Con il nuovo “
The Infernal Storm” l’unico a restare in piedi è ancora il leader
John McEntee, con una line-up di nuovo rivoluzionata, e se per la batteria arriva l’ottimo
Dave Culross, altrettanto non si può dire del nuovo cantante
Mike Saez, la cui voce è sì brutale ma anche monocorde.
Il disco segna la definitiva codifica del suono
Incantation, che è il solito di sempre, questa volta però declinato in un sound un po’ più intricato, con un riffing un po’ più sinistro, e oserei dire anche con un po’ di impatto in meno rispetto a “
Diabolical Conquest”.
Ancora una volta la band dà il meglio di se quando riesce a coniugare l’assalto propriamente brutal death metal con le parti doom, e da questo punto di vista il trittico centrale composto da “
Sempiternal Pandemonium”, “
Lustful Demise” e soprattutto “
Heaven Departed” mostra un sound oramai forgiato e coeso, in cui il songwriting sembra veramente intriso fino al midollo di oscurità, blasfemia e claustrofobia.
Non mancano ovviamente le parti più veloci e brutali, con il solito assalto iniziale di “
Anoit The Chosen”, ma in questi frangenti più volenti il sound degli
Incantation sembra standardizzarsi nei canoni del death metal più ordinario, certamente ben suonato e ben prodotto, ma incapace di lasciare a bocca aperta come era stato nei precedenti dischi.
“
The Infernal Storm” avvia la seconda parte di carriera degli
Incantation, ancora contraddistinta da numerosi cambi di line-up e da dischi che, pur non innovando e mantenendo saldo il trademark della band, influenzando centinaia di bands, si manterranno sempre su livelli medio/buoni.
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