Lilyum: sette note in nero

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Oggi eccomi qui a fare una chiacchierata con Kosmos Reversum sul nuovo album "Circles Of Ashes" dei suoi Lylium

Ciao ragazzi, prima di tutto bentornati, questo nuovo album riprende da dove tutto si era fermato, ci potreste spiegare cosa è successo dopo lo scioglimento e le motivazioni che vi hanno portato allo split nel 2018?
Ciao e grazie dello spazio che ci state concedendo, come prima cosa.
Allora, esattamente un anno dopo la pubblicazione di "Altar Of Fear" ho fatto un po' il punto della situazione in casa Lilyum e sono giunto alla conclusione che non avremmo avuto più nulla da dire, dopo un disco che al tempo reputavo insuperabile per noi, il settimo in meno di dieci anni.
Non ci siamo mai risparmiati e abbiamo sempre lavorato sodo.
Quell'album era stato concepito già come l'ultimo capitolo a priori, facendo riferimento anche a motivazioni e strane coincidenze numeriche che lo coinvolgevano e quindi, in cuor mio, anche se lo scioglimento è avvenuto un anno dopo, per me la band era già sciolta da almeno un anno, ma intendevo portare a termine tutta la promozione che un album del genere meritava.
Ora ci ritroviamo al punto di partenza.
"Altar Of Fear" voleva rappresentare un presagio di qualcosa di sconvolgente che sarebbe avvenuto nel giro di poco tempo, e le fiamme in copertina volevano veicolare questo messaggio.
Sentivo che sarebbe successo qual-cosa di epocale all'umanità, e noi quindi avevamo concluso la nostra missione di veggenti della distruzione.
Abbiamo sempre parlato più o meno velatamente di temi apocalittici nei nostri album, e le cose si sono praticamente sempre avverate, basti pensare al titolo del nostro primo album, cioè "Ultimatum".
"Circle Of Ashes" rappresenta ciò che stiamo vivendo, ma più che altro vuole sottolineare l'ennesimo disastro che ha come protagonista l'uomo.
Ma la macchina della distruzione si è nuovamente messa in moto, un ciclo si è chiuso ma al tempo stesso uno nuovo è in atto.
E questa volta il disastro è incredibile.
Psicologicamente non torneremo per molti anni quelli di prima, ma forse questo è il metodo migliore per tenerci tutti a bada.
D'altronde quale metodo migliore del terrore per fermare il pensiero.
E quale motivazione migliore del terrore di massa per far tornare i Lilyum?
Il nuovo album è puro black metal ispirato alla seconda ondata delle band black metal che si è originata in Scandinavia, quanto sono importanti quelle influenze per voi?
Sono importanti perchè siamo musicisti che hanno vissuto quel periodo.
Abbiamo quindi interiorizzato quella scena e quel modo di vivere il black metal, e non abbiamo fatto un corso accelerato di tutto quello che c'è stato per entrare per forza in questo mondo.
A noi quello che facciamo viene naturale, perchè c'eravamo all'epoca e già suonavamo.
Mi spiace molto per le nuove leve, ma per buona che possa essere la loro musica, non avrà mai la magia di chi ha iniziato nei primi anni Novanta.
Non parlo di migliore o peggiore, ma di feeling.
Mi sono molto piaciuti i brani “Exilia”, “Though Vaults Of Wounded Light” come ho detto in sede di recensione e la conclusiva, ovvero la titletrack che chiude il lavoro, sapete creare un tappeto atmosferico convincente e sinistro che aleggia per tutto l’album, da dove deriva questa atmosfera?
Grazie dei complimenti, ma credo che per comporre certa musica bisogna un po' tornare alla domanda precedente, ovvero essersi formati quando tutto stava iniziando, e poi credo che il malessere che ci portiamo dentro, talvolta quasi insopportabile, dia quel tocco malato alle nostre composizioni.
Tecnicamente però, siamo soliti nel sovrapporre molti strati di chitarre per creare delle trame fitte e avvolgenti.
Ci piace il black metal scarno ed essenziale, ma quando serve possiamo anche sovrapporre cinque o sei chitarre per arrivare al risultato che ci prefiggiamo in partenza per un determinato brano o per una parte di esso.
Suoniamo quello che siamo, e non possiamo sempre far finta che tutto sia stato solo un brutto incubo.
Almeno per me, l'incubo è reale purtroppo, ho troppe cicatrici passate in vista e molte ferite ancora aperte e tutto ciò finisce nella musica che scrivo.
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Ci potete spiegare di cosa parlano i testi?
Cerchiamo di esplorare il lato più oscuro della mente umana sotto una visione molte volte apocalittica.
Il nostro obiettivo però, in generale, è esporre i nostri sentimenti negativi e il nostro disprezzo verso molte cose che non ci vanno bene.
La misantropia e l'odio sono molto ricorrenti nei nostri testi, ma trattiamo di tanti lati che rimangono nascosti solita-mente.
Sono sensazioni messe per iscritto, sentimenti molto forti che vengono espressi molte volte anche tramite metafore.
Dopo un album come “Altar Of Fear” e questo ritorno c’è qualcosa di diverso che è cambiato nel vostro percorso?
Già con "Altar Of Fear" avevamo trovato uno stile a noi congeniale e che ci rappresentasse in pieno.
Credo che il nuovo "Circle Of Ashes" riprenda il lato più caustico di quell'album, ma ci aggiunge molto più cinismo e "gelo".
Volevamo tra-smettere questo freddo interiore all'ascoltatore e speriamo di averlo fatto.
Inoltre vorrei sottolineare come il lavoro di Lord J.H. Psycho questa volta sia stato fondamentale.
Oltre a suonare il basso e cantare, ha dato un grosso apporto con alcune linee di chitarra aggiuntive e poi ha letteralmente fatto un lavoro incredibile in sede di arrangiamento delle canzoni.
Ha donato ai pezzi varietà e dinamica.
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Come vi trovate con la Vacula Productions?
Abbastanza bene, finora non ci sono mai stati intoppi con loro e quindi siamo contenti.
In particolare, questo album è uscito in co-produzione con la mia Broken Bones Records & Promotion, con la quale mi sto occupando di tutta la parte dell'ufficio stampa.
La Vacula si occupa principalmente solo di stampa fisica.
Essendo un periodo piuttosto particolare, come vivete la pandemia in corso?
Ovviamente la pandemia c'è, ed è inutile negarlo.
Tutti noi ne siamo sconvolti e speriamo che se ne possa uscire il prima possibile.
Ormai qualcuno di noi ha anche figli ed è difficile pensare al futuro dei nostri figli se tutto questo non cesserà.
Anche se sono relativamente giovane (ho 43 anni), la mia preoccupazione va ad un mondo che negli ultimi venti anni ha saputo solo distruggere le speranze dei più giovani,
Mi auguro che mio figlio non cresca in questo clima, è tutto cambiato in peggio e la pandemia ha letteralmente e idealmente messo il sigillo a un processo di degenerazione che è in atto da molti anni a questa parte.
Però c'è un però. Io non avrei chiuso tutto.
La gente non ha lavoro o lo sta perdendo e questo non va bene.
Io sono dell'avviso che bisogna essere liberi di vivere e liberi di morire e nessuno può decidere su questo.
Se non vuoi rischiare stai a casa, altrimenti esci.
E' molto semplice come ragionamento e questo si chiama libero arbitrio.
Non è la prima pandemia che affronta l'umanità ma ci vogliono far credere che sia così.
Ogni pandemia ha il suo corso e si porta dietro la sua scia di morti e distruzione, ma ad un certo momento finisce.
E' impensabile tenere la gente chiusa in casa o senza poter andare a lavorare per anni. In tutto questo ci vedo anche malafede, perchè con il coronavirus la classe politica ci sta facendo stare tutti buoni...
Non è una situazione facile ma ripeto, oltre ad adottare le misure primarie come mascherine e distanziamento sociale, per me molte cose potevano e dovevano andare avanti, nonostante tutto.
La copertina è perfetta per questo album, chi l’ha realizzata?
Ho curato tutto il booklet e copertina io, ma poi mi sono rivolto ad un grafico per poter assemblare ed elaborare il tutto con professionalità.
Non sono disegni ma fotografie, poi elaborate dal nostro grafico su mia indicazione.
Volevo che le immagini si sposassero alla perfezione col mood del disco, e spero di esserci riuscito.
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Cosa è per voi il black metal?, è un’attitudine, un modo di vivere o cosa?
E' tutto questo.
Semplicemente se non fosse così non potremmo e dovremmo suonarlo e speriamo che chi non la pensa così smetta subito di suonare questo genere.
Bene, l’intervista è finita, supporto sempre ragazzi e grazie!
Grazie a voi.
Per chi volesse ordinare l'album scriva alla mail: brokenbonespromotion@libero.it
Un saluto!
Intervista a cura di Matteo Mapelli

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