Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2005
Durata:44 min.
Etichetta:Arise Records
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. BEFORE THE DUEL
  2. MIRACLES
  3. HOUDINI THE GREAT'S ESCAPADE
  4. THROUGH THE GATES OF THE SILVER KEY (INTERLUDE)
  5. THE SILVER KEY
  6. GREEN EYES
  7. GOING ON
  8. BEYOND THE SEA
  9. IULIUS CAESAR (INTERLUDE)
  10. ALEA JACTA

Line up

  • Enrik García: guitars
  • Daniel Fernández: bass
  • Alfred Romero: vocals
  • Andy C.: drums

Voto medio utenti

I Dark Moor giungono al quinto album, il secondo con il nuovo cantante Alfred Romero (entrato al posto di Elisa C. Martin, che ha poi dato vita ai Dreamaker), e rispetto al precedente "Dark Moor" non si nota nessun evidente passo in avanti e già questo, per un gruppo dall'esperienza degli spagnoli, equivale a mezzo passo indietro.
Sono visibili un certo indurimento del sound (la spedita "Houdini's The Great Escapade" e la maideniana "Going on") ed allo stesso tempo un maggior interesse per melodie tipiche dell'Hard Rock ("Before The Duel" o "The Silver Key"), mentre è scivolata in secondo piano la componente sinfonica del gruppo.
Cambiamenti che non portano grossi stravolgimenti a sonorità che salvaguardano il trademark dei Dark Moor, sempre guidati dal chitarrista Enrik García, il quale a partire da quest'album deve però fare i conti anche con l'abbandono di Anan Kaddouri, storico bassista del gruppo.
Altri problemi arrivano da un songwriting che non sembra così ispirato come in passato, con un paio di pezzi anonimi e senza particolari spunti di interesse, come nel caso di "Green Eyes" o di una "Miracles" che non si risolleva nemmeno con l'inserimento (un po' forzato a dire la verità) di un bel chorus e di un pianoforte. Anche i momenti maggiormente riusciti, che spesso coincidono con quelli più vicini al classico Dark Moor sound (riassumibile come un power metal dai cori enfatici e spunti sinfonici alla Rhapsody), non sono altrettanto memorabili e convincenti quanto avvenuto invece in passato.
Uno degli aspetti positivi è invece la crescita di Romero, in grado di allontanare l'ombra di Elisa, che ancora aleggiava in maniera evidente sul precedente album.
Nonostante "Beyond The Sea" non soddisfi pienamente le aspettative, si rivela un album tutto sommato discreto, senza però raggiungere quegli standard di eccellenza, che, a partire dal fantastico "The Hall of the Olden Dreams" e saltando a pie pari il debutto "Shadowland", avevo sinora riconosciuto ai Dark Moor.
Mi auguro che questo lavoro rappresenti un episodio a se stante e sopratutto che Enrik García e soci recuperino in fretta il terreno perso.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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