Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:74 min.
Etichetta:I Hate Records

Tracklist

  1. BLOOD POPE
  2. THE CURSE
  3. THE NEPHILIMS
  4. HEAVEN'S DOOR
  5. THE ENDING
  6. THE GIVER AND THE TAKER
  7. BALTIC STORM
  8. ODEN
  9. GOODBYE

Line up

  • Dan "Fodde" Fondelius: guitars, vocals, keyboards
  • Jens Bock: drums
  • Samuel Cornelsen: bass

Voto medio utenti

In questi ultimi anni, si è visto come le reunion sono praticamente fioccate una dopo l'altra, dove tra le più importanti citiamo i Guns N' Roses, i Black Sabbath, Rage Agains The Machine, Helloween, o più recentemente, i Mercyful Fate. A questi grandi nomi si affiancano anche gruppi minori, non certo aventi la stessa popolarità di quelli citati poco fa, ma che comunque non possono che far contenti quella fetta di ascoltatori rivolti a suoni più underground.

Ecco, in quest'ottica non potevano mancare all'appello i Count Raven, band svedese attiva sin dal 1989 con sei dischi all'attivo, e di cui i primi tre, rispettivamente "Storm Warning" (1989), "Destruction of the Void" (1992), e "High on Infinity" (1993) hanno contribuito ad arricchire la varietà del genere Doom/Sludge Metal, pescando a mani basse dai Black Sabbath anni settanta, incorporando poi con gli anni influenze da Electric Wizard e Cathedral per dirne altri, ma tutto questo mantenendo sempre una loro identità ben precisa, e non cadendo mai nell'auto citazionismo inutile o richiami troppo evidenti.

Immagine


A distanza di ben 12 anni dall'ultimo "Mammons War", la band si affaccia in questo 2021, anche con una sensazione generale di sorpresa, con il nuovo full lenght "The Sixth Storm", secondo disco ad uscire per la I Hate Records. Il marchio di fabbrica dei Count Raven non scompare assolutamente, trovando nelle lunga e massiccia "The Curse" uno dei migliori pezzi rappresentativi del disco, con il suo andamento sabbathiano e il suo riff talmente ipnotico da restare facilmente in testa, così come anche la seguente "The Nephilims" dove Samuel Cornelsen al basso si rende protagonista. Quello che colpisce di più è però la voce di Dan "Fodde" Fondelius, mastermind e unico membro presente su ogni release della band, che con l'età si avvicina sempre più a quella dell'Ozzy Osbourne più giovane, certo non raggiungendo i livelli di acidità vocale di quest'ultimo, ma con un tono vocale mascolino e allo stesso tempo tremendamente simile a quello del madman, e pezzi come la magnetica "Baltic Storm" o la conclusiva "Goodbye" ne sono la prova più tangibile.

Seppur in "The Sixth Storm" poi vi siano pezzi comunque molto lunghi, neanche nel più elaborato di questi la band mostra il minimo dubbio, parliamo di "Oden", dove ancora una volta i i riff la fanno da padrone, talmente ammalianti e coinvolgenti da non far sentire la durata del tempo che passa.

Dodici anni che non fanno sentire un minimo calo di qualità da parte dei Count Raven, che con questo "The Sixth Storm" hanno dato alla scena un disco Doom/Sludge praticamente eccelso,e che sarebbe un crimine lasciar passare senza avergli dato un ascolto. Chapeau.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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