Demonoid - Riders of The Apocalypse

Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:47 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WARGODS
  2. FIRESTORMS
  3. WITCHBURNERS
  4. 14TH CENTURY PLAGUE
  5. HUNGER MY CONSORT
  6. THE EVOCATION
  7. ARRIVAL OF THE HORSEMEN
  8. END OF OUR TIMES
  9. DEATH

Line up

  • Christofer Johnsson: vocals
  • Kristian Niemann: guitars
  • Johan Niemann: bass
  • Rickard Evensand: drums

Voto medio utenti

La Nuclear Blast punta forte su questi quattro "Cavalieri dell'Apocalisse" e fa bene, caspita se fa bene! La band in questione è di valore assoluto e il disco d'esordio non lascia davvero dubbi sul suo valore intrinseco e sul riscontro che potrà avere sul pubblico; alla batteria c'è una vecchia conoscenza dei fan dei Soilwork, Rickard Evensand, che dietro le pelli offre una notevole prestazione, senza però lasciare che il sound dei Demonoid ricalchi quanto già tracciato dalla sua band d'origine. Rickard e soci ci propongono un death metal dalle chiare influenze europee (Entombed e Dismember su tutti) con uno spiccato senso melodico negli assoli e in alcune partiture che potrebbero ricordare i primi Children of Bodom; ovviamente non mancano i riferimenti a mostri sacri come i Morbid Angel e i Death dell'ultimo periodo, tappa obbligata per chiunque si accinga a suonare death, ma la matrice è marcatamente europea. Non si tratta dell'ennesima band clone di In Flames, Soilwork o Darkane, tutt'altro: i Nostri hanno una grandissima personalità e nonostante sia il disco d'esordio il loro sound è già riconoscibile lungo le nove canzoni che compongono il lotto. Si alternano sfuriate molto veloci - quasi sempre spezzate da assoli splendidi, orecchiabili, che dimostrano un gusto fuori dal comune - a grandi cavalcate epiche, lente e cadenzate, ma pesanti come macigni; sugli scudi sicuramente la prestazione di Kristian Niemann alla sei corde che ha veramente dimostrato di possedere le carte per far emergere la sua band, per distinguerla ed elevarla: assoli e ritmiche da brividi che non temono il confronto con le grandi band del genere. Per darvi un'idea più precisa sembra di ascoltare le grandi ritmiche di Dismember o Entombed, coadiuvate dalle parti soliste degli ultimi Death. Non credo valga la pena soffermarsi sui singoli episodi che sono tutti di altissimo livello, vi basti sapere che se cercate qualcosa di veramente stimolante e di indubbio valore questo disco dovrà essere vostro. Segnatevi il nome Demonoid, parola mia, ne sentirete parlare molto e bene in un prossimo futuro.
Recensione a cura di Alessio 'Slayer' Noè

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