(19 novembre 2014) Machine Head - 19 Novembre 2014 (Alcatraz, Milano)

Info

Provincia:MI
Costo:€32,00+d.p., €37,00 in cassa
Vent'anni fa circa, il 25 novembre 1994, una band americana faceva il suo debutto in Italia in compagnia degli SLAYER per promuovere il proprio primo album, dal titolo "Burn My Eyes".
Dopo vent'anni e sette album in studio, quella stessa band torna in Italia da headliner e per la promozione di un nuovo album, definito dallo stesso gruppo come "il loro più grande successo in termini commerciali", entrato nella Top 20 di vendite in quasi venti Paesi differenti. Stiamo parlando di "Bloodstone & Diamonds" e dei MACHINE HEAD.

Questo report non toccherà purtroppo i gruppi di apertura, ovvero DARKEST HOUR e DIABLO BLVD, da qualche settimana annunciati come sostituti dei DEVIL YOU KNOW, non per scarso interesse o che altro, ma semplicemente perché impegni lavorativi e una convinzione sbagliata sugli orari del concerto non mi hanno permesso di arrivare al locale in tempo per guardare le loro esibizioni.

Veniamo dunque alla serata: arrivo all'Alcatraz di Milano verso le 21, e sono uno degli ultimi a varcare l'ingresso del locale, già pieno per tre quarti. Non è infatti uno show sold-out quello della band californiana, ma questo non avrà nessun impatto sulla performance dei quattro né sulla risposta del pubblico milanese.

La scenografia è già tutta allestita, il logo della band campeggia su teloni a scacchi rossi e neri, e tutta la strumentazione è al suo posto. Con qualche minuto di ritardo rispetto all'orario previsto, la formazione di Oakland sale sul palco introdotta da "Diary of a Madman" di Ozzy Osbourne, parte a bomba con la solida ed efficace "Imperium".

La prestazione è caratterizzata da suoni potentissimi, che hanno bisogno di assestarsi un pochino durante il secondo brano della scaletta, "Beautiful Mourning", ma che una volta corretti invadono la sala e trasmettono ai presenti tutta la carica necessaria per dare vita a circle pit ed headbang come se piovesse, richiesti a gran voce anche dal frontman Robb Flynn. Questi è ormai un frontman solido ed affermato, trasformato quasi in uno showman: tiene in mano la platea e la fa giostrare a suo piacimento, giocando con il pubblico a lanciare bicchieri e incitando i presenti a più riprese.

La scaletta è, come da aspettative, incentrata sul thrash e sul groove, con una serie di brani pescati dall'intera discografia della band e dediti all'headbang scatenato. Non manca qualche pausa tra un brano e l'altro, e molti ringraziamenti dello stesso Flynn al pubblico presente, che si lancia in un discorso sulla musica prima di "Darkness Within" e sulla sua importanza nella vita di ognuno di noi.

Imperium
Beautiful Mourning
Now We Die
Locust
The Blood, The Sweat, The Tears
Ten Ton Hammer
Night of Long Knives
Bite The Bullet
Darkness Within
Bulldozer
Killers & Kings
Davidian

Aesthetics of Hate
Old

Halo


Oltre a Flynn, prestazione enorme e sensazionale di Dave McClain dietro le pelli. La sua batteria è la vera vincitrice della serata, non perde un colpo ed emette una raffica di colpi che, complici i volumi molto alti, fanno quasi tremare tutto. Forse non ancora completamente affiatato con gli altri membri il bassista Jared MacEachern, entrato lo scorso anno al posto di Adam Duce, ma comunque autore di una buonissima prestazione al suo strumento e al microfono.


Ritornando alla mia introduzione, io non c'ero vent'anni fa a quello che allora si chiamava PalaTrussardi e che oggi non c'è più, ma negli ultimi sette anni ho seguito i MACHINE HEAD in quasi tutti i loro appuntamenti in terra italiana, e posso confermare come la band sia diventata una solida ed efficace realtà del mondo metal, che riesce a fornire prestazioni ottime e coinvolgenti e sempre all'altezza delle aspettative. Una certezza.


Si coglie l'occasione per ringraziare Live Nation Italia per la disponibilità.
Report a cura di Matteo ‘Teone’ Comi

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