Copertina 7

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2011
Durata:60 min.
Etichetta:Lion Music

Tracklist

  1. ANTE BELLUM OVERTURE (INTRO)
  2. BLOOD OF THE PROPHETS
  3. GRAVE OF LOVE
  4. BARD’S TALE
  5. WARRIOR’S MOON
  6. FACE OF DESTINY
  7. THE HERETIC
  8. BEHIND THE WALLS OF SADNESS
  9. ANGEL OF DIVINE
  10. VALLEY OF THE DEAD
  11. WHEN THE TIME HAS COME
  12. THE HEALING HANDS OF DESTRUCTION

Line up

  • Carsten ‘Lizard’ Schulz: vocals
  • Mark Boals: vocals
  • Goran Edman: vocals
  • Boguslaw ‘Bibas’ Balcerak: guitars, bass
  • Kamil Wyziński: bass
  • Tomek ‘Zawad’ Zawadzki: bass
  • Lukasz Dybalski: keyboards
  • Marcin ‘Kanclerz’ Kwasny: drums

Voto medio utenti

Se vi è capitato tra le mani questo CD, sia le note di presentazione che il nome stesso della band dovrebbero farvi capire da subito con cosa abbiamo a che fare questa volta. Sì, perché se unite neoclassical metal ad un chitarrista talmente pieno di sé da anteporre il proprio nome a quello del gruppo, è facile tirare le somme. Boguslaw Balcerak è un prodigio polacco della sei corde, che, un paio di anni fa, ha deciso di mettere su un gruppo per sfogare il proprio ego e suonare del metal di classe, fortemente influenzato dalla musica classica, a lui tanto cara. Il risultato è questo album di esordio, registrato tra la Polonia e la Germania e masterizzato niente meno che da Andy LaRocque nei sui Sonic Train Studios. Il risultato non è niente male, “Blood of the prophets” si lascia ascoltare con moltissimo piacere, sempre che, ovviamente, vi piaccia un certo tipo di metal più patinato e ricercato, e non vi annoiate di fronte all’ennesimo assolo neoclassico e a certi arrangiamenti cinematografici, per dirla alla Rhapsody. Anche se, c’è da dire, che per quanto appaia evidente che il buon Boguslaw sia cresciuto a pane e Malmsteen, nel corso dei dodici brani non esagera mai più di tanto. Infarcisce, certo, tutti i pezzi con assoli a mille all’ora, però al di là del fatto che ha un buon gusto nel suonarli, bisogna ammettere che non ne abusa, tenendo più d’occhio la forma canzone che la sua fantomatica ascia. D’altra parte quando dietro il microfono hai la fortuna di avere dei cantanti dotati del calibro di Mark Boals, Goran Edman (entrambi ex singer proprio di Yngwie) e il semi sconosciuto, almeno per me, Carsten ‘Lizard’ Schulz, è giusto sfruttarli al meglio. Ovviamente, con premesse del genere, mi sembra superfluo sottolineare come non ci sia nulla di innovativo od originale nella proposta dei Crylord, niente che non abbiate già sentito in uno qualsiasi dei dischi di Malmsteen, soprattutto in quelli più recenti. Questo però non dovrebbe essere un problema insormontabile, per voi, se siete amanti del genere, perché, come già detto prima, c’è molto gusto nelle composizioni e negli arrangiamenti, quindi quando i brani sono ben costruiti e ben orchestrati, sticazzi dell’originalità. Azzardando potrei perfino sbilanciarmi dicendo che questo potrebbe essere il disco che Yngwie vorrebbe scrivere ormai da anni e che non riesce più a scrivere, visto che a differenza dei suoi ultimi lavori, stanchi e poco ispirati, “Blood of the prophets” suona fresco e frizzante, e la dimostrazione sta proprio in brani come “Bard’s tale”, la lunga e lenta “Valley of the dead”, la strumentale “The heretic”, o la rocciosa “Warrior’s moon”, tutti ricchi di belle melodie ed azzeccati refrain. Insomma, un disco carino che riesce a lasciare il segno, pur non essendo, ovviamente, nulla di imprescindibile. Occhio Yngwie, ormai hai una certa età, qui si cerca di farti le scarpe, e le basi per farle ci sono proprio tutte… Amanti della chitarra neoclassica, date un’opportunità al simpatico polacco, perché se la merita proprio tutta…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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