(27 marzo 2010) Kamelot + Leaves' Eyes + Adagio - Paradiso, Amsterdam, 27/03/2010

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Provincia:non disponibile
Costo:22,50
C’è il pubblico delle grandi occasioni al Paradiso, storico locale nel centro di una Amsterdam bellissima e magica. L’atmosfera è delle più belle, con stuoli di metalheads a fianco a famigliole con padri, madri e figli anche piccolini, o coppiette di 50enni con la loro brava maglietta dei Kamelot! Tutto intriso di calma, serenità ed allegria come solo fuori dal nostro marcio stivale è possibile. Apertisi i cancelli con un po’ di ritardo, ci troviamo a prender posto in galleria, proprio al centro, postazione ottima per visuale ed audio, dalla quale mi potrò godere tutto lo show in santa pace.

E passano solo pochi minuti prima che le luci vadano giù e facciano il loro ingresso sul palco i francesi Adagio, dark prog metal band accompagnata stasera alla voce nientemeno che da Mats Leven! I francesi sciorinano una prestazione MOSTRUOSA, facendo saltare sul posto più di una persona quanto a bravura, aggressività e bellezza delle composizioni presentate, quasi tutte a supporto dell’ultimo nato “Archangels in Black”. Circa 35 minuti a disposizione degli Adagio, che ne fanno un uso più che buono, conquistando una gran fetta dell’audience presente!

Un rapido cambio di palco ed ecco arrivare i Leaves’ Eyes, gothic metal band nota ai più per la biondissima Liv Kristine, singer che dal vivo mi delude non poco, complice una vocina lirica e dolcissima, ma che un po’ stona in un contesto così pesantemente metal. La band si esibisce comunque molto bene, grazie anche alle doti da intrattenitore di Alexander Krull, un uomo dai capelli lunghissimi e dal growl potente! 50 minuti scarsi, durante i quali la brava Liv dà il suo meglio, sostenuta da una band statica ma precisa. Non mi ha entusiasmato, vi dico la verità, ma ad onor del vero il pubblico ha gradito. Chapeau.

Non più d’un quarto d’ora basta ai solerti tecnici dello staff per mettere a posto il palco per i Kamelot, e nel frattempo il Paradiso sembra l'inferno, tanto straborda di gente. Il concerto è sold out, ed il popolo olandese scalpita per vedere i propri beniamini, alle prese con un tour “anticipatore” del nuovo album, probabilmente intitolato “The Great Pandemonium”, che vedrà la luce a giugno, stando alle parole dello stesso Khan dal palco. E così, quando le luci vanno giù, la folla comincia a rumoreggiare, e si parte con una "Ghost Opera" da brividi! La band è in formissima, l’impianto audio un po’ meno, farà le bizze per tutto il concerto, restituendo la voce di Kahn spesso troppo bassa, soprattutto nelle parti meno acute, e concedendo anche qualche bel fischio dai monitor, per la “gioia” del sottoscritto e degli altri! Ciò nonostante, lo show è davvero potente, complice un impianto luci stupendo, giochi pirotecnici, danzatrici del ventre e fasci laser! Davvero memorabile, a maggio regione se si tiene conto di una scaletta assolutamente imprevista e nuova, che lascia fuori qualche classico, ma che presenta ben due brani estratti dal nuovo album: “The Great Pandemonium” è molto prog nell’incedere, ma ha un ritornello a doppia cassa “ad elicottero”, gustoso; “Hunter’s Season” è il classico pezzo “alla Kamelot”, ma non mi ha convinto più di tanto, sembrava molto scontato e poco orecchiabile… lo risentiremo con calma al più presto.

Molte le chicche di una setlist piacevole, tra cui la lenta e bellissima “A Sailorman’s Hymn” (da “The Fourth Legacy”), “Pendulous Fall”, una stupenda “Memento Mori”, oltre ai grandi cavalli di battaglia come “Forever”, “Center of the Universe”, “The Haunting” (bello il duetto con la vocalist Elyze Ryd, cantante degli Amaranthe che tra poco andranno in tour con i Kamelot), e la conclusiva, immancabile “March of Mephisto”, piena di fuochi, bordate di luci e due percussioniste in costume a scandire il ritmo marziale del brano.

Insomma, a tirar le somme è stato l’ennesimo concerto praticamente perfetto di Khan e soci. Unico neo per quei problemi all’impianto (anche il mostruoso Casey Grillo si è fatto mezzo concerto con il tecnico a sistemargli la batteria, serata storta, capita), ma i Kamelot hanno dimostrato ancora una volta di essere una mostruosa macchina da show.


KAMELOT SETLIST

1. Ghost Opera
2. EdenEcho
3. The Great Pandemonium
4. Moonlight
5. Center of the Universe
6. A Sailorman's Hymn
7. Instrumental jam session
8 Pendulous Fall
9. When the Lights are Down
10. Keyboard Solo
11. The Haunting (Somewhere in Time)
12. Hunter's Season
13. Rule the World
14. Drum Solo
15. Forever
Encore:
16. Memento Mori
17. Season's End
Encore 2:
18. March of Mephisto

Report a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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