Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:37 min.
Etichetta:Kolony Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. EVERLASTING FEAR
  3. WORLDS OF WAR
  4. VALUES
  5. INNER STRUGGLE
  6. SLAVE
  7. DISBELIEF
  8. PHANTOM LIFE
  9. STARK REALITY
  10. FREEDOM
  11. STRONG WORDS

Line up

  • Barton: vocals
  • Komandos: bass, vocals
  • Wodzio: guitars
  • Dani: guitars
  • Konar: drums

Voto medio utenti

Polonia... confesso di aver, in un primo momento, associato mnemonicamente questi Chain Reaction alla fiorente scena brutal death metal che, ormai da qualche tempo, questo paese vanta di possedere, ma così non è.

Quello che troverete in “Vicious Circle” è tutt’altra cosa: un thrash moderno di chiara ispirazione “panteriana”, dal groove decisamente trascinante, come la tradizione del genere vuole. Il riffing è robusto, la sezione ritmica pulsante. I polacchi ci sanno fare, insomma: musicisti in gamba, suoni moderni ma aggressivi e “grezzi” al punto giusto, senza contare un artwork decisamente interessante. Tutto è perfetto, dunque? No, non proprio.

Ciò che non convince è la complessiva eterogeneità qualitativa del platter che con la doppietta iniziale formata da “Everlasting Fear”, davvero splendida e “Worlds of War”, altro brano notevole, illude forse un po’ le aspettative che per forza di cosa crea. Intendiamoci, il calo qualitativo, che diventa evidente con il passare del tempo, non è irrimediabile e l’album si lascia ascoltare, in fondo, senza troppi patemi, ma è innegabile che andando a fondo con gli ascolti, saltino all’occhio alcuni limiti abilmente occultati dal giovane gruppo polacco, quali l’eccessivo ripetersi di certi stilemi ormai stra-abusati, l’occasionale incapacità di trovare il refrain azzeccato, quello che magari arriva addirittura a sostenere un intero brano (è il caso della succitata opener) e, ovviamente, una certa dose di personalità e originalità che, francamente, non guasterebbe.

“Vicious Circle” merita, in definitiva, una sufficienza abbondante: il gruppo possiede indubbie potenzialità e grossi margini di miglioramento, ma deve ancora fare quel salto di qualità che permetta loro di distinguersi dall’ordinario.
Recensione a cura di Matteo '3ru' Fusillo

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