Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:41 min.
Etichetta:Street Symphonies Records
Distribuzione:Andromeda Dischi

Tracklist

  1. FUCK YOU BABY
  2. DAMNED ROAD
  3. SET ME FREE
  4. A NEW DAY
  5. I WANNA GET IT ALL
  6. HELLFIRE
  7. LACE AND SPURS
  8. WHISKEY SOUR
  9. PARTY ANIMALS
  10. LIGHT A FAN COOL

Line up

  • Andre: vocals
  • Max: guitar
  • Gian: bass
  • Ile: drums

Voto medio utenti

Potrebbero essere criticati per molte cose, ma sicuramente non per la loro schiettezza … cosa vi aspettate da un gruppo che sceglie Party Animals come “ragione sociale” e “Light a fan cool”, palese e simpaticamente sguaiato calembour linguistico italo - inglese, come titolo per il suo full-length di debutto?
Ebbene sì, nel primo disco dei nostri friulani non troverete elucubrazioni artistiche particolarmente complesse e “rivoluzionarie”, mentre se cercate una decina di gradevoli e scalcianti frammenti di scanzonato rock n’ roll, di un tipo che rimanda la memoria ad AC/DC, Mötley Crüe, W.A.S.P., Aerosmith e Cinderella, sono convinto che tra questi solchi digitali troverete qualcosa capace di soddisfare le vostre primarie necessità.
Nulla di “trascendentale”, in realtà, eppure per quanto mi riguarda l’impressione fornita dal quartetto di Udine è ampiamente positiva, in virtù di una buona capacità di scrittura, di adeguate doti esecutive e di un approccio alla “materia” piuttosto viscerale e convincente, in un quadro complessivo di “credibilità” cui verosimilmente hanno contribuito le importanti esperienze già maturate dalla pur giovane band, compreso un mini-tour a Los Angeles, con esibizioni al Whiskey A Go Go e al Rainbow, autentici “santuari” della gloriosa scena Hollywood-iana di riferimento.
In tale contesto spiccano la voce risoluta e decisa di Andreina (nota per la militanza nei Ravenouse), una scabra interpolazione timbrica tra Lita Ford, Sass Jordan, Chrissie Hynde e Skin, e la chitarra “essenziale” di Max, le quali, con il supporto di una sobria sezione ritmica, dimostrano di sapersi destreggiare con discreta abilità e disivoltura nei cliché del genere, gestendo saggiamente grinta, melodia e adrenalina lungo tutto il programma, arrivando addirittura a lambire in maniera abbastanza efficace territori d’estrazione class-metal (“A new day”, dagli accenni vagamente Vixen-esque).
Correggere qualche imprecisione tecnica (nelle costruzioni corali, ad esempio …) e incrementare distinzione e tensione espressiva (soprattutto nei momenti meno energici … “Lace and spurs” è alquanto sintomatica in questo senso …), rappresentano le opportunità di miglioramento su cui i Party Animals dovranno concentrarsi per uscire dal “pantano” dell’underground … non rimane che seguirli con attenzione e magari attenderli alla prova live, per verificare se le promesse fin qui fatte saranno mantenute fino in fondo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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