(11 maggio 2007) Gotthard, La Birraria, Mendrisio, CH, 11 maggio 2007

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Il tour di “Domino Effect” sta per partire, e la band elvetica è impegnata in alcune date di riscaldamento in piccoli locali, prima del grande inizio nelle arene, previsto per il 16 maggio a Berna.

La data di Mendrisio è stata aggiunta solo all’ultimo momento, e data la straordinaria vicinanza geografica al luogo in cui vivo, ho pensato che sarebbe stato molto meglio presenziare in quest’occasione, piuttosto che sobbarcarsi un viaggio fino a Lucerna…

La Birraria è un bellissimo locale adibito a ristorante, in cui la birra (buona!) viene prodotta dagli stessi gestori. I Gotthard sono capitati qui per festeggiare i cinque anni di apertura, e sin dal mio arrivo capisco quale fortuna straordinaria toccherà ai fan presenti questa sera: il palco minuscolo e il posto piuttosto piccolo, con gran parte dello spazio occupato dai tavoli, rendono l’atmosfera assolutamente intima, e la possibilità di vedere all’opera qui dentro un gruppo solito a calcare palchi ben più grandi e prestigiosi non è cosa di tutti i giorni. Poco prima dell’inizio sono riuscito a salutare velocemente Leo Leoni (che si stava dirigendo nel backstage dopo aver cenato come un normale avventore del posto), il quale mi ha rivelato di non sapere ancora se la scaletta di stasera sarà quella che verrà proposta durante il tour, ma che molto probabilmente lo show vero e proprio sarebbe stato leggermente più lungo.

Pochi minuti dopo le ventidue, con il pubblico stipato all’inverosimile, i Gotthard fanno il loro ingresso sul palco: Steve saluta e poi via in quarta con “Master of illusion”, opener del nuovo “Domino effect”. L’impatto è subito devastante: il volume è altissimo e sebbene la prima fila non sia proprio la posizione ideale per distinguere il tutto con chiarezza, mi è sembrato che i vari strumenti e la voce di Steve fossero bilanciati a dovere.

La band poi è carica all’inverosimile: sarà anche solo una data da riscaldamento, ma i sei hanno tutta l’intenzione di fare bene, di divertirsi e di far divertire. Steve ironizza sul fatto che in Ticino non hanno mai avuto un gran seguito (“Mi fa piacere vedere tutte queste facce sorridenti” ha detto poco dopo l’inizio “Questa sera ci prendiamo una bella rivincita!”), e ringrazia il pubblico presente, annunciando che “Domino effect” ha già raggiunto la prima posizione delle charts elvetiche.

Il resto è tutta una grande festa rock, la cui colonna sonora non può che essere composta dalle migliori perle del repertorio Gotthard: “Top of the world”, “Sister moon”, la celeberrima “One life, one soul” (come al solito da brividi!), la devastante “All we are”, infiammano i presenti e rendono incandescente la già alta temperatura del locale.

Già da questa sera sono tanti i pezzi del nuovo album dati in pasto al pubblico: le rocciose “And the oscar goes to you”, e “Gone too far” la semi ballad “Letter to a friend”, “Come alive”, che fa ballare tutti col suo groove irresistibile e offre l’occasione di un bella gara di improvvisazioni tra Leo Leoni e il tastierista Niccolò Fragile. Non poteva mancare “The call”, nuovo e meraviglioso hit single che tutti ovviamente cantano a squarciagola e che dal vivo ha comprensibilmente un tiro molto più rock.

In generale è evidente che i nuovi brani, pur avendo un approccio diverso rispetto al solito Gotthard style, dal vivo si amalgamano alla perfezione col vecchio repertorio: una vera garanzia per uno show che non ha conosciuto alcun calo di tensione.

Il tempo vola quando ci si diverte, e allora ecco che giunge presto il momento dei saluti: per fortuna che la band ha lasciato alla fine le sue cartucce migliori. Straordinarie le versioni di “Hush” e “Lift U up”, mentre la solita “Heaven” costituisce un perfetto intermezzo romantico per tirare il fiato.
I bis sono purtroppo solo due: una straordinaria versione per piano e voce della ballata “Falling” (con uno Steve Lee magistrale dietro al microfono!) apre la strada al gran finale di “Domino effect”, che scatena una bolgia indefinibile non solo sotto il palco dove un bel po’ di gente si è lasciata andare e balla in piedi sui tavoli.

Che sia un’arena da cinquemila posti o un piccolo pub come stasera, non c’è differenza: i Gotthard mettono tutto a ferro e fuoco! Unico difetto, se proprio vogliamo dirlo, è stata la setlist eccessivamente prevedibile, ma sarebbe un cercare il pelo nell’uovo a quello che è stato un concerto davvero straordinario,del tutto degno di quella che è a tutt’oggi una delle migliori live band del pianeta.

Chi non c’era non può immaginare che cosa si sia perso: ragazzi, sarà meglio iniziare a tempestare di mail il sito della Live, non vorrete mica che tutto il “Domino effect tour” trascorra senza mettere piede in Italia, vero?


Setlist:

Master of illusion
Gone too far
Anytime, Anywhere
The call
Top of the world
I wonder
One life, one soul
All we are
Dream on
Letter to a friend
Sister moon
And the oscar goes to you
Come alive
Hush
Heaven
Lift U up
Falling
Domino effect

Report a cura di Luca Franceschini

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