(05 dicembre 2017) Headbangers Ball Tour: Cavalera's brothers + Overkill - 5 Dicembre 2017 (Live di Trezzo)

Info

Provincia:MI
Costo:32€ + d.p. in prevendita, 37€ in cassa
Tradotto: Cavalera's brothers + Overkill + Insomnium + Deserted Fear

In un live praticamente vuoto, mi approssimo a vedere questo fantomatico Headbangers ball tour, nome preso da una nota trasmissione televisiva molto in voga negli anni ’90, su quella che fu Mtv, presentata da quella gran bonazza di Vanessa Warwick.
Ora la trasmissione non esiste più, o meglio quella trasmissione, ma nei miei ricordi di ragazzetto che si approccia al metal, ricordo con piacere le notti sveglio a vedere il programma, che sciorinava gruppi e musica che ancora non conoscevo; unico canale cui noi figli del bianco e nero avevamo per poter ascoltare del metal. Cosa che con l’avvento dell’internet, e di tutte le piattaforme e canali a disposizione al giorno d’oggi, si è persa un po’ quella capacità di sognare che avevamo una volta.

Ma bando a questi ricordi, che mi sembro un certo Graz nei giorni migliori. L’età avanza, ma mai la voglia di ascoltare del buon caro heavy metal.
Perché è per questo che sono qui stasera: abbiamo un trio metal che ci farà passare degli ottimi momenti. Parlo dei fratelli Cavalera, che riportano in giro i fasti di quel tanto discusso Roots, che li rese forse più popolari di quanto già non lo fossero; dei newyorkesi Overkill, forti di un nuovo ottimo album, e dei finlandesi Insomnium, dediti ad un death metal tipico delle zone dei fiordi.

Arrivo, come sempre, in ritardo al Live (causa incidente in quella maledetta tangenziale….), che gli Insomnium sono ormai a metà del loro show. Faccio in tempo ad ascoltare 4 canzoni, compresa la conclusiva e sempre bella One for sorrow. I finnici hanno una bella pacca, e il loro muro sonoro è degno di qualsiasi gruppo ben più famoso. I ragazzi ci danno dentro, le loro sonorità sono belle piene, e coinvolgono il (poco, ahimè) pubblico presente in sala. Suoni perfetti, e la band si dimostra, come già mi era capitato di vedere, compatta e in forma.

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Via i finnici, è il momento degli Overkill, band che non ha certo bisogno di una presentazione. Ormai sono passati ben 33 anni dal loro primo episodio discografico (Feel the fire), ma il quintetto è in forma, e questi anni paiono aver rafforzato la band.
Si parte subito con un estratto dal nuovo The grinding wheel, l’opener Mean, green, killing machine, e il pubblico (rimasto sempre pochino) risponde bene. Il loro show è sempre ottimo, suoni giusti, la band compatta e in palla, e un bobby Blitz sempre in guardia (nel senso che si mette proprio in guardia, come a voler affrontare il pubblico).
I suoi problemi ai polmoni lo obbligano, almeno ogni 2 pezzi, a saltare dietro al palco per prendere fiato (pare abbia anche dell’ossigeno. Sembra abbia avuto problemi con un cancro alle vie respiratorie, preso in tempo, per fortuna). La set list è abbastanza rosicata, visto la oretta scarsa in cui devo proporre il loro materiale, ma i loro colpi sono micidiali. Momento topico il finale, dove Bobby continua a dire al pubblico, a gran voce, “We don’t care what you say!”, per sentirsi dare, come risposta, la loro song di chiusura: Fuck you!
Che dire, concerto ottimo, come sempre; band sempre in palla, e che offre uno show di ottimo thrash americano. I “ragazzi”! scendono dal palco, e ci appropinquiamo ad ascoltare l’ultima band.

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Devo ammetterlo: quando uscì Roots un po’ rimasi triste. I Sepultura non sono mai stati il mio gruppo preferito, chiarisco, ma i primi album della band non si può non dire che siano delle pietre miliari di un certo thrash/death di ottimo stampo. Beh, quando uscì Roots, tutto ciò scomparve con le note della prima canzone. Quella Roots Bloody roots con cui i fratelli Cavalera aprono questa sera il loro show. Sono accompagnati da due membri dei Soulfly (il bassista sembra un Kerry King portatile, già il buon Kerry non è tutto questo pezzo d’uomo, quindi questo sembra una specie di nano da giardino incazzato nero, con barba e pantaloni camouflage), cui sono date le parti che furono degli altri due membri dei sepu (Kisser e Paulo jr.).

Diciamo che, a mio avviso, non sono male. Igor è comunque una macchina, e sa quel che fa. Max non è un grandissimo cantante, lo sappiamo tutti; e anche come strumentista non eccede per la sua bravura. Ma c’è da concedergli che come frontman, beh ci sa fare. Incita il pubblico, canta, grida, suona strani strumenti rituali. Insomma sa come creare l’atmosfera per un concerto metal. Chiaro che subito dopo gli overkill, dove la pacca e i suoni chiari sono di casa, avere tutto questo groove, con suoni (a volte) confusi, pare strano. Tutto sommato il concerto scivola via liscio, propongono tutto l’album, fatta eccezione di una cover dei Motörhead evviva!), Ace of spades, e di un pezzo dall’ultimo Cavalera’s conspirancy, Excruciating. Il finale è lasciato ad una versione accelerata di Roots bloody roots, scelta a mio avviso sbagliata, con tutti i pezzi dei sepultura che avrebbero potuto fare (visto che qui ne abbiamo 2/4 di band, non credo che se avessero proposto una Arise qualcuno avrebbe detto qualcosa….), riprendere ancora la prima song, risulta stucchevole e noioso. Ma tant’è.

Diciamo che fosse stato per me avrei invertito i Cavalera con gli Overkill, ma questi sono gusti personali. La gente pare comunque aver apprezzato questo ritorno dei due fratelli brasileri, e loro comunque sono stati calorosi, e in continua simbiosi con le loro origini italiane.

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Non so se è perché era un martedì, o perché fuori il freddo è sempre più pungente, ma c’era veramente poca gente (forse non si arrivava a 200 persone), per un concerto che aveva in cartellone dei nomi grossi della scena metal sia odierna che passata. Fatto sta che, per quanto mi riguarda, è stato meglio: poca fila al bar per la birra, e altrettanta poca fila ai bagni per scaricare la suddetta….

Saluti dal bar.
Ank
Report a cura di ank667

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