Copertina 9

Info

Anno di uscita:2012
Durata:45 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. SOLITARY ONE
  2. CRUCIFY
  3. FEAR OF IMPENDING HELL
  4. HONESTY IN DEATH
  5. THEORIES FROM ANOTHER WORLD
  6. IN THIS WE DWELL
  7. TO THE DARKNESS
  8. TRAGIC IDOL
  9. WORTH FIGHTING FOR
  10. THE GLORIOUS END

Line up

  • Nick Holmes: Vocals
  • Stephen Edmondson: Bass
  • Gregor Mackintosh: Guitars
  • Aaron Aedy: Guitars
  • Adrian Erlandsson: Drums

Voto medio utenti

Effetto macchina del tempo... “Tragic Idol”, dio benedica QUESTI Paradise Lost, mi riporta ai miei primi ardori tardo-adolescenziali, quando, sotto la spinta di “Icon” e “Draconian Times” mettevo in piedi il mio primo gruppo metal, biecamente influenzato dal combo di Holmes e soci. Detta in due parole, i Paradise Lost sono tornati col botto.

A tre anni dal promettente ma forse un po’ troppo monocorde “Faith Divides us, Death Unites us”, la band britannica ritrova la perfetta quadratura del cerchio, riuscendo in una sorta di mezzo miracolo. Sì, perché il nuovo album è il perfetto trait d’union tra le produzioni moderne ed un passato grande, enorme, a volte insostenibile, che ha fatto dei Paradise Lost i padri di un certo gothic/doom, magari non creato da Mackintosh e soci, ma di certo da loro ‘istituzionalizzato’ e reso grande. Il nuovo album riesce miracolosamente a pescare proprio in quegli anni, saltando a pié pari la parentesi sperimentale/elettronica ed andando alle radici del sound dei Paradise Lost: una tristezza, una pesantezza, un senso di oscura solennità vi pervaderà dalla prima nota di “Solitary One” fino all’ultimo sussurro di “The Glorious End”, titolo quantomai azzeccato per chiudere un album praticamente perfetto, dal primo all’ultimo brano, stupenda copertina inclusa. Non un solo di Greg, non un ruggito di Nick Holmes vi sembreranno meno di quanto sognavate, e la produzione cristallina non fa altro che esaltare un lavoro in studio che rasenta la perfezione: i brani si attestano tutti sui 4-5 minuti, poche pugnette, ed una manciata di songs da brividi lungo la schiena. Non ci ho ancora provato, ma penso che ascoltarlo di notte possa dare un senso di inquietudine quasi insostenibile...

Potrei spararvi una recensione di due chilometri, e sapete quanto ne sia capace (!), ma qui avrei ben poco da aggiungere: se amate i Paradise Lost, se sapete chi siano questi cinque signori, se avete una minima idea della portata storica di questa band, andate di corsa a comprare “Tragic Idol”, un monumento al Metallo Oscuro.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino
4 centro di fila

Niente da dire, disco magnifico. Scritto, suonato e prodotto da Dio come al solito. Un pezzone meglio dell'altro, citarne alcuni oscurando gli altri è un delitto ma episodi come la opener, Fear of Impending Hell, Honesty in Death o la title track ti si stampano in mente in modo indelebile fin dal primo ascolto.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 mag 2012 alle 20:54

d'accordissimo con la recensione del Graz, e ancora di più sul discorso concerti ed altro legato al metallaro medio!!! disco per me tra 8 e 9, dunque bravi redattori di metal.it, sempre i migliori!!! \m/

Inserito il 11 mag 2012 alle 20:38

Grandissimo album!!!

Inserito il 11 mag 2012 alle 17:56

Non vi nascondo che mezzo punto in più me l'ha strappato il sollievo di vedere uno dei gruppi della mia giovinezza tornare in maniera convincente, invece di smer*arsi come tanti altri...

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