Tony Kakko: le mie corte estati sull'amaca!

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La calata italiaca dei Sonata Arctica è l’occasione perfetta per incontrare il singer/mastermind Tony Kakko. Una persona disponibilissima e molto umile: quando le premesse sono queste, di certo non può che venir fuori una bella chiacchierata! Quindi ecco cosa ci siamo detti io e il buon Tony nel quarto d’ora a nostra disposizione!

Ciao Tony e benvenuto su metal.it! Iniziamo con qualche parola sull’ultimo album Stones Grow Her Name. A qualche mese di distanza dall’uscita, sei contento delle recensioni, dell’accoglienza dei fan e delle vendite?
Beh, sì, il disco è stato premiato in Finlandia ed è andato bene, ma io non sono mai contento delle vendite (ride, ndr) siamo proprio molto, molto lontani da ciò che potrebbe rendermi felice delle vendite. Comunque il successo commerciale ci ha permesso di essere nuovamente in tour in tutto il mondo, quindi va benissimo così. Certo, probabilmente non mi comprerò mai una Porche o una Ferrari, ma sono davvero contento così! Anche le recensioni sono state molto buone, devo dire. Per il resto, so che tante persone pensano ancora a noi come la band che eravamo tra la fine degli anni ’90 e il 2000, ma oggi siamo davvero lontani da quel periodo. Ogni volta che ascolto pezzi come Wolf & Raven penso “ma suonavamo davvero così veloci?” Ora siamo cambiati molto e capisco anche le persone che faticano a digerire questo cambiamento, ma va bene così. Oggi il nostro pubblico è anche parzialmente cambiato, ma ci somiglia molto. Voglio dire, non incideremmo mai pezzi che non piacciano prima di tutto a noi stessi. Quindi è tutto perfetto, siamo davvero contenti di come stanno andando le cose!
Ho letto che il tema cardine dei testi del nuovo album riguarda le problematiche legate al nostro pianeta e a come lo stiamo distruggendo. Tieni molto a questo tema? Vuoi dirci qualcosa in particolare?
Noi stiamo distruggendo questo posto. Non ci sono dubbi su questo. E la nostra corsa verso il progresso non si ferma mai, quasi volessimo costruire qualcosa per poter andare su un altro pianeta e distruggere pure quello! Ciò che vorrei sarebbe poter vivere in un mondo che si prenda cura della natura e che trasmetta un ambiente sano e pulito ai propri figli. Invece tendiamo a correre sempre di più, senza pensare a quanto stiamo inquinando. Pensa alla Cina, con le sue fabbriche senza controllo, ma anche agli altri paesi, anche la Finlandia, l’Italia, nessuno si interessa veramente a fondo della questione.
E’ praticamente da sempre che i paesi scandinavi sfornano grandi band rock e metal. Secondo te ci sono ragioni particolari? Pesa davvero così tanto insegnare la musica approfonditamente nelle scuole?
Beh, a dire il vero, ma anche io l’ho imparato solo da qualche anno, la Finlandia non si può propriamente definire un paese scandinavo (lui ride, io meno: anche oggi mi sono portato a casa la mia figuraccia…ma d’altra parte non sono mai stato particolarmente ferrato in geografia, ndr). Comunque, in genere tutto il sistema scolastico è eccellente, ma devo dire che l’insegnamento della musica in paesi come la Svezia è decisamente più avanzato e spinto. Da noi più che le scuole sono i comuni che cercano di offrire ai ragazzi spazi per suonare insieme e imparare. Poi certo, anche da noi fin dalle elementari si insegna uno strumento. Tra l’altro oggi è molto meglio di quando a scuola ci andavo io: i bambini imparano la chitarra, il pianoforte, la batteria. I bambini sono motivati nel modo giusto ad approcciarsi alla musica e questo è importante.
Cosa mi dici dei talent show? Li guardi? Ti piacciono?
(ride, balbetta, temporeggia, allora rincaro la dose, ndr)
Ti spiego il motivo della mia donanda: spesso in Italia vediamo video su youtube dove scopriamo che nei paesi del nord in queste trasmissioni spesso si cantano pezzi metal e, più in generale, c’è molto spazio per il rock, mentre in Italia non è così. Quindi volevo capire da un professionista come te se in effetti li ritieni programmi validi!
Ok! Beh, in Finlandia la musica metal è parte della cultura popolare, quindi capita spesso che si sentano pezzi metal in radio e TV. Sui talent show, invece, ti dirò una cosa: credo che chi partecipa alle competizioni canore voglia innanzitutto diventare famoso, senza necessariamente essere o voler diventare musicisti nel vero senso della parola. Secondo me cercano la strada più breve per arrivare al successo, ma non è così che si fa. Anche perché ho notato una cosa: di solito quelli che vincono dopo qualche mese sono completamente spariti…invece quelli che arrivano terzi o quarti di solito iniziano una carriera nel music business! Quindi no, direi che i talent canori non mi piacciono. Invece mi divertono molto gli show tipo “wherever-you-are got talent”, dove la gente fa un po’ qualsiasi cosa gli venga in mente, hai presente? Quelli sono interessanti e motivano anche i bambini che li guardano a provare a fare qualcosa di diverso dal giocare con la Play Station tutto il giorno.
Ho sempre pensato ai Sonata Arctica come a una delle poche band in grado di evolvere costantemente senza mai però perdere la propria anima e la propria personalità. Sei d’accordo? Pensi che riusciresti a essere parte di una di quelle band che fanno sempre lo stesso disco?
Beh, ci sono band, come gli AC/DC, giusto per dirne una, che devono fare sempre lo stesso disco, cambiando le parole alla stessa canzone. Noi invece siamo cambiati costantemente, tanto che nessun album suona uguale al precedente o al successivo, è il nostro marchio di fabbrica e, quando senti una nostra canzone, puoi capire esattamente a quale album appartiene. E’ come se entrassi tutti i giorni in un fast food a mangiare sempre lo stesso hamburger. Ecco, i nostri hamburger sono come le catene dove puoi scegliere ogni giorno cosa mettere nel tuo panino: noi ci mettiamo una cura e un amore che non trovi da nessun’altra parte!
Come sta andando questo tour? Ho visto che praticamente siete on the road dalla scorsa estate e che il mese prossimo sarete negli States, poi ancora in Europa fino a Febbraio…quanto sei stanco?
Devo ammetterlo, attualmente sono un po’ stanco. Le date sono state tante e prima di partire per gli USA avremo solo cinque giorni di riposo a casa, per poi tornare esattamente un secondo dopo la fine del mondo, il 22 Dicembre…già mi immagino i controlli all’aeroporto di Los Angeles per chi vola proprio quel giorno…Comunque, il tour sta andando decisamente bene! In generale, stavolta faremo meno date rispetto agli ultimi due tour: questo ci consentirà di accelerare i tempi per il ritorno in studio. Questo mi fa piacere, perché penso che tre anni siano troppi tra un disco e l’altro, è meglio fare più dischi e tour maggiormente brevi e concentrati.Stare in tour molto a lungo è stancante e, soprattutto quando hai una famiglia, è dura. Quindi: più album e meno tour, questa è la parola d’ordine al momento!

Cosa ti piace fare quando non sei impegnato con la musica?
Mi piace passare le estati a oziare sulla mia amaca. Da noi l’estate è molto corta: la temperatura è piacevole solo da fine Maggio ad Agosto. Tra l’altro durante l’estate appena passata ho dovuto ristrutturare tutta la casa, quindi ho lavorato alla grande per terminare i lavori prima dell’arrivo del freddo, quindi ho proprio bisogno di riposo!
Quali sono i cinque album che porteresti con te su un’isola deserta?

Oh, bella domanda! Dunque. Ehm….oddio…vediamo….ok, ok, ci sono! Innanzitutto un grande greatest hits di musica classica, poi anche uno con qualcosa di metal, molto duro, massiccio. Poi, vediamo…un disco country, perché mi diverte un sacco…sai tipo le canzoni col banjo e cose così? Probabilmente una compilation di Devin Townsend e tanta musica che posso cantare.
Quest’estate suonerete a Wacken. Cos’ha a tuo parere di speciale questo festival?
Oh, è gigantesco! E se suoni metal e non hai mai suonato a Wacken, vuol dire che non conti niente. L’anno scorso siamo mancati, ma quest’anno con il tour appena finito non possiamo non esserci! Suonare di fronte a tutta quella gente è fantastico. E con tutta probabilità nel pubblico c’è anche tanta gente che non ti ha mai sentito prima, quindi è anche un grande veicolo per farsi conoscere.
In questi anni avete condiviso il palco con tante band. Ma, se esiste, qual è il gruppo con cui vorresti suonare?
I Queen. Non sarei qui senza Queen, è stata la prima band che ho amato, hanno fatto cose incredibili. Poi ci sono altre band, ma loro più di tutti gli altri.
Il tour manager ci richiama all’ordine, quindi finiamo qui! Ciao Tony, grazie di tutto!
Ciao, grazie a voi e….godetevi lo show!

Un ringraziamento particolare, da parte mia, oltre che a Tony e al tour manager Lars, a Pamela e Kizmaiaz per il supporto!
Intervista a cura di Alessandro Quero

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 nov 2012 alle 18:57

madonna con sta storia della velocità, ma davvero suonavamo in quel modo... sono tornati i tempi di "speed sucks" ??? ah kakko ma vai...a farti due passi