Copertina 8

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1995
Durata:50 min.
Etichetta:Roadrunner

Tracklist

  1. SYMBOLIC
  2. ZERO TOLERANCE
  3. EMPTY WORDS
  4. SACRED SERENITY
  5. 1,000 EYES
  6. WITHOUT JUDGEMENT
  7. CRYSTAL MOUNTAIN
  8. MISANTHROPE
  9. PERENNIAL QUEST

Line up

  • Chuck Schuldiner: vocals, guitars
  • Bobby Koelble: guitars
  • Kelly Conlon: bass
  • Gene Hoglan: drums

Voto medio utenti

Dopo due album all'insegna del death metal più ricercato e tecnico, nel 1995 i Death (o meglio, Chuck Schuldiner ed i turnisti che lo accompagnano) danno alle stampe "Symbolic" con il quale la band americana raggiunge la piena affermazione presso il grande pubblico. E forse non è un caso che questo accada quando il gruppo decide di discostarsi parzialmente dal death metal a favore di una specie di techno-thrash con qualche inflessione death, di certo ben più "ripulito" ed apprezzabile anche al di fuori della ristretta cerchia estrema: sempre accompagnate dallo scream lancinante di Schuldiner, canzoni come "Symbolic", "Zero Tolerance", "Empty Words" e "Crystal Mountain" mantengono intatta la natura "progressiva" di "Human" e "Individual Thougth Patterns" ma la rivisitano alla luce di una maggiore ricerca melodica e di un appeal decisamente più accessibile. Riff contorti, cambi di tempo improvvisi, giochi di melodie tra le chitarre di Schuldiner e Koeldle ed il solito eccellente lavoro di fino di Hoglan alla batteria sono gli elementi vincenti di "Symbolic", ennesima cambio di pelle di un artista eclettico e versatile che ha sempre vissuta la musica come una continua ricerca e tensione verso il futuro. Unica pecca che potrebbe essere imputabile al disco è una produzione troppo fredda e pulita, decisamente adatta alla proposta musicale dei Death targati 1995, ma che inevitabilmente finisce con togliere quel calore e quella "spontaneità" che i dischi precedenti possedevano.
Al di là dei pezzi più famosi e già citati in questa stessa recensione, anche "Sacred Serenity", "1,000 Eyes", "Misanthrope", "Without Judgment" e "Perennial Quest" meritano una particolare menzione, in quanto tasselli fondamentali di un disco veramente ottimo.
Questa nuova svolta finì con il far storcere il naso ai fan di più lunga data, maggiormente legati ai trascorsi più puramente death metal del gruppo, pur consentendo ai Death di allargare notevolmente il proprio bacino di utenza. A prescindere da quale delle due fazioni voi apparteniate, è innegabile come ancora una volta Chuck Schuldiner abbia mostrato di essere tra le menti più geniali ed innovative del metal, proseguendo in maniera coerente e lucida lungo un percorso di continua crescita.



Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata
Death - Symbolic

Capolavoro

Symbolic

Uno dei dischi migliori ceh io abbia mai sentito! Avvicinarsi ai Death per me non è stato semplice.Non ho subito compreso le strutture così complicate dei loro brani.Un bel giorno quel misto di assoluta potenza,riff eccezzionali,cavalcate metalliche e melodie strepitose mi è entrato dentro.E lì è rimasto.Lo cosnidero il culmine della discografia dei Death.Symbolic è perfetto.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 nov 2011 alle 21:31

Fantastica ''Misanthrope'' da brividi la chiusura dell'album fatta di chitarre acustiche e elettriche che si intrecciano tra loro!... Altro capolavoro,secondo me il migliore insieme a ''Human''.

Inserito il 29 lug 2010 alle 15:28

@Mauro: non ho definito "freddo" il disco, bensì la produzione, sottolineando inoltre come essa sia calzante con la nuova proposta musicale dei Death :) quindi direi che siamo in disaccordo solo sul definirlo un disco death metal in senso stretto :)

Inserito il 28 lug 2010 alle 11:56

qui mi sento tranquillamente di dissentire all'analisi del piccolo Cory. questo è un disco death metal (fose l'ultimo in senso stretto dei Death) con influenze progressive ed elementi riconducibili al techno-thash. deifinire "freddo" questo disco è una bestemmia, la produzione aveva il compito di riflettere quella che era la realtà musicale della band in quel preciso momento. storcere il naso davanti al cambiamento (ma meglio sarebbe dire l'evoluzione) della creatura di Chuck significava non aver capito che erano destinati a cambiare il concetto stesso di death metal porandolo oltre il Tampa-style (genere a cui troppe band sono rimaste fedeli fino al parossismo).

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