Copertina 6

Info

Anno di uscita:2016
Durata:36 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE ETERNAL
  2. LAST LIGHT
  3. EARTHBOUND
  4. THE BURDEN
  5. CEMETERY
  6. RESTLESS & COLD
  7. 301
  8. MEMORIES
  9. FOR US
  10. BLOODLINE

Line up

  • Daniel Winter-Bates: unclean vocals
  • Jason Cameron. rhythm guitar, clean vocals
  • Davyd Winter-Bates: bass
  • Adam Jackson: drums
  • Kristan Dawson: lead guitar

Voto medio utenti

Alla fine il passo falso è dunque giunto.

Sarà perché è impensabile far uscire un disco della band alfiera per eccellenza del Formula 1 Metal a gennaio, a meno che non abitiate dall'altra parte del globo la vedo dura sfrecciare con la vostra auto a finestrini aperti e braccio fuori, ma stavolta gli inglesini hanno mostrato il fiato corto, dando alle stampe un disco molto al di sotto dei loro standard abituali, dopo due monumenti al metalcore più dotato di classe e gusto per la melodia di tutto il panorama attuale, a titolo "The Union of Crowns" e "Runes", rispettivamente usciti nel 2012 e nel 2014.

Sì, ma d'estate.
Stavolta, l'invernale "Earthbound" non riesce a colpire, eppure la formula è rimasta la medesima: produzione stellare, growl durante la strofa (ma senza esagerare con la pesantezza) e l'angelica, divina voce di James Cameron, anche alla ritmica, a tirare fuori il meglio dalle possenti linee vocali dei Bury Tomorrow, disegnate con classe unica dalla coppia di fratellini d'oro Winter-Bates, con un ego più smisurato di quello di Sgarbi.

Ci sta, non sempre è Natale, sebbene il sottoscritto stia scrivendo questo articolo proprio il 25 dicembre: non ogni volta si è al massimo della forma, non tutte le partite sono le medesime, le prestazioni non possono essere sempre al top per tutta la carriera, o stagione che dir si voglia.

Se trattasi di passo falso a metà, d'altronde il disco nonostante l'abisso con i suoi predecessori rimane più che dignitoso, o dell'inizio della fine per gli inglesini, magari giunti al termine della loro linfa artistica, ancora non è dato saperlo: certo, Cameron alla voce fa sempre emozionare, un paio di brani a metà disco riescono ancora a farci smuovere dalla sedia, come "Restless & Cold" o "301", in cui appare come ospite Jamey degli Hatebreed ed in pochi secondi si avverte tutta la differenza tra chi è dotato di classe e chi si è trovato, per puro culo, nel momento giusto al punto giusto, ma in generale non è possibile proporre un minimo paragone tra questi brani ed i "vecchi" "Man On Fire", "Shadow, A Creator", "Watcher", "A Curse" o "1603", tanto per pescare nel numeroso mucchio.

Nel finale la qualità si alza un po', "Memories" e "For Us" non sono poi così male, ma non riescono a far accapponare la pelle, mancano i piripiri magici con la chitarrina in sottofondo e le linee vocali non sono così ispirate come in passato: bene che, alla luce di tutto ciò, il disco non duri come al solito quasi un'ora ma passi di pochissimo i 35 minuti, insomma una durata anni '80 che non possiamo che apprezzare.
Chiude "Bloodline", un brano che è un po' la summa di "Earthbound", sa di poco, non lascia il segno, si dimentica in 30 secondi. No, non ci siamo.

La votazione che ne risulta è a metà tra il 6 ed il 6,5 nell'attesa, o speranza che dir si voglia, che questo episodio rappresenti solamente un rifiatare per il gruppo di Southampton e che dal prossimo si riparta alla grande.

Possibilmente all'inizio dell'estate.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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