(18 aprile 2016) Ensiferum + Fleshgod Apocalypse + Heidra @ Fabrique (MI)

Info

Provincia:MI
Costo:€ 30,00
A distanza di circa un anno dalla loro ultima visita, gli Ensiferum ritornano in Italia con il loro “Return To The One Man Army Tour”. La seconda tranche di questo tour europeo, volta a supportare l’ultimo disco del quintetto finlandese, “One Man Army”, uscito lo scorso anno, fa capolino questa volta al Fabrique di Milano, neonato locale che, in poco più di un anno, ha portato sul proprio palco la creme della creme del panorama metal mondiale. L’evento, che fine a serata toccherà ben circa 200 paganti, era da mesi segnato sul calendario da tutti i fan dell’ensemble finnico (durante il pomeriggio abbiamo avuto modo anche di fare la conoscenza di alcuni ragazzi venuti direttamente dalla Norvegia per assistere al concerto, ndr) che, per l’occasione, ha portato sul palco meneghino due special guest di tutto rispetto: i nostrani Fleshgod Apocalypse e i danesi Heidra.

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Testo e gallery di Arianna G.


Smaltita la fila e varcata la soglia del locale, i fedelissimi prendono possesso della posizione a loro più favorevole, pronti a godere di uno show che da lì a breve ci regalerà delle belle sorprese. Sono circa le 20 quando gli Heidra fanno il loro ingresso sul palco. Seppur musicalmente attivi da una decade, i danesi erano pressoché considerati ancora una grossa incognita, data la scarsa notorietà a livello europeo, ma questa sera i cinque musicisti hanno modo di far conoscere la loro proposta musicale ad un pubblico più vasto. Il loro death/folk metal, infatti, fa la gioia di una grande fetta di pubblico, pronto ad accompagnare il quintetto di Copenhagen dimostrando un entusiasmo veramente encomiabile. Nella brevissima mezzora messa a propria disposizione, la band propone una manciata di brani tratti dall’EP d’esordio “Sworn to Vengeance” (2012) e “Awaiting Dawn”, uscito un paio di anni fa. Già dall’esecuzione della titletrack di questa ultima release, primo brano in scaletta, la risposta del pubblico è molto chiara (ci è parso di capire che alcuni, pochissimi “eletti” avessero presenziato allo show solo per dimostrare il proprio supporto a questa band); d’altro canto, anche il feedback della band non si è fatto attendere: nonostante fossero solo degli opener, i musicisti hanno esternato la propria contentezza applaudendo a più riprese il pubblico, in particolar modo il cantante Morten Bryld è rimasto piacevolmente sorpreso dalla partecipazione dei presenti, dimostrando una grinta e un carisma che in pochi, oggi giorno, saprebbero sfoggiare con così grande naturalezza. Da sottolineare anche il valido apporto della coppia d’asce Martin W. Jensen e Carlos G.R., la loro esecuzione tecnica ha brillato per i rispettivi virtuosismi e assoli che hanno lasciato basiti tutti quanti. Una vera, piacevole scoperta questi Heidra, che si portano a casa nuovi fan e che, in poco tempo, hanno saputo scaldare a dovere un pubblico sì impaziente di vedere gli headliner sul palco, ma rispettoso e gradevolmente sorpreso di aver assistito ad una performance soddisfacente.

Scaletta: Awaiting Dawn / Witch of Prophecy / The Eyes of Giants / Betrayal / Sworn to Vengeance / Wolfborn

Ancora elettrizzati dalla grandiosa performance fornita dai danesi, i fan si preparano psicologicamente e fisicamente per la seconda band in cartellone. Tocca, infatti, ai nostri “puro sangue” Fleshgod Apocalypse dare inizio alle danze. Ogni volta che la band annuncia uno show in patria, l’emozione che ne scaturisce è veramente tanta, dal momento che è pressoché difficile, se non quasi impossibile, godere di una performance italiana da parte del combo tricolore, vista l’enorme notorietà guadagnata al di fuori dello stivale. Presenziare, quindi, a questo nuovo appuntamento live era doveroso, in quanto, si sa, la buona musica va sempre supportata a prescindere. Freschissimi di pubblicazione con il loro quarto album, “King”, questa sera la band di Tommaso Riccardi ha modo di proporre uno show nello show (impossibile calcolare le effettive ed innumerevoli volte in cui questi ragazzi sono stati in grado di regalarmi brividi lungo la schiena con annessa pelle d’oca). Accompagnati dalla bravissima Veronica Bordacchini, che in questa sede live sarà purtroppo lievemente penalizzata a causa di alcuni problemi tecnici, la band presenta ben 4 pezzi tratti dall’ultima release, che nell’arco di pochi mesi, è riuscita a raccogliere giudizi molto più che positivi dalla stampa specializzata. Seppur etichettati come “l’unica band fuori dal coro”, come ci ha rivelato lo stesso frontman in sede d’intervista, i Fleshgod questa sera hanno modo di incantare un’audience che, in parte, sembra trovarsi un attimo spaesata, forse complice il fatto che la band non rientra esattamente nella stessa proposta musicale delle band in cartellone. Fa specie vedere tra il pubblico lo sgomento (e, diciamocelo, un po’ d’ignoranza) verso la band, visto l’enorme successo riscosso all’estero; eppure si poteva leggere sui volti della gente la curiosità, la felicità e l’emozione di assistere a qualcosa che fosse ben più di un normale concerto. Chi ha visto i Fleshgod dal vivo sa certamente di che cosa sto parlando, quando si assiste ad un loro concerto, i dubbi e i pregiudizi rimangono rinchiusi in un cassetto, perché la musica si impadronisce di tutto quanto. Non parliamo di una semplice performance, si tratta più che altro di una sorta di spettacolo teatrale. I costumi, le luci, gli strumenti e l’atmosfera stessa rendono lo show stesso un’opera teatrale. La stessa percezione, infatti, è visibile sui volti di alcuni astanti posti lungo la transenna: alcune sparute persone che conoscevano già la band si sono persino commosse, come la sottoscritta, durante l’esecuzione di un paio di brani tratti da “Agony”, come “The Violation” e “The Forsaking”, brano scelto da anni, ormai, come degna conclusione di un ottimo set; in particolar modo quest’ultimo pezzo, la cui esecuzione dal vivo acquista maggior efficacia grazie alle magiche note suonate dalla maestria di Francesco Ferrini, ha saputo regalare una serie di brividi alla schiena, reazione che di rado capita di vedere e percepire da così vicino. Fleshgod Apocalypse promossi a pieni voti! Come è accaduto per gli opening act, anche i Fleshgod si portano a casa nuovi fan, con la consapevolezza di aver saputo di nuovo regalare la felicità e una performance degna di lode. Ci si lamenta che il music business e gli show siano “sempre gli stessi”, ma per fortuna c'è chi può dimostrare l’esatto contrario e i Fleshgod Apocalypse ne sono la prova assoluta! Non solo questa band offre una grandiosa proposta musicale che si reinventa di album in album, ma è persino in grado di combinare teatro e musica classica/death metal, tirando fuori dal cilindro uno show nello show.

Scaletta: Marche Royale / In aeternum /Minotaur (The Wrath of Poseidon) / Pathfinder / Cold as Perfection / The Violation / Prologue / Epilogue / The Fool / The Egoism / The Forsaking

Scossi e visibilmente emozionati, gli astanti sfruttano la pausa necessaria alla crew per montare la strumentazione e fare un rapido soundcheck per riprendere fiato e prepararsi al piatto caldo della serata. Il momento è vicino, per gli Ensiferum è ora di entrare in scena. La band, assente dai palchi italiani da circa un anno, ha voluto premiare tutti i fan europei offrendo loro una seconda tranche volta a supportare l’ultima release, uscita la primavera scorsa e ancora forte di un apprezzamento in costante crescita. Già dal loro trionfale ingresso, nell’aria si percepisce una grossa vena entusiastica tant’è che la band di Petri Lindroos viene accolta letteralmente da applausi e standing ovation… ma poche ciance! È tempo di lasciare che sia la musica a parlare. Si inizia subito con la accoppiata vincente “Axe of Judgement / Heathen Horde”, entrambe tratte dall'ultima release, di cui verranno presentati ben sei brani sui quindici proposti in scaletta. Il pubblico è bello caldo e, da subito, accompagna i suoi beniamini cantando a squarciagola ogni singola parola, alimentando così lo scarso entusiasmo della band... ma si sa, ci vuole un po’per scaldare i cuori dei finlandesi. Con “Guardians Of Fate”, brano assente dalle ultime setlist della band, arriva la prima sorpresa della serata e, nuovamente, il pubblico si unisce in un coro collettivo accompagnato da un pogo che lascia visibilmente attonito il frontman della band, che si dimostra sì contento, ma altrettanto concentrato sul proprio strumento tanto da concedersi inizialmente pochi dialoghi con la propria fanbase. Si prosegue con una tripletta degna di nota composta da “One More Magic Potion”, “Treacherous Gods” e “From Afar”, il brano più conosciuto dell'ensemble finnico, ed è questa interessante triade che ci ricorda per un istante che la band ha da poco festeggiato il ventennale della propria carriera musicale con una raccolta dei loro più grandi successi, motivo per il quale Lindroos e soci hanno voluto dare spazio all'interno del set anche ai brani un po' più datati, ma sempre ben accolti dal pubblico presente in sala. Rispetto al concerto offerto l’anno scorso a Trezzo si nota, purtroppo, un leggero calo da parte della band, anche se quest’ultima si dimostra in forma e pronta ad incendiare il piccolo palco meneghino. Esattamente come accadeva l’anno scorso, la band fa “sfoggio” della spumeggiante Netta Skog (ex-Turisas), annunciata come nuovo membro proprio qualche giorno prima e, proprio la bella filarmonicista questa sera avrà modo di ritagliarsi uno spazio tutto suo, dimostrando un’energia fuori dall’ordinario e una totale dedizione rivolta agli italiani: durante il corso della serata, la stessa Netta chiede in un buonissimo – e quasi sorprendente – italiano al proprio pubblico se questo si stia divertendo. Alla risposta più che entusiastica del pubblico, la bella musicista manda un bacio come segno di gratitudine, ringraziando e interagendo con gli astanti a più riprese. D’altro canto, non sono mancante nemmeno le battutine pungenti, ma enormemente applaudite a piene mani, da parte del bassista Sami Hinkka. Impossibile dimenticarsi del suo sarcasmo e della sua incredibile ironia: lo stesso musicista, con un sorriso malizioso, si è rivolto al pubblico menzionando di “avere un gamberetto sotto il suo gonnellino”. Frase, questa, che ha scatenato risate sfrenate e, diciamocelo, anche un pochino di imbarazzo da parte delle signore e signorine in sala, in parte giustificato. La seconda parte dello show, molto più movimentata rispetto alla prima, vede susseguirsi un’altra manciata di pezzi composta da “Wanderer”, “Two Of Spades”, “My Ancestors’ Blood” e “Twilight Tavern”, accompagnata inevitabilmente da moshpit e circlepit fortemente voluti dallo stesso Lindroos; in particolar quest’ultimo brano sembra essere il pezzo più applaudito dell’intera serata insieme alle immancabili “Lai Lai Hei” e “In My Sword I Trust”, brano che insieme a “Tale Of Revenge” e “Iron”, vanno a concludere uno show nel complesso piacevole. Anche questa volta gli Ensiferum non deludono le aspettative e, contenti di aver assistito ad una tripletta metal veramente pregevole, non ci resta che tornare a casa sfatti ma con un grosso sorriso stampato in faccia e col cuore pieno di gioia. Bravi ragazzi!

Scaletta: Axe of Judgement / Heathen Horde / Guardians of Fate / One More Magic Potion / Treacherous Gods / Warrior Without a War / From Afar / Wanderer / Two of Spades / My Ancestors’ Blood / Twilight Tavern / Lai Lai Hei / Mourning Heart / Tale of Revenge / In My Sword I Trust / Iron
Report a cura di Arianna G.

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