(20 ottobre 2012) Voivod@Bloom, Mezzago (MI) - 20/10/2012

Info

Provincia:MI
Costo:€ 20,00
V-O-I-V-O-D!! V-O-I-V-O-D!!
Hem, scusate... Ho iniziato prima ancora di essere al Bloom e, dopo la visione di cotanta gloria, non riesco più a smettere.
Accompagnata da un colpevolmente scettico Alex Slope, che, però, si offre gentilmente di fare le foto, arrivati sul posto, ci rendiamo subito conto di due cose. Primo: è una serata retrò. L'età media dei fan della prima ora è dai trenta agli 'anta, anche se osservo parecchi ragazzi giovani; saranno loro ad animare le prime file con il pogo selvaggio e l'head banging. Anche le mise sono quelle "classiche", quelle di prima del trucco e degli accessori fashion: magliette di bands come Overkill, Saint Vitus, Exodus, giubbotti con le toppe, anfibi... Sentiamo perfino vecchi, in questo caso sciocchi, discorsi del tipo: "hai visto quanti metallari senza capelli lunghi questa sera?". Già questo colpo d'occhio scalda il cuore, fa sentire come di essere tornati a casa. Seconda cosa: sarà che è sabato ma pare che anche una rappresentanza distaccata degli imbecilli sia presente. All'ingresso un gruppo di ubriachi urla frasi cretine, infastidendo gli altri.
Durante il concerto ne vedrò altri due: uno quasi svenuto su un ampli del palco, che continuerà a farci cadere sopra la birra del suo bicchiere; l'altro, con un vistoso taglio sanguinante in fronte, che cercherà di attaccare briga e continuerà a muovere un altro ampli sul palco, costringendo un roadie a spostarlo. Poi un tizio che di continuo si getta sulla folla, facendosi lanciare sul già piccolo palco e andandosi a scontrare anche con Blacky. Anche il Bloom sembra rimasto come i locali in cui ho iniziato a vedere i concerti nei primi anni '90/ fine '80. Piccolo, caldo e sudato quando si riempie; il palco è piccolo anche lui, senza una transenna intorno, e, per sfruttare lo spazio anche minimo, la gente si può assiepare anche ai lati, arrivando quasi a sedercisi sopra. Acustica non eccezionale; bagni che consistono di una sola toilet per uomini ed una per donne con conseguenti file. Ad inizio serata l'odore è già notevole; a metà serata ogni volta che ne aprivano le porte la stanza si riempiva di effluvi mefitici. E' inevitabile pensare che la fama di questo posto viva sugli allori di un passato in cui questo era il target di un live club, salvo eccezioni.



Come opener in questo tour europeo avrebbero dovuto esserci i finlandesi Unkind, ma a causa di un infortunio ad uno dei membri della band hanno dovuto rinunciare, sostituiti dai nostrani Rise Above Dead. Essendo stati chiamati all'ultimo momento il cantante Andrea Rondanini non ha potuto essere presente e la mezz'ora di concerto è diventata interamente strumentale. Al loro esordio con l'album Stellar Filth, mi hanno ricordato nomi come Fall Of Efafra, con brani lunghi, complessi, ricchi di cambi di tempo, dalle atmosfere alienanti e post moderne. Purtroppo, proprio a causa della mancanza della voce, questo tipo di musica alla lunga diventa poco fruibile e noto più di una persona con lo sguardo fisso nel vuoto.




Il Bloom è praticamente pieno. Ho la sensazione che i Voivod siano più apprezzati adesso di quanto lo siano stati in passato, probabilmente perché sono sempre stati più avanti del tempo in cui i loro dischi uscivano, con un sound che adesso vive nella sua epoca giusta. Si presentano sul palco sono quattro signori sulla cinquantina con gli inevitabili segni del tempo, eccezion fatta per Away, che, rughe a parte, mantiene la sua aria da intellettuale: magro, con i capelli medio lunghi dalle ciocche bianche sul davanti, scarpe da ginnastica e maglietta metal. In barba all'età, l'energia che sprigionano lascia tutti a bocca aperta. Blacky è out of control: salta ovunque, sale sugli ampli, ha le movenze ciondolanti ed anarchiche dei vecchi punk unite all'atteggiamento dei vecchi thrasher. Ingaggia dei corpo a corpo con il chitarrista Chewy, che, trascinato dal compagno, si lancia anche lui in scatenate pose metal. Ormai non è più un nuovo ingresso ma è inserito perfettamente nella band, ha conquistato il cuore dei fan con la sua simpatia e tecnicamente è in grado di eseguire le canzoni composte dal compianto Piggy. Per valutare quale sarà la portata del suo contributo compositivo, dovremo attendere di ascoltare per intero il nuovo Target Earth, il primo album composto completamente senza utilizzare materiale scritto a suo tempo da Piggy. Snake si muove poco ma ha un carisma del tutto particolare. Gli basta stringersi su se stesso, come se fosse davvero perso nello spazio, fare uno sguardo straniato per comunicare perfettamente il senso della musica. Parla con la gente, sorride... E' intelligente: sa sfruttare al meglio il suo fisico attuale e la sua voce: banditi i brani cantati originariamente da Forrest per le evidenti differenze vocali, il pezzo più recente proposto è da The Outer Limits del 1993. Il tono è sempre quello: sarcastico, stralunato, di evidente estrazione punk, e non ha perso nulla in potenza. La band visibilmente si diverte, l'amore dei fan la investe e le da la carica. Away dal suo angolino dietro la batteria, semi nascosto dal fumo, picchia sulle pelli con fare da giovincello punk. Si parte subito a rotta di collo con i classici Voivod e Ripping Headaches, per rallentare un attimo con la title track del nuovo album, che unisce le atmosfere più cupe del periodo senza Snake al futurismo di Nothingface. Sempre da Target Earth arrivano il nuovo singolo Mechanical Mind, a metà fra Voivod e The Outher Limits e Kluskap O’Kom, live song d'impatto. Superba Jack Luminous, piece di quasi venti minuti. Durante il bis arriva la bellissima Astronomy Domine, cover dei Pink Floyd... "Blinding signs flap flicker flicker..."... Momento di commozione, quando viene dedicata a Piggy. Complice anche l'acustica del posto, a risaltare sono le componenti thrash e punk, che rendono molti pezzi quasi un incitamento a farsi del male, pogando selvaggiamente e scuotendo la testa fino ad assomigliare a Tiramolla. Imponenti, tanto che il buon Alex, dopo aver deciso che dovrà farsi dire che tipo di vitamine prendano per reggere uno spettacolo di tale portata, se ne va visibilmente impressionato e redento dall'iniziale scetticismo. Io mi faccio una foto con il gentilissimo Away e mi resta un sorriso ebete... Alla fine i fan hanno consegnato alla band una bandiera italiana con sopra il loro logo e Snake e soci, contentissimi, hanno sfilato sul palco.

Setlist:
Voivod
Ripping Headaches
Target Earth
The Prow
Forgotten in Space
Mechanical Mind
Nothingface
Jack Luminous
Kluskap O'Kom
Psychic Vacuum

Encore:
Tribal Convictions
Astronomy Domine (Pink Floyd cover)
Report a cura di Laura Archini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 ott 2012 alle 16:34

Che band della madonna, i Voivod.