Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:41 min.
Etichetta:Roadrunner
Distribuzione:Universal

Tracklist

  1. FIEND
  2. GLOW
  3. WATERSHED
  4. SOMETHING TOLD ME
  5. DARK DAYS
  6. ALIENATE ME
  7. ONE STEP
  8. FRIEND!
  9. ROWBOAT
  10. DROVE
  11. EMPTY JAR
  12. BECKONED

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Terza fatica per i Coal Chamber (ed ultima per la bionda bassista Rayna, sostituita a causa “della voglia di essere mamma” dalla rossa Nadja), band che ha sempre avuto la caratteristica ‘dell’evoluzione statica’, ovvero la capacità di (micro)evolversi rimanendo uguali, sempre e comunque, a se stessi; ma andiamo per passi. ‘Dark Days’ è certamente un album abrasivo, oscuro, a tratti lugubre, pesante e che colpisce duro…massiccio potrebbe essere l’aggettivo giusto, ma anche al contempo classicamente Nu Metal, senza troppe innovazioni o sperimentazioni, anzi forse un pochino retrò nel songwriting (chi ha detto ‘Loco’?)…ma non per questo risulta monotono od inutile! L’album si apre con ‘Fiend’, track esaltante e forse song dell’estate, dal groove assassino, ove Dez Fafara dà sicuramente il meglio di se, sia a livello di voce che a livello di metriche…prova ne è l’ossessionante chorus, che ti scuote e ti rimbalza per la testa per giorni…la successiva ‘Glow’ è una song in perfetto Nu Metal Style (che ricordo che comunque annovera i Coal Chamber come una delle bands trainanti e seminali del genere), mentre ‘Watershed’ piomba con la sua violenza e con il suo riffing acido e trainante, accompagnando l’ascoltatore in un vortice di fango e melma. ‘Something Told Me’ sembra una song scritta dai Disturbed, per essere sincero, ma comunque colpisce anch’essa nel centro, mentre ‘Dark Days’ rappresenta forse il capitolo più dark di tutto l’album, ove Dez fa sfoggio, oltre della sua ugola al vetriolo, anche della sua abilità interpretativa. ‘Alienate Me’, ‘One Step’ e ‘Friend!’ rientrano nella più lineare classicità del Coal Chamber sound. La vera sorpresa dell’album è senz’altro ‘Rowboat’, una song di puro stampo paranoico, caratterizzata da linee vocali agghiaccianti, destinate a colpire dentro, a rilasciare quel senso di disagio, quell’interdizione che solo le grandi songs riescono a trasportare nell’aere. ‘Drove’ riprende il discorso lasciato a mezzo con ‘Friend!’, ‘Enpty Jar’ sembra l’ideale continuo di ‘Rowboat’, mentre ‘Beckoned’ conclude il platter in bellezza. Concludendo, questo ‘Dark Days’, pur rappresentando nulla di nuovo nel panorama (Nu)Metal odierno, è un buon album, fatto bene e con songs dirette, senza troppe complicazioni e senza troppe intoppi…’l’evoluzione statica’ ha colpito ancora…pochi riffs ma buoni, nel migliore AC/DC e Motorhead style.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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