui le tastiere di Don Airey fanno la differenza. "Love Overload" alza il "rumore" ad un "livello critico", con un riff che sarebbe potuto uscire tranquillamente dai Malice di "License To Kill", anche se ci pensa poi il ritornello a rivendicarne l'appartenenza sleaze/glam. Discorso diverso per le festaiole "Action City", "Twist And Shake" e "Squeeze It Dry", nelle quali l'ombra dei Poison diventa piuttosto ingombrante: ed ancora una volta, le keyboards di Airey si rivelano determinanti in fase di arrangiamento.

Un album praticamente perfetto per il genere di appartenenza, che innalza meritatamente i Tigertailz al livello di popolarità che compete loro. Purtroppo gli anni 90 saranno deleteri per tutti i gruppi dediti al genere, costringendo anche gli esponenti più altisonanti a due scomode alternative: 1) cambiare direzione 2) prendersi un involontario periodo sabbatico.

"Bezerk", nel suo piccolo, è il manifesto di un'epoca.

Recensione a cura di Alessandro Ariatti

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