Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:33 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MONARCH ALPHA
  2. PENANCE
  3. KAKISTOCRACY
  4. TRANSMOGRIFICATION OF THE ECHOBORGS
  5. A CATASTROPHIC AND CATALYZING EVENT
  6. AETURNUM
  7. DYING BREED
  8. A SEETHING PERVERSION
  9. CURB STOMP

Line up

  • Jay Blaisdell: drums
  • Jeremy Henry: guitars
  • Mallika Sundaramurthy: vocals
  • Josh Staples: bass
  • Sam Kirsch: guitars

Voto medio utenti

Questo è un disco per appassionati del genere, perché qui questi death metallers sfornano un disco che é tanta tecnica esecutiva, ma a volte dietro al marasma di riff mancano le canzoni.
Si, sono sincero, a me il death tecnico piace, non lo disdegno; sono cresciuto a pane Atheist, e divinizzo quel capolavoro a nome Focus dei Cynic.
Ma queste band oltre ad avere tecnica invidiabile, avevano anche l’anima e la percepivi dietro il muro sonoro massiccio; con questa band ho fatto un pochino fatica devo essere sincero; forse sarà un mio difetto ma ho notato poca sostanza e calore sonoro.
L’opener “Monarch alpha”, ti butta al tappeto con il growl della singer Malika e il riffing impenetrabile e compresso delle chitarre.
Blast beats, sfuriate e il basso che serpeggia come un cobra e cambi di tempo a non finire che ti disorientano e i riff sono spessi.
Si nota che la tecnica è presente in quantità ma è fredda, non comunica nulla in mezzo alla rete sonora creata dai nostri.
Penance”, inizia con un controtempo sorretto da riff compressi e il basso che fa il bello e cattivo tempo.
Il growl della singer é profondo e incisivo, si sente che i nostri sanno di cosa parlano; tanti cambi di tempo con un rallentamento per poi essere seguito da un tempo spezzato in controtempo con esplosioni in blast beats.
Transmogrification of the echoborgs”, é un brano che inizia con dei riffing minacciosi, marcia lenta e un certo clima oscuro e malsano.
Ma é solo un attimo prima di essere investiti da blast beats e un bel lavoro di riffing compressi di puro death con doppia cassa senza sosta.
All’interno c’è un rallentamento pesantissimo ricco di rullate, con un growl cavernoso che farebbe l’invidia di molti maschietti; ciliegina sulla torta un solo melodico in chiusura.
Aeternum”, é una breve introduzione al brano successivo fatta da effetti claustrofobici dal taglio quasi fantascientifico.
Dying breed”, é un terremoto sonoro con riffing serrati, marcia lenta come un tritassassi e growl cavernoso.
Il death metal tecnico qui della band è devastante; si sente un clima opprimente in mezzo ai riffing creati dalla band prima della sfuriata in blast beats con rallentamento finale.
In conclusione, posso dire che il disco non é malvagio; devono asciugare un po’ e trovare un compromesso tra tecnica, aggressività brutale e calore, perché sennò diventa solo un esercizio sterile di pura tecnica votata al metal estremo; solo per cultori del genere.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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