(15 marzo 2014) Rockcult Extreme Fest II

Info

Provincia:BA
Costo:28€/22€
Il Rockcult Extreme Fest 2014 era atteso come una manna dal cielo qui nel sud dell’Italia. Un piccolo grande evento che aveva iniziato a girare sui social network già da qualche mese, e che aveva creato intorno a sé la giusta atmosfera di attesa. Nonostante avessi già visto gli headliner una decina di volte, e nonostante la troppa disparità tra i due nomi di grido e le otto band di supporto (io avrei inserito almeno un altro paio di nomi medio grandi, per rendere il tutto più fluido…), decido di organizzare la trasferta insieme ai miei fidi compari, sia per vedere finalmente all’opera gli Asphyx, sia per cambiare un po’ aria, che male non fa. Arriviamo in quel di Bari con netto anticipo rispetto all’apertura del locale. Eravamo già al corrente della bruttissima regola del Demodè di non permettere al pubblico di entrare e uscire a proprio piacimento (problema per fortuna ovviato, almeno per noi, dalla presenza del pass), quindi l’approccio non è stato dei più simpatici. Fortunatamente i nostri crucci sono stati spazzati via non appena abbiamo messo piede all’interno del locale, visto che ci siamo trovati di fronte ad uno dei più bei live club del centro sud, assolutamente all’altezza di competere con le tanto blasonate location del nord, e non solo dell’Italia. Davvero stupendo, con un grande palco, impianto, americana, un grande bancone che spillava birra a prezzi tutto sommato modici se paragonati ad esempio a quelli di Roma, un bel pit per i fotografi, ottimo backstage, graditissimo (per i fumatori) giardino all’aperto, grande spazio per gli stand. Insomma, sembrava decisamente di non trovarsi in Italia, tanto meno al sud. Il tutto assume connotati ancora più strani se aggiungiamo il fatto che gli organizzatori sono stati davvero cordiali e gli orari delle esibizioni sono stati rispettati quasi al secondo, cosa che non mi capitava dai tempi dei concerti a Napoli. Considerazioni generali a parte, direi che è il caso di iniziare ad analizzare le varie band, lasciando alle fine le conclusioni…

HUMAN DEVASTATION
Aprire un festival del genere non è mai una cosa facile… le persone presenti sono ancora poche, per lo più sono sparse in giro a bere birra o a dare un’occhiata agli stand, e quindi quelle realmente interessate alla band sono generalmente gli amici più vicini al gruppo. Ma ciononostante gli Human Devastation non si sono persi d’animo e hanno cercato, per quanto potevano, di scaldare gli animi. La loro proposta è un death/thrash particolarmente aggressivo, o, perlomeno, questo è quanto ho potuto intuire, visto che l’audio era decisamente pessimo e non lasciava ben distinguere cosa i nostri stessero realmente suonando. Prova coraggiosa e muscolare, ma un po’ incolore per i baresi, complice forse la giovane età, qualche problema tecnico e la scarsa affluenza sotto il palco. Sicuramente il quintetto ha suonato bene, ma è riuscito a coinvolgere poco, vista la staticità dei propri componenti, quindi il giudizio finale è da prendere con riserva e va rimandato alla prossima occasione…

Tracklist:
INTRO
MASS ILLUSION
REJECTED FOR SUPREMACY
ABORTIONS FROM THE SKY
SCARABS INFESTATION
REVENGE IS NEAR
HUMAN DEVASTATION

MOTHERLY SIN
Con l’ingresso on stage dei Motherly Sin le cose non migliorano poi tanto, né dal punto di vista dell’audio, né per quanto riguarda le presenze nel pit. Si percepisce, invece, la differenza per ciò che concerne l’esperienza on stage e la proposta musicale, decisamente più matura rispetto a quella dei concittadini che li hanno preceduti sul palco, anche se, soprattutto in sede live, e forse anche a causa dell’audio che continua ad essere confuso, i brani appaiono un po’ monotoni. Partiti come band symphonic black metal, i nostri hanno da tempo abbandonato quelle sonorità spostando la loro proposta prepotentemente verso il death metal. Il problema, secondo me, è che ai brani manca qualcosa che riesca a fare la differenza e a far decollare la band, nonostante le capacità singole ci siano e siano state espresse al meglio anche qui, in sede live. Per adesso nulla che possa far gridare al miracolo, e la poca gente presente sotto il palco evidentemente non può che sottolineare questa cosa…

Tracklist:
DEPRAVED HUNGER
PUTRIDITY OF BLOOD
KILL FOR BLOOD
HOLOCAUST OF THE UNDEAD
BIOMECHANICAL FLASH



SYMBOLYC
Il tempo di un veloce cambio palco (particolarità che ha caratterizzato tutto il festival, complimenti ai tecnici…), ed a salire sul palco è la prima band non pugliese della serata, i Symbolyc, alle prese, anche loro, col death metal, anche se questa volta di stampo decisamente più tecnico, ed anche leggermente più melodico. Nonostante il lavoro dei fonici continua ad essere più che mediocre, la band partenopea riesce in ogni caso ad incamerare un’ottima performance, frutto non solo dell’esperienza maturata in questi dieci anni di attività, ma anche grazie allo spessore dei brani, decisamente più interessante, e finalmente anche sotto il palco iniziano ad assieparsi più persone. A parte un paio di inediti i brani sono tratti quasi interamente dal debut album, ma a giudicare da quanto abbiamo potuto ascoltare, i nostri ci riserveranno buone sorprese con il nuovo lavoro. Il quintetto si congeda dall’audience barese dopo una mezz’ora scarsa ma intensa, che lascia il primo vero segno in questo festival.

Tracklist:
INTRO
SUFFERING
IKON
DEAD INSIDE
AD LITORA INFERNI
300 DEMONS
WINGLESS
WITHIN THE REALMS OF HUMAN AWARNESS

NEKA
Si torna a giocare in casa quando arriva il momento dei Neka e del loro butal death metal. Se avete letto con attenzione quanto scritto fin’ora, capirete bene come brutal death metal e audio pessimo non vadano decisamente d’accordo. Ed infatti nonostante tutti gli sforzi, le capacità e la convinzione messa nell’esecuzione, quella dei Neka non resta tra le più coinvolgenti della serata. Per carità, la band suona molto bene, è perfettamente calata nella parte, i brani sono validi, anche se parecchio derivativi, fatto sta, però, che in ambito live non riescono a far particolarmente presa sull’audience. Non so quanto sia dovuto all’audio impastato o all’estrema ermeticità della loro proposta, fatto sta che al di là degli apprezzamenti, dovuti, per l’esecuzione impeccabile, non ho visto particolari slanci emotivi tra i ragazzi sotto il palco. Come per le band precedenti, decisamente da rivalutare in altra sede, magari un piccolo club e con la propria strumentazione, in modo da poter apprezzare al meglio le loro peripezie tecniche…

Tracklist:
INSALUBRIOUS
THE DIAMOND
ASTONISHMENT
MUDRAS GESTURE
AMATERASU’S
A DEAD FLESH
ARCHITECT
AZEEM AMAN



HOUSEBEAKING
È giunta l’ora del secondo gruppo ‘straniero’ in scaletta, gli Housebreaking, della mia vecchia conoscenza Mariano Fontaine… Quando li vedo salire sul palco stento a riconoscerli, visto che, come mi aveva accennato lo stesso Mariano prima del concerto, è rimasto solo lui della vecchia line-up. Il gruppo di Cassino è unico esponente delle sonorità più moderne nel bill del festival, non solo per quanto riguarda l’aspetto prettamente musicale, ma anche per il loro look, visto che camicia e cravatta non fanno propriamente parte dello stile metallaro, tant’è che non sono mancati commenti poco lusinghieri nei loro riguardi. Musicalmente parlando, il loro thrash/death non spicca particolarmente per originalità, però c’è a dire che i nostri se la cavano egregiamente sul palco, sia tecnicamente che come tenuta scenica. Purtroppo neanche loro sono stati graziati dal fonico, che ha spinto le chitarre sopra tutto il resto, tagliando le frequenze basse e quindi limitando l’impatto generale. Il pubblico piano piano sta crescendo di numero, forse anche grazie alla proposta non particolarmente estrema, ma è ancora ben lungi dal raggiungere i numeri di fine serata. In ogni caso i pochi presenti sotto il palco pare abbiano apprezzato la performance dei laziali…

Tracklist:
CLANDESTINE
OUT OF YOUR BRAIN
BLESSED BE
SAINTS WAR
HOUSEBREAKING

ONICECTOMY
Terzo appuntamento per me con i simpatici brutallers baresi Onicectomy, band molto attiva sia in studio che sul fronte live. Purtroppo però, questa esibizione in particolare non credo sarà ricordata come memorabile da nessuno e la colpa è attribuibile solo in minima parte alla band. Per il genere proposto, le accortezze da tenere in un contesto live sono essenzialmente due: una discreta ‘pulizia’ del suono e un’adeguata preparazione tecnica, o quantomeno una ferocia esecutiva tale da atterrire il pubblico e lasciarlo dolorante ma contento. Partiamo da quest’ultimo aspetto: la band sa suonare, in particolare il chitarrista Angelo propone dei riff altamente rifiniti e arricchiti da sweeps, armonici e altre ‘stortezze’ tecniche, senza lesinare in violenti palm muting e slam spezzacollo. La sezione ritmica è solida, il batterista fa il suo compito senza esagerare regalando una certa omogeneità, mentre il growler Ettore interagisce molto con il pubblico, organizzando anche un ormai abusato wall of death e infilando nei pattern vocali un po’ troppi pig squeals… Questo è quello che potrei raccontare se almeno si fosse capito qualcosa di quello che usciva dagli ampli… Eh già, perché il suono elaborato questa sera dai fonici è stato qualcosa di veramente indegno: volume inspiegabilmente altissimo, chitarra impastata, la batteria un fastidioso sottofondo per un effetto finale dolorosamente inascoltabile. Mettiamoci anche alcuni brani (soprattutto quelli più vecchi) non fluidissimi ed esattamente ‘ballabili’ ed ecco che si rimane un attimo confusi… Ripeto, la band sa suonare e la apprezzo per i lavori in studio (segnalo il promo 2013) ma quello che si è visto e soprattutto sentito stasera non mi ha affatto entusiasmato. Da rivedere in un contesto più consono e che valorizzi la loro proposta, come fu il bel concerto dell’anno scorso con i Vulvectomy a Roma. (Cristian Colonna)

Tracklist:
MERCILESS CARNAL REDEMPTION
SEVERE POST TRAUMATIC STRESS DISORDER
FROM HUMAN BODT TO ABSTRACT SCULPTURE
SENIL BRAIN GOURMANDISE
VIRGIN WOMAN CANNIBALISTIC RITUAL
THE UNBORN GULASH CONTEST
BRAIN PRESSURE BREAKING SULL



TALES OF DELIRIA
Il perché i Tales of Deliria siano stati tra i più convincenti tra i gruppi di apertura è presto detto, e non ha nulla a che vedere col fatto che giocassero in casa, visto che non erano affatto l’unica band barese presente, anzi… Quindi le persone assiepate sotto il palco a seguire la loro esibizione non potevano essere certamente tutti loro amici. Erano lì perché i nostri sono davvero in gamba, e il loro thrash/death pur non facendo gridare al miracolo, dal vivo funziona molto, tant’è che, finalmente, la gente inizia a muoversi e si scatena nel primo vero pogo della serata, dopo quello solo accenntato durante l’esibizione degli Onicectomy. Scenici, consapevoli delle proprie capacità tecniche, aggressivi, alla band non manca davvero nulla per far sì che le loro esibizioni colpiscano nel segno. Se aggiungiamo che, meglio tardi che mai, il suono ha iniziato fortunatamente ad aggiustarsi, direi che gli ingredienti per un loro piccolo successo c’erano davvero tutti. La scaletta è stata incentrata quasi esclusivamente sul loro (per ora) unico album, ma nono sono mancati un paio di inediti, di cui uno ancora senza titolo. L’esperienza accumulata s’è fatta sentire, e nonostante i recenti rimpasti di line-up, i nostri sono riusciti a rapire il pubblico, facendo segnare la prima performance veramente degna di nota della serata.

Tracklist:
TOWARDS NORTH
THE ANGUISH FIXER
FORMALIN
UNDER THIS SHROUD
NEW SONG
ETHEREAL WARRIOR I
ETHEREAL WARIOR II

CANCRENA
Ci si sposta di poco da Bari, visto che i Cancrena provengono da Barletta, a pochi chilometri dal capoluogo pugliese. La sala inizia finalmente ad essere quasi completamente piena, anche se molte persone ancora continueranno ad arrivare, e, anche se siamo ormai all’ultima band di supporto, i suoni iniziano a poter essere chiamati con questo nome, e non più con quello di ‘noise’. Il quartetto ci sa davvero fare, e riesce, grazie al suo thrash metal con chiare influenze più moderne, a sconquassare l’audience, e a coinvolgerla fino in fondo. Ottima la prova del singer Frank, che oltre ad essere in possesso di un’ugola che ferisce, è anche un buon frontman, ma i suoi compari non sono certo da meno, sanno tenere la scena, e non perdono una nota mentre scalpitano sul palco. Direi, quindi, che i nostri possono ritenersi più che soddisfatti di come gli è andata la serata. Hanno portato a casa un ottimo risultato, anche se, poveri loro, suonare proprio a ridosso dei due piatti forti non è facilissimo, visto che poco prima della fine della loro esibizione la gente ha iniziato ad essere insofferente, quasi tutti ormai aspettavano gli olandesi. Ma questo è soltanto un piccolissimo neo in una performance che, insieme a quella dei compari Tales of Deliria, è stata senza dubbio la migliore tra quelle degli opening act…

Tracklist:
INTRO
THE PESSIMIST
HIDDEN DEPRAVATION
STRESSED OUT
CANCRENA
SERPENT SKIN



ASPHYX
Chiunque avesse voluto respirare il VERO death metal, quello autentico, senza contaminazioni, fatto e ispirato dai Maestri del genere, DOVEVA presenziare a questo concerto. Al di là della rarità delle apparizioni della band olandese nel nostro paese, trovarsi al cospetto di un autentico metal hero come Martin Van Drunen che incarna più di 25 anni di death metal bastava a garantire la presenza di tutti i deathsters dei dintorni! La line-up presentava un importante rimaneggiamento: lo storico drummer Bob Bagchus, unico membro originale, è rimasto a casa, come è successo più volte negli ultimi live, sostituito da Tormentor, altro metal hero proveniente dai bestiali Desaster (tra l’altro, è notizia di questi giorni l’ingresso definitivo in formazione). Dopo una lunga sequenza di suoni a dir poco pessimi mi preparo al peggio, pronto ad organizzare la rivolta se gli Asphyx dovessero venire penalizzati da un fonico maldestro, ma già in fase di soundcheck vengo tranquillizzato… Come spesso mi succede al cospetto di particolari nomi, un misto di curiosità, aspettative e semplice voglia di fare casino mi provoca lo stesso batticuore dei primi concerti, e vedere MVD che si aggira sul palco non aiuta a farmi stare calmo… Il grossissimo Tormentor si siede dietro al drumkit, non prima di aver poggiato lo smanicato in bella mostra (con toppone Asphyx) sulla batteria, espressione di un entusiasmo e una passione duri a morire! La sinistra “The quest of absurdity” avverte dell’imminente macello e poi BAM! “Vermin”! Nessun dubbio sulla qualità audio: chitarra bella ciotta, batteria secca e tutto perfettamente equalizzato! Gli Asphyx rappresentano tutto quello che manca nel death metal moderno: con due riff riescono a creare sia atmosfere paludose e macilente da accompagnare con del sano headbanging (altro che wall of death) sia un violento pit con i loro tupa tupa arrembanti, senza dimenticare una radicata attitudine metal ben rappresentata sul palco tra scapellamenti, asce accoppiate ecc. MVD avvelena l’aria con il suo inconfondibile growl maneggiando l’asta del microfono come un alabarda infernale e tra un sorrisetto e l’altro non manca di interagire con il pubblico nonostante il suo pesantissimo accento non renda il tutto comprensibilissimo… Tutto quello che mi aspettavo da una esibizione degli Asphyx è stato ampiamente ripagato, con l’aggiunta di una setlist praticamente perfetta composta esclusivamente da classici antichi e moderni: si passa da una “Deathhammer” con il refrain cantato un po’ da tutti (lacrime al: “this is true DEATH METAL you bastards!”) a una “Wasteland of terror”, senza dimenticare “Scorbutics”, “MS Bismarck”, “Forgotten war”… Quando accelerano la gente impazzisce, quando rallentano cala la fog of war in sala schiacciando tutti al suolo, unici! L’unico appunto è l’aver confinato alla chiusura le rispettive title tracks di “The rack” e “Last one on Earth”; sicuramente è una scelta ben precisa, però a mio parere confinare i momenti più doomosi alla fine del concerto ha un po’ smorzato l’effetto dirompente costruito durante tutto lo show. Stiamo comunque parlando di pezzi immortali, dalle quali decine di band attuali devote all’old school death metal attingono per forgiare il loro stile. Un gruppo ENORME che ha soddisfatto ogni aspettativa e confermato il proprio status di band superiore e meritevole di rispetto eterno! (Cristian Colonna)

Tracklist:
THE QUEST OF ABSURDITY
VERMIN
SCORBUTICS
DEATHHAMMER
MS BISMARCK
DEATH THE BRUTAL WAY
WE DOOM YOU TO DEATH
WASTERLAND OF TERROR
FORGOTTEN WAR
THE RACK
LAST ONE ON EARTH



SODOM
Il concerto degli Asphyx, come ha giustamente sottolineato il mio amico Cristian, è stato veramente devastante. Ne consegue che non era certo cosa facile salire sul palco e risultare altrettanto convincenti. D’altra parte stiamo pur sempre parlando dei Sodom, di certo non gli ultimi arrivati, ed è per questo che senza alcun timore i nostri salgono on stage ed iniziano a macinare classici su classici, scatenando l’inferno nel pit. Quando si ha alle spalle una carriera trentennale si gioca sul sicuro, si hanno a disposizione così tante hit che è impossibile sbagliare. La lunghissima scaletta, infatti, ha pescato senza timori un po’ da tutti gli album che hanno segnato la carriera dei tedeschi, pur se fortemente rimaneggiata rispetto a quella ufficiale riportata qui in basso (ulteriore segno della grandezza della band, che può permettersi di improvvisare on stage a seconda dell’umore del pubblico). Ecco quindi che il mitico Onkel Tom ci traghetta nella bolgia infernale con pezzi ormai divenuti mitici come “Blasphemer”, “Outbreak of evil” (stranamente inserita tra i primi pezzi), “Agent orange”, “Sodomy and lust” e l’immancabile “Ausgebombt”, affiancati tanto da classici della seconda era, tra cui “Remember the fallen”, “M-16” o “Among the weirdcong”, quanto da pezzi dell’ultim’ora divenuti già dei piccoli classici del loro repertorio, come “Stigmatized”, “S.O.D.O.M.” o “In war and pieces”. Immancabile, naturalmente, la cover di “Iron fist” dei tanto amati, da Tom, Motorhead, a dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, della semplicità e dell’umiltà della band di Gelsenkirchen, che ancora oggi si diverte da matti sul palco. Ed è stato proprio questo l’elemento principale dello show: come nel caso degli Asphyx, il trio ancora prova divertimento in quello che fa, e soprattutto non ha assolutamente mire da rockstar, mantenendo un atteggiamento amichevole nei confronti del pubblico, affatto distaccato, cosa che crea un legame speciale, ricambiato, dai metal kids accorsi in quel di Bari, con una risposta calorosissima e un pogo micidiale. Se proprio vogliamo trovare un neo nell’esibizione della band, direi che è stata leggermente dispersiva. Forse se fosse stata leggermente più corta e compatta avrebbe colpito di più. Ma stiamo parlando di particolari che hanno scalfito di pochissimo quanto proposto dai nostri. Per il resto, solita prova magistrale di Barnemann, ottimo anche il “nuovo” acquisto Makka, orami pienamente a suo agio dietro le pelli, e immancabile prova di forza e carisma da parte di Onkel Tom, che senza particolari fronzoli o trovate sceniche riesce a tenere in mano un’intera platea (che ora ha raggiunto cifre davvero ragguardevoli per quanto riguarda il numero di presenti in sala…). Questa sera abbiamo avuto la dimostrazione tangibile della vitalità della band, ancora lungi dal gettare la spugna, ancora in grado di scatenare l’inferno, e di tenere testa a chiunque, Asphyx in primis, anche se forse, alla fine dei conti, gli olandesi risulteranno vincitori, pur se al photo finish. L’ottima conclusione di un festival gradevole sotto tutti gli aspetti, e che non poteva pretendere headliner migliori…

Tracklist:
FINAL BULLET
AN EYE FOR AN EYE
OUTBREAK OF EVIL
M-16
S.O.D.O.M.
BURST COMMAND
PROSELYTISM REAL
THE ART OF KILLING
POETRY
I'M THE WAR
AMONG THE WEIRDCONG
THE VICE OF KILLING
BLASPHEMER
STIGMATIZED
AGENT ORANGE
SODOMIZED
AUSGEBOMBT
INTO THE SKIES OF WAR
CITY OF GOD
REMEMBER THE FALLEN
SODOMY & LUST
IN WAR AND PIECES
BIRD/SAW
STALINHAGEL



Come già detto in apertura, tutto è filato liscio… Ottima l’organizzazione di Rockcult (ringrazio ufficialmente Antonello Maggi e i suoi compari Flavio, Vittorio e Saverio di Metal Symposium), ottima la location (salvo per il problema del “sequestro di persona” di cui abbiamo già parlato), e ottima anche l’affluenza di pubblico, che in prossimità dell’arrivo dei due nomi di grido ha raggiunto un numero davvero ragguardevole, contribuendo a creare un’atmosfera molto festosa, e confermando quella pugliese come una delle migliori scene del centro sud, sia per quanto riguarda il numero di band locali, sia per quanto riguarda il seguito dei metal kids. Se non fosse stato per i problemi di audio patiti dalle prime band ora starei parlando di questo Rockcult Extreme Fest 2014 davvero come di un evento, ma sono cose che capitano, e sono sicuro, che i nostri riusciranno a risolverle per la prossima edizione, o in occasione dell’altro festival programmato per Maggio che vedrà G.B.H., Extreme Noise Terror, Raw Power ed altri invadere il Demodè Club… Tra le band presenti sicuramente una menzione particolare per i Tales of Deliria, i Cancrena e i Symbolic, una spanna più in alto degli altri, oltre naturalmente che per i Sodom, sempre micidiali, e per gli Asphyx, veramente devastanti in sede live. Visto che alla fine degli show in una sala attigua c’era un DJ rock, buona parte di noi si è trasferita lì, per un’oretta abbondante di divertimento, mentre i più maniaci scattavano foto e si facevano firmare autografi dai loro beniamini, assolutamente disponibili (Asphyx in primis…). A notte fonda ci siamo rimessi in macchina e siamo ripartiti alla volta di Campobasso, consapevoli che sacrifici del genere vengono sempre ben ripagati quando ci si trova al cospetto di gruppi come quelli di stasera. Prima di chiudere, un ultimo ringraziamento a Cristian Colonna per i report di Asphyx e Onycectomy, e un arrivederci ai G.B.H.… Metal.it non mancherà…

FOTO: Roberto Alfieri
Report a cura di Roberto Alfieri

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 apr 2014 alle 11:13

esattamente.... volevo solo dire che a rendere ottimo il festival ha contribuito anche la gentilezza degli organizzatori, dato che spesso si ha a che fare con gente di ben altro stampo... ho sbagliato ad inserirlo in quel periodo, perchè effettivamente così sembra che mi stupisca del fatto che lo siano, stando al sud. ma, ripeto, non era questa la mia intenzione...

Inserito il 02 apr 2014 alle 09:34

secondo me intendeva che spesso gli organizzatori non brillano per gentilezza e disponibilità...in tutto il mondo ;) per fortuna ci sono le eccezioni (sempre di più negli ultimi anni, a dire il vero)

Inserito il 02 apr 2014 alle 01:41

hai ragione, rileggendolo forse ho espresso male il concetto... in ogni caso non voleva essere assolutamente una considerazione razzista, tanto più che sono anche io del sud, quindi figuriamoci :)