Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:51 min.
Etichetta:Mascot
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. PROCESSION TO APOCALYPSE (INTRO)
  2. ASTEROID
  3. SAILING TO ACHERNAR
  4. SKYMORPHOSIS
  5. SKIN LEGACY
  6. BLOOD-SWEATING WALL
  7. I SHALL HANG MYSELF
  8. QUASARS
  9. BLACK CANVAS
  10. THE MISSING PLANET
  11. SHADER
  12. STARBELDS
  13. THE SOULD SLITTERS
  14. 1000 EYES (DEATH COVER)

Line up

  • Adry: vocals
  • Raff: guitars, bass
  • Joe: drums

Voto medio utenti

I Gory Blister arrivano finalmente, dopo anni di gavetta, ad un deal serio, con l’olandese Mascot Records e registrano questo “Skymorphosis”.
In questo disco è possibile ritrovare le caratteristiche che eravamo già soliti apprezzare nella band, anche se qui ci troviamo di fronte ad un sicuro passo avanti. Parliamo di Death Metal tecnico, suonato con foga e velocità talvolta disumane, con un songwriting vario, ricco di dinamicità, prodotto in maniera molto egregia e ricco di feeling marcio.
A ciò mi piacerebbe aggiungere anche “tonnellate di brutalità”, ma questo disco è più violento che brutale, perché il singer Adry, pur offrendo un’ottima prova, si ostina a cantare in screaming, col risultato che a questo disco mancano come il pane le parti in growling, e non sia mai che al Death Metal venga meno il growling.
Più in generale però dobbiamo rimarcare la voglia della band di insistere in strutture ricercate, mai dome, dove talvolta è difficile stare dietro all’estro della band, la quale decide di cambiare più e più volte direzione nell’ambito di una stessa canzone, raggiungendo vette d’intensità difficilmente sopportabili. Azzeccate le parti pulite in pezzi come “I Shall Hang Myself”. Presente anche una cover dei maestri ispiratori Death, “1000 Eyes”.
Cosa manca allora a pezzi veramente eccellenti come “The Missing Planet” o “Black Canvas”?
Manca la capacità talvolta di rallentare, cadenzare la proposta e acquisire un groove mastodontico, oltre alle parti in growl già citate, il tutto a vantaggio della brutalità nuda e cruda. Fatto questo chi li ferma più?
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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