Copertina 9

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1995
Durata:39 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. INTRO
  2. AWAITING THE ABSU
  3. EMBODIMENT OF CHAOS
  4. ART OF THE DAMNED
  5. UNSEEN DARKNESS
  6. 18TH CENTURY HELLFIRE
  7. TO MEGA THERION
  8. THE CURSED MAYHEM
  9. THE BLOODFEAST

Line up

  • Mike van Mastrigt: vocals
  • Bart: guitars, bass
  • Aad Kloosterwaard: drums

Voto medio utenti

Gli olandesi Sinister tra il 1992 e il 1995 vissero uno stato di grazia compositiva che li portò a rilasciare in successione, nonostante alcuni cambi di line-up, tre fra i migliori lavori di death metal europeo.
Partiti nel 1992 con “Cross the Styx” (album d’esordio su Nuclear Blast in cui i Nostri raffinano ed “aggiornano” brani già editi in alcuni EP e 7” a cui si aggiunse del nuovo materiale) gli olandesi si confermano l’anno successivo con “Diabolical summoning”.
Nel 1995 i Sinister sono un gruppo maturo e affermato a livello internazionale, con alle spalle una etichetta diventata sinonimo di qualità per i crescenti fan del metal estremo, e il terzo album in studio è la logica conseguenza di un momento felicissimo e, a posteriori, irripetibile.
“Hate” è uno di quei lavori inattaccabili e che hanno resistito alle polveri del tempo, le cui cupe atmosfere tessute dal terzetto non si son dissolte col passare degli anni.
L’album parte con la sua canzone più lunga, “Awaiting the Absu”, un concentrato di rabbia controllata, densa come la pece più nera, e palesemente malvagia nel suo riffing cadenzato e ipnotico. Uno dei migliori pezzi death partoriti da una Europa blasfema del tempo che fu.
La successiva “Embodiment of chaos” è invece molto più diretta e “canonica”, in palese contrapposizione con l’opener, ma i cambi di tempo e le dissonanze che non possono non esser notate da un orecchio attento, rendono la misura del livello di affiatamento raggiunto dai membri della band.
La parte centrale dell’album è di ottima fattura, i brani completi nella loro varietà senza però mai cadere di intensità. “Art of the damned” (il cui riff portante rammenta uno dei gruppi favoriti della band, ovvero gli Slayer le cui influenze erano già presenti nel debut “Cross the Styx”), “Unseen Darkness” e la “ronzante” “18th century hellfire” conducono ad un altro pezzo da novanta della discografia dei Sinister, ovvero quella “To mega therion” ancora suonata – con ottimi responsi – dal vivo.
Furiosa come un tornado in una stalla, il refrain è di quelli che ancora oggi si ricordano dopo anni. E, tenendo conto che stiamo parlando di death metal e non di hard rock, la positività di un elemento simile è sorprendente.
Il finale di “Hate” mantiene ancora alti i livelli di qualità e adrenalina: “The cursed mayhem” e “The bloodfeast” chiudono degnamente uno dei capitoli migliori del death europeo degli anni 90.
Dopo la pubblicazione di tre album in crescendo purtroppo iniziò un veloce declino per gli olandesi. Con l’uscita di “Aggressive measures” nel 1998 si capì che lo smalto non era più quello di un tempo, ma è con i successivi “Creative killings” e “Savage or grace” (in cui dietro il microfono troviamo Rachel Van Mastrigt-Heyzer, ovvero la cantante che nessuno vorrebbe trovare nella line-up di un disco) che il giocattolo si ruppe in mille pezzi.
Da questa caduta i Sinister si son ripresi, ma lo stato di grazia degli esordi rimane una chimera lontana. A noi rimangono tre lavori formidabili, album che non dovrebbero mancare nella discografia di ogni deathster di questo nome.

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 ott 2014 alle 02:02

Che bravo Corpse, che bella cosa hai ripescato! Gran disco senza punti deboli, una vero stupra-orecchie. Peccato che dopo ci sia stato il baratro fino ad Afterburner, l’ultimo che mi sia piaciuto davvero parecchio. Certo che da quelle zone ci sarebbero da “ripassare” Gorefest, Asphyx, Thanatos, God Dethroned…quanta bella roba...

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