Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2011
Durata:61 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. ROBIN HOOD
  2. NOBODY'S HERO
  3. ROCK OF CASHEL
  4. PANDORA'S BOX
  5. BREATHE
  6. TWO OUT SEVEN
  7. FACES IN THE DARKNESS
  8. THE ARCANE GUILD
  9. FIRE ON THE DOWNLINE
  10. BEHIND THE GATES TO MIDNIGHT WORLD
  11. EVERY NIGHT WITHOUT YOU

Line up

  • Tobias Sammet: vocals
  • Jens Ludwig: guitars
  • Dirk Sauer: guitars
  • Tobias Exxel: bass
  • Felix Bohnke: drums

Voto medio utenti

"Ladies and gentlemen, welcome to the freak show!"

Gli Edguy sono ormai da qualche anno, direi dall'uscita nel 2006 di "Rocket Ride", croce e delizia dei power metallers mondiali: c'è chi li amerebbe a prescindere anche se facessero un disco country, c'è invece chi li critica per il loro "tradimento" nei confronti del power metal e il passaggio a un sound decisamente più hard rock e c'è chi, come tocca al sottoscritto, cerca di valutare i loro lavori con l'occhio e l’orecchio lucido e critico dell'appassionato di musica, pur adorando tendenzialmente alla follia qualsiasi cosa uscita finora dalla magica penna di quel Joker di Tobias Sammet. Ce l'avrò fatta? Non ce l'avrò fatta? Ai posteri l'ardua sentenza..

Joker, perché Tobias Sammet è quello: un grande cantante, un meraviglioso intrattenitore, un animale da palco, un personaggio assolutamente eclettico, capace di dare forma e musica nuova ad ognuna delle proprie creazioni, sconvolgendole e rigirandole su se stesse come un guanto, sbattendocele in faccia in tutta la loro irruenza. Personalmente il mio primo ricordo riguardo il Power Metal è legato indissolubilmente alla sua figura: era il 2002 quando venni a contatto per la prima volta con gli Avantasia e la loro "Metal Opera", un disco a mio parere perfetto, ancora oggi il miglior disco di power sinfonico della storia, sia dal punto di vista musicale sia da quello delle lyrics, passando attraverso un “cast”, perché di questo si trattava, stellare, comprendente le migliori voci e i migliori strumentisti sulla piazza. Da li agli Edguy il passaggio è stato breve e recuperare gli album usciti fino ad allora è stato un gioco da ragazzi.
All’epoca era appena uscito “Mandrake”, forse il primo disco in cui gli Edguy cercarono di sperimentare nuove strade dal punto di vista del power, non limitandosi al compitino imparato dai maestri del genere ma cercando di metterci qualcosa di loro: il risultato fu un disco bellissimo, uno dei migliori in assoluto della loro discografia assieme al precedente “Theater of Salvation”, introdotto da quella “Tears of a Mandrake” che tuttora in sede live riempie i palazzetti di urla e cori.
Dal successivo “Hellfire Club” in avanti abbiamo assistito a un cambiamento, una mutazione che ha portato gli Edguy a caratterizzarsi maggiormente come una band di hard/heavy piuttosto che di power metal puro, fino ad arrivare all’ultimo “Tinnitus Sanctus”, capace davvero di spaccare in due la critica specialistica, come più volte ricordato in maniera ironica anche in sede live dallo stesso Tobias, citando il buon Frank Zappa: “Definition of rock journalism: People who can’t write, doing interviews with people who can’t think, in order to prepare articles for people who can’t read.”. Personalmente mi trovavo tra quelli che avevano gradito parecchio l’album, considerando il passaggio all’hard rock un fattore molto positivo, così come riscontrato anche nell’ultimo doppio album degli Avantasia. Inoltre nel disco ho trovato canzoni davvero bellissime quali “Speedhoven” e soprattutto “Pride of Creation”, che mi ha “portato” anche sul palco della data di Milano..ma questa è un’altra storia.
Carico di aspettativa mi trovo quindi ad affrontare l’ascolto del nuovo “Age of the Joker”, del quale ho seguito la genesi fin dai primi vagiti, fino ad arrivare all’ascolto qualche settimana fa del singolo apripista, che è anche la prima traccia dell’album, “Robin Hood”: ammetto candidamente di non aver gradito particolarmente la canzone al primo impatto, salvo rendermi conto dopo qualche giorno che il suo ritornello non mi era ancora uscito dalla testa. E se una canzone prova questo effetto che vuol dire? Che ha raggiunto il suo scopo. E in effetti col passare degli ascolti mi sono reso conto che il suo obiettivo è proprio quello, costringere chi la ascolta a canticchiarla e rimanere concentrato, per proseguire nel viaggio attraverso l’Era del Joker.
La tripletta iniziale comunque è davvero riuscitissima: oltre alla già citata “Robin Hood” troviamo “Nobody’s Hero”, che ci riporta decisamente indietro nel tempo, a quelle radici power che hanno fatto la prima storia degli Edguy, senza però dimenticare il presente..troviamo quindi una canzone veloce nel suo incedere e piacevolmente sinfonica e pomposa nel ritornello, anche in questo caso uno di quelli che si inchioda in testa. Tobias dirige il tutto con maestria e i suoi abilissimi e collaudatissimi compagni (i 5 suonano assieme ormai da 13 anni) lo seguono con perizia e naturale bravura.
A seguire “Rock of Cashel”, in assoluto la mia preferita del disco, sia per la canzone in sé sia per il richiamo al mio adorato Nord Europa: la Rock of Cashel raccontata nella canzone è infatti uno dei più bei castelli di tutta l’Irlanda e gli Edguy gli dedicano giustamente una canzone splendida, dalle spiccate venature folk, in particolare nell’evocativa parte finale, che sembra davvero trasportarci nel bel mezzo di una festa medievale, tra dame e cavalieri e ovviamente..giullari!
Proseguiamo poi con “Pandora’s Box” un mid-tempo onestamente trascurabile, che presenta sonorità al limite del country che ben poco hanno a che fare con la produzione dei tedeschi, salvo riprendersi leggermente con un ritornello orecchiabile ma totalmente slegato col resto della canzone. Il livello torna molto buono con “Breathe”, attacco al fulmicotone e ritmi sostenuti, che mi ha ricordato molto l’ultimo Avantasia, salvo ricadere nell’anonimato con “Two Out of Seven”, una specie di “Sex, Fire, Religion Part.2”, che non per niente era una delle poche canzoni che non salvavo del già citato “Tinnutus Sanctus”, decisamente noiosetta e fuori luogo in un disco dalle atmosfere più power rispetto al recente passato.
Le successive “Faces in the Darkness” e “The Arcane Guild”, pur di discreta fattura, falliscono nel compito di rimanere in testa, nemmeno dopo 5 o 6 ascolti, sintomo forse di un’eccessiva banalità e rilassatezza in fase di songwriting. Anche “Fire on the Downline” segue lo stesso iter delle precedenti, salvandosi però dall'abisso di banalità grazie a un buon ritornello e a un gusto della melodia che nelle altre due canzoni latitava un po’.
Per fortuna nel finale arriva “Behind the Gates to Midnight World”, traccia decisamente riuscita e dal sapore maestoso, quasi epico, che mi ha ricordato ancor più di “Breathe” i lavori degli Avantasia, in particolare due tra le canzoni più cupe della loro discografia, “The Toy Master” e “Death is Just a Feeling”, in un turbine tra l’onirico e il malinconico che rende la canzone una delle più riuscite del disco.
A chiudere uno dei marchi di fabbrica degli Edguy, la ballad “Every Night Without You”, dal titolo già di per se esplicativo sul dove andrà a parare: come al solito Tobias e soci non ci deludono mai sulle ballad (qualcuno per caso si ricorda “Save Me”?), concludendo così in maniera più che dignitosa un disco dal sapore agrodolce, che non mi ha convinto in pieno ma non mi ha nemmeno totalmente deluso.

Sto per dire qualcosa che forse mi attirerà le ire dei fan più esagitati degli Edguy, ma “Age of the Joker” rappresenta, pur nella sua bontà, il punto più basso della discografia dei tedeschi di Fulda. Con questo non voglio assolutamente dire che è un disco brutto, tutt’altro, ma è innegabile che le miriadi di idee a livello melodico e di songwriting e le sperimentazioni che hanno pervaso i precedenti lavori qui sono quasi totalmente assenti, limitandosi semplicemente a pescare un po’ qua e un po’ la nella propria discografia e sfornando un lavoro onesto ma fin troppo auto-derivativo, pur apprezzando un vago tentativo di ritorno alle origini.
Spero vivamente che questa Era del Joker rappresenti solo un pianerottolo tra due scalinate ripidissime verso l’alto e che il prossimo lavoro, il decimo della discografia degli Edguy, porti un’ulteriore ventata di novità, legittima aspettativa da parte di un fan sfegatato come il sottoscritto, che forse in questo caso è riuscito ad ascoltare questo disco con sufficiente lucidità, mettendoci addirittura un pizzico di cinismo. Il Joker mi perdonerà e tornerà ancora a riservarmi il suo diabolico sorriso?

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini
Mandrake

Secondo me è da Mandrake che gli Edguy non riuscivano a fare un disco bello... A mio avviso "Age of The Joker" è nettamente superiore a Tinnitus, Hellfire e Rocket Ride.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 14 set 2011 alle 13:46

Concordo sul fatto che è il peggiore, ma comunque un ottimo album.... Devo però ancora dargli i giusti ascolti sullo stereo di casa, con testi alla mano, visto che il portatile non da grosse soddisfazioni a livello di audio! Io credo che, per fortuna, gli Edguy si stiano sempre evolvendo musicalmente, sperimentando e variando nel tempo il loro genere con ottimi risultati.... Non sempre questo porta benefici (Sonata Arctica), né tantomeno ne porta non mutare mai (Rhapsody), qua sta la bravura di Sammett a mio avviso!

Inserito il 14 set 2011 alle 10:11

Mi piace abbastanza. Complessivamente superiore a Tinnitus, mancano però canzoni sopra le righe come "Pride of creation" e "Speedhoven". Dall'altra parte però, non ci sono fastidiosi riempitivi. E' però un dato di fatto (almeno per me, che li seguo da una vita e mezza) che Sammet sta esaurendo le batterie. Hellfire, Mandrake, Rocket, erano tutta un'altra pasta. E' un peccato ma è anche più che comprensibile...

Inserito il 12 set 2011 alle 13:10

Mah, intanto che voi vi fate le classifiche di dischi, io sono giorni che non riesco a levarmi dalla testa i ritornelli delle canzoni, roba che mi era successa molto meno con hellfire e rocket ride, e per niente con tinnitus, accantonato dopo pochi ascolti per manifesta noia. God Fallen Silent e Pandora's Box si sono insinuate diabolicamente nel mio cervello. Aspetto novembre e zio Dave per scalzarle, anche perchè A Dramatic Turn of Events mi causa solo sbadigli a più riprese :D

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