Death Metal - Il death svedese (Pt.1)

Premessa:

Ho riflettuto a lungo prima di cimentarmi nel prosieguo della guida al death metal di Metal.it, vuoi perchè la sola parola "guida" incute un certo timore e presuppone una conoscenza dell'argomento che uno non crede di padroneggiare mai abbastanza, vuoi perchè continuare l'opera iniziata dal Graz (che reputo uno dei maggiori conoscitori, nonchè in un certo senso mio mentore) è una responsabilità enorme di cui non posso non sentire il peso. Il compito che mi accingo a svolgere pertanto non sarà privo di imprecisioni ed ovvie omissioni (nemmeno la biblioteca di Babele riuscirebbe a contenere tutti i gruppi death metal europei!), e non ha nessuna valenza enciclopedica, ma vuole solo servire come prontuario delle formazioni più importanti ed influenti del genere. Buona lettura, e per qualsiasi cosa il mio contatto email è nella pagina dello staff.




Quando si parla di death metal europeo, la prima nazione che viene in mente è certamente la Svezia, vera e propria fucina inarrestabile di formazioni più o meno valide sul finire degli anni '80 e ad inizio anni '90. Il ruolo principale lo giocarono certamente i Nihilist, fondati nel 1987, che si fecero conoscere nell'underground con tre demo a dir poco seminali come "Premature Autopsy" (1988), "Only Shreds Remains" (1989) e "Drowned" (1989) e con i quali la band si costruì una certa fama. I Nihilist si fecero portabandiera di un modo diverso di intendere il death metal profondamente differente dal quello concepito al di là dell'Atlantico: chitarre ribassate dall'inconfondibile suono uscito dai Sunlight Studios di Stoccolma, riff semplici e minimali e stacchi lenti si contrapponevano a tappeti di cassa e rullante in stile tupa tupa rappresentano la nuova concezione del death metal che in America gruppi come Death, Obituary e soci avevano portato al successo. Con i primi due lavori "Left Hand Path" (1990) (uscito per Earache, ai tempi la band era talmente giovane che furono i genitori a firmare il contratto con l'etichetta!) e "Clandestine" (1991) il gruppo guidato da Lars Petrov si conquista un posto stabile nell'Olimpo del death metal, divenendo ben presto una fonte di inesauribile ispirazioni per i proprio contemporanei così come una larga fetta di formazioni che solo oggi si affacciano sul panorama musicale. E' con il controverso "Wolverine Blues" (1993) che gli Entombed iniziano ad inserire componenti hard rock nel proprio sound, arrivando perfino a definire un nuovo genere detto death'n'roll che da lì in poi diverrà il comun denominatore per tutti gli album a venire, facendo storcere il naso ai deathster più oltranzisti che non condivisero affatto la sterzata del gruppo. Rimane il fatto che con i demo rilasciati sotto il monicker Nihilist e soprattutto con i primi due immensi dischi (che di fatto contengono gli stessi brani risalenti alla loro precedente incarnazione) gli Entombed siano da annoverarsi tra le formazioni più innovative ed influenti dell'intero panorama death mondiale.



Tra gli altri padri putativi del death metal made in Sweden impossibile non citare i Dismember, capitanati dalla fiera ugola di Matti Kärki: la band si forma nel 1988 a Stoccolma per poi giungere al debutto discografico tre anni più tardi con "Like An Everflowing Stream", senza dubbio uno dei dischi capisaldo del genere, a cui fa seguito nel 1993 un altro classico a nome "Indecent And Obscene" che altro non fa che rafforzare la fama del gruppo. Con il successivo "Massive Killing Capacity" i Dismember iniziano a giocare con le melodie, inserendo frangenti dal gusto maideniano riscontrabili in diversi assoli e in certi giochi di voci delle chitarre della coppia David Blomqvist-Robert Senneback. La band ha avuto anche alcuni problemi con la censura, sia per la canzone "Skin Her Alive" che in Inghilterra suscitò diverse reazioni, sia per il video girato per la canzone "Soon To Be Dead" per il quale furono utilizzati diversi litri di sangue di maiale e in cui un Etsby in versione Gesù Cristo crocifisso e sorridente creò diverse polemiche. Come per i Nihilist/Entombed, essenziale il contributo dei Sunlight Studios nel creare un suono sporco e grezzo che è diventato identificativo per un intero genere. Nonostante il calo di popolarità e vendite che il death metal ha subìto nel corso degli anni 90, i Dismember hanno continuato a proporre impererriti la loro musica, fregandosene di qualsiasi trend e moda del momento e dimostrando una coerenza invidiabile, pur non riuscendo a proporre degli album all'altezza dei primi imprescindibili capitoli. L'ultimo (ad oggi) capitolo della saga discografica del gruppo, intitolato semplicemente "Dismember", mostra una band che pare aver ritrovato l'ispirazione dei primi dischi e che dopo oltre venti anni di onorata carriera non pare intenzionata a cambiare il proprio modo di concepire la musica ed il death metal. Il 16 ottobre 2011 il bassista Tobias Cristiansson ha comunicato ai fans tramite Blabbermouth che la band si è sciolta definitivamente, senza specificare le cause che hanno portato a questa decisione. Il mondo del death metal piange una delle sue formazioni più importanti ed influenti, la cui musica però continuerà a vivere nei solchi di album come "Indecent And Obscene" e "Like An Everflowing Stream".



Sulla scia dell'allora nascente filone death metal si inserirono con successo anche i Grave di Ola Lindgren, fondati nel 1986 e che solamente nel 1991 esordiscono sulla lunga distanza con quel capolavoro che risponde al nome "Into The Grave": la band, inizialmente intesa come un quartetto, paga forse una certa somiglianza con i cugini Entombed ma riesce egualmente a crearsi un grosso seguito, che verrà confermato ed ampliato anche dal successivo "You'll Never See" (1992) che vede anche l'abbandono da parte del bassista Jonas Torndal e che obbligherà il cantante/chitarrista Jörgen Sandström occuparsi anche delle parti di basso. Dopo l'ottimo EP "And Here I Die..Satisfied", la vena creativa dei Grave pare subìra una certa flessione negativa, come testimonia il buon "Soulless" del 1994 ed il poco ispirato "Hating Life" del 1996, che segna l'abbandono di Sandström e l'avvicendamento dietro al microfono di Lindgren (che perdura fino ai giorni nostri). Dopo l'orrendo "Extremely Rotten Live", la band decide di prendersi un periodo di riflessione che durerà fino al 1999, anno in cui la band torna ad esibirsi dal vivo assieme al bassista originale Jonas Torndal. Da qui fino ad un nuovo disco in studio il passo è breve, tanto che nel 2002 il gruppo registra "Back From The Grave", un disco che non tradisce le origini dei Grave e che si rivela nettamente superiore agli ultimi non esaltanti dischi del combo svedese. Il buono stato di salute di Ola Lindgren e compagni è inoltre testimoniato dai successivi "As Rapture Comes", "Fiendish Regression" e "Dominion VIII", mentre con l'ultimo "Burial Ground" il gruppo pare aver perso un po' dell'ispirazione del dopo reunion.
In ogni caso i Grave sono una band imprescindibile per ogni amante del death metal e sono ancora oggi alfieri di un modo di intendere questo genere che pare tenda ad essere dimenticato troppo in fretta.



A completare il quadro delle più importanti band death metal svedesi non potevano certo mancare gli Unleashed, fondati per volontà del bassista e cantante Johnny Hedlund (che tra l'altro era già transitato nei seminali e stra-imitati Nihilist) nel 1989. Ad imporli al grande pubblico è il debut album targato 1991 "Where No Life Dwells" che sin da subito mette in luce un approccio molto personale alla materia del death metal: il suono proposto dagli Unleashed infatti, pur possedendo tutti i topos del death metal svedese come parti velocissime ben sottolineate da cassa e rullante e rallentamenti soffocanti, si differenzia per una venatura epica e per delle tematiche che trattano dei miti nordici, usanza che il gruppo adotterà con maggiore sistematicità con il passare dei dischi. I successivi "Shadows In The Deep" (1992), "Across The Open Sea" (1993) e "Victory" (1995) infatti consolidano la fama degli Unleashed riuscendo a mantenere livelli qualitativi elevati, come testimoniano uscite più tecenti come "Midvinterblot", "Hammer Battalion" o[B] "Sworn Allegiance"[/B]. Il gruppo, a differenza di molte altre formazioni sue contemporanee, ha sempre goduto di grande stabilità e conseguente ha conservato una lineup piuttosto fissa che vede nel fondatore Johnny Hedlund il proprio cardine. Loro inoltre il merito di aver inserito per primi delle tematiche legate al mondo vichingo che hanno rappresentato un forte fattore di differenziazione dal resto della scena.



I Sunlight Studios

I Sunlight Studios di Stoccolma possono essere considerati l'equivalente dei Morrisound Studios di Tampa per quel che riguarda il death metal svedese: i primi a registrare il proprio demo furono i Morbid (band del celebre Yngve "Dead" Ohlin, che poi passò nelle fila dei Mayhem per fare la triste fine che tutti conosciamo), ma furono i Nihilist con il loro "Only Shreds Remain" a lanciare in maniera definitiva il tipico swedish sound. La figura chiave è quella del produttore Tomas Skogsberg, a cui in qualche misura vanno attribuiti i natali di quello che viene generalmente identificato come il "Sunlight Studios sound", vero e proprio marchio di fabbrica di album come "Left Hand Path", "Like An Everflowing Stream" e moltissimi altri. Il tipico suono del death metal svedese si caratterizza soprattutto per la sua natura "zanzarosa" e per la preponderanza delle frequenze medie, che nel caso del primissimo demo dei Nihilist fu ricavato da un semplicissimo pedale della Boss, il DS1, che non fu applicato alle sole chitarre ma a tutta la strumentazione, piatti della batteria compresi. L'idea originale venne al chitarrista Leif Cuzner, che, una volta acquistato il pedale, lo usò con tutti i settaggi al massimo. Il risultato fu stupefacente: quello che ne uscì fu un suono caldo, grezzo che nel giro di pochissimo tempo è diventato distintivo per un intero genere. O meglio, il suono del death metal.
Come detto, moltissimi sono i dischi poi divenuti classici senza tempo del genere ad essere stati egistrati ai Sunlight Studios; al seguente indirizzo è disponibile un'accurata lista di tutti gli album e demo prodotti negli studios dalla fine degli anni '80 ad oggi.
Capitolo a cura di Michele ’Coroner’ Segata