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Info

Genere:Compilation
Anno di uscita:2004
Durata:69 min.
Etichetta:Akom Productions

Tracklist

  1. UN-KIND - VEIL
  2. NOWHERE (VE) - SAINT WHORE
  3. MAINLINE - ONE BY ONE
  4. SIR PSYCHO - TAKE A STAND
  5. REDEFINE! - BUONE MANI
  6. EIKASIA - HELLO
  7. FE...DUP - LAST DAY OF MY LIFE
  8. MEDIA SOULUTION - PEJOTE
  9. TIMOTHY - LOUDER THAN OVER
  10. MUCULORDS - BRUTULORDS/CEPLI
  11. ENTITY - UNFULFILLED PROMISES
  12. LAST RITES - MIND'S PRISON
  13. NOWHERE (MI) - ALONE
  14. JUNGLANS REGIA - FREDDO
  15. SIN DRIVEN - TIDE
  16. GERMINALE - DISORDINE
  17. CRUNCH MOB - SON OF SAM
  18. GRIV - VUOTO MOMENTO
  19. ACTION MEN - IF YOU'RE HAPPY
  20. PANIC ROOTS - PANIC

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La italianissima Akom productions lancia una compilation con 20 band emergenti tutte italiane fatta eccezione per una - gli statunitensi crunch mob - proponendosi con sforzo erculeo l'intento di far girare nelle casse degli hi-fi del mondo musica fresca proveniente dalle sale prove di giovani gruppi. Già per gli alti propositi meriterebbe una medaglia al valor civile...ma di fatto non fa altro che scoprire un'antica ferita nell'italico orgoglio di chi produce e distribuisce musica! Come la nostra terra ricca di lingue e culture differenti, così anche questo cd presenta pieno di gruppi e generi differenti. Così si passa piacevolmente da gruppi come Un-kind, Nowhere(veneti), Mainline, Media Solution, che propongono differenti versioni di un metal-core con le dovute variazioni a tema - più o meno melodico, più o meno nu-metal, più o meno già sentito-, al punk birirbante degli Action Men. I Sir Psycho con "take a stand" sembrano lanciarsi verso un emo-rock che, se pure non convince per alcuni passaggi e per una voce leggermente impostata, almeno si sforza e riesce a rendere interessante e coinvolgente ciò che esce dalle casse. Nascondono le loro potenzialità di agressività e creatività i padovani Eikasia che decidono di lasciare la strada intrapresa dai Crisis in favore degli Mtviani Lacuna Coil & Evanescence. Un caso forse a parte in questo album sono i Fe...dup che con il loro brano intriso di atmosfere scure ed amare "last day of my life" fanno intendere di essere ad un passo avanti alla media come evoluzione musicale. Meritano senz'altro un approfondimento, proprio perchè il pezzo decisamente denso, melodico ed emotivo amicca con disinvoltura ad un growling post-core ed a stacchi alla Phantomas! Per ritornare ad una scena più classicamente metal la Akom ripone fiducia nel death monolitico e d'esperienza degli Entity ed al thrash indomito dei Last Rites. Sempre in sul tema della vecchia scuola restano i milanesi Nowhere mentre forse risentono troppo delle loro radici nella scena fiorentina anni'80 i Juglans Regia; infatti, seppure impeccabili tecnicamente, dovrebbero svecchiare il loro repertorio e proporre qualcosa più aggiornato. Non del tutto fantasiosi, ma spassosi e decisi come un treno verso il muro del suono risultano essere i Sin Driven Tide con il loro fast-emo-metal. Dalla serie veloci&furiosi è bene tenere sempre a mente nomi come Timothy, Muculords e Panic Roots che propongono pezzi dal sano e puro HC al grind passando per il death, lasciando quella gradevole sensazione che il pezzo sia durato sempre troppo poco, così da poter rimettere nuovamente il pezzo in loop. Sempre sulla scia HC si dispongono i Germinale, che però non sembrano averne l'attitudine specie nella voce... un'occasione mancata! L'unica band americana sono i Crunch Mob e con il loro sporco metal-punk si propongono come i figli dei MotorHead(però con voce femminile!). Il pezzo "son of sam" semplice e diretto colpisce per la variante doom-punk e per la voglia di birra che fa venire all'ascoltatore! I Griv ed i Redefine! -entrambi molto rockettari- sono probabilimente figli dello stesso parentado; infatti forse alla ricerca di influenze alternative cadono nell'inconsapevole piattume. Cause concomitanti sono forse -anche se solo parzialmente- il cantato italiano talvota cacofonico e che espone la debolezza delle liriche, alcune incertezze della produzione (ex:alcune chitarre andavano doppiate o rinforzate) e nella composizione, anche se i vicentini Griv risultano essere più maturi negli arrangiamenti. Nonostante ciò, non c'è un solo gruppo tra tutti questi sopracitati che non sia tecnicamente valido. Se proprio si dovesse esprimere un giudizio negativo sul lavoro, questo sarebbe solo imputabile ad un fuorviante ed approsimativo mezzo di promozione quale è la compilation. Per quanto emblematici e rappresentativi possano essere i 20 pezzi riportati dalla Akom, questi risulteranno sempre parziali, aleatori e minimamente suggestivi della produzione e del lavoro delle singole band. Bisognerebbe iniziare a riporre maggiore fiducia nelle singole produzioni, magari limitandosi a splits ed eliminando compilation di questo tipo che ricordano più un allevamento in batteria di polli piuttosto che un metodo per far emergere dall'anonimato nuovi gruppi.
Recensione a cura di Valerio Damiano

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