(29 settembre 2007) Audiopain - 29/09/2007 (Maiden Club, Oslo)

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Provincia:non disponibile
Costo:non disponibile
AUDIOPAIN + THE BATALLION + NECROMANTHEON
Maiden Club - Oslo (Norvegia)


È già sera quando stiamo tornando dal porto di Oslo verso il centro, e camminando camminando passiamo davanti a una vetrina molto losca, in cui era possibile intravedere una scritta: Neseblod Records. Era più che evidente che si trattasse di un negozio metal, così decidiamo di ripassarci il giorno dopo sperando di trovarlo aperto. La mattina dopo entriamo finalmente nel negozio: una sorta di museo del metal, black in particolare.
Parlando con Jonas, il gestore, ci dice che questa è solo una succursale e che la sede principale non è molto distante da dove ci troviamo ora, e che se l’avessimo seguito c’avrebbe portato lì. Lui non ci pensa due volte, chiude il negozio e ci dice di andare e noi ovviamente non ce lo facciamo ripetere…
Una volta giunti alla nuova sede, entriamo e restiamo a bocca aperta. Se siete fans del black metal questo è assolutamente un luogo da visitare: demo tape, 7”, LP, CD, foto, il tutto rigorosamente autografato dai membri della scena black norvegese, e non solo, oltre naturalmente a cimeli assurdi tipo DVD ultra rari dei Mayhem, la tunica di Maniac, fino ad arrivare alla famosissima croce capovolta di Euronymous, gelosamente custodita in una teca. Prima, mentre eravamo sul bus, Jonas ci ha detto che in pratica in questo negozio ci sono molte delle cose che in passato erano all’Helvete, e che dopo la morte di Øystein Aarseth sono state poi portate qui.
In effetti ci sono ancora magliette stampate appositamente da Euronymous, fogli scritti a mano da lui, più un’altra miriade di roba allucinante. Altra cosa che il buon Jonas c’ha detto è che per questo weekend la Neseblod Recods, insieme a Eternal Terror Webzine, ha organizzato un festival estremo al Maiden Club, un locale proprio adiacente la famosa succursale. Ovviamente non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione, anche se visti i prezzi proibitivi di Oslo, e visto che eravamo quasi a fine vacanza, siamo stati costretti a scegliere una sola delle tre serate (due in realtà, perché a quella di Domenica, che vedeva la partecipazione delle Gallhammer e degli Skitliv, side project di Maniac (ex Mayhem) e Niklas (factotum degli Shining) non avremmo comunque potuto partecipare visto che nel pomeriggio avevamo l’aereo per il rientro in Italia…).

Costretti quindi a rinunciare a quella del Venerdì, in cui hanno suonato i Root (storica band della Repubblica Ceca), i Ghoul Cult e i Morbid Insulter, ci rechiamo al Maiden solo a concerti finiti, quando l’ingresso era gratuito, e scambiamo quattro chiacchiere proprio con Niklas e Maniac mentre beviamo qualche birra con loro. Il locale è molto molto underground, completamente pittato di nero, con il pavimento appiccicosissimo per tutta la birra caduta, l’angolino del dj, che nella serata di Sabato è stato occupato da un tale di nome Fenriz (non penso sia necessario aggiungere altro…), una porta che lo mette in comunicazione con il Neseblod, dove era possibile acquistare di tutto e di più e inoltre incontrare i membri delle band, e una seconda sala, quella del live, altrettanto piccina e scura, con un palco minuscolo dove i musicisti sono a stretto contatto tra di loro e con il pubblico stesso.
Molto molto metal quindi, come dovrebbe essere in effetti questo tipo di locale qui. Assolutamente colpiti dall’ambiente, Sabato sera arriviamo al Maiden di buon’ora e ne approfittiamo per bere qualche birra prima dell’inizio dei concerti… come per molte altre cose anche gli orari degli show sono assolutamente precisi qui in Norvegia, quindi alle 21 in punto sale sul palco il primo gruppo, i NECROMANTHEON, band tanto giovane quanto sconosciuta. Non hanno ancora inciso nulla, da quel che so, quindi la curiosità di vedere cosa combinava questo quartetto era parecchia. Ci credete che mi hanno convinto a tal punto da ritenerli quasi i migliori della serata a discapito delle due band successive, di sicuro più famose e esperte di loro? Il genere proposto è un thrash metal old style, molto grezzo e diretto, un po’ sulla falsariga dei primi Kreator. La tecnica non è eccessiva ma permette ai nostri di governare bene i riff sparati a discreta velocità, ma soprattutto mi ha colpito molto l’attitudine, in particolare del chitarrista e del bassista.

Una mezz’ora abbondante a loro disposizione, e i nostri la sfruttano al meglio tartassando le nostre povere orecchie con il loro thrash d’impatto facendoci compiere un salto nel passato davvero molto gradito. A questo punto sono curioso di seguire le loro mosse e quindi aspetto che pubblichino il primo demo per vedere se riusciranno a trasportare anche in studio la furia che hanno dimostrato di avere on stage…
Cambio di palco con ampio respiro (qui fanno le cose per bene) ed ecco che dopo una ventina di minuti tocca ai BATALLION. Probabilmente a molti di voi risulteranno sconosciuti, vi basti sapere che altro non sono che il gruppo di Tore Bratseth, compagno di avventura di Abbath nei Bombers (tribute band dei Motorhead), ma soprattutto ex chitarrista degli Old Funeral, cult band di Bergen nella quale militarono, tra gli altri, lo stesso Abbath, Demonaz e Varg Vikernes. Anche per i Batallion il genere proposto è il thrash, sempre dal sapore molto eighties. Per la precisione di stampo Celtic Frost i brani più datati, quelli tratti dal primo EP omonimo, più marcatamente Destruction quelli recenti.
Rispetto ai più giovani Necromantheon l’esperienza è palpabile, soprattutto da parte di Tore che tiene il palco con molta tranquillità. I brani colpiscono per semplicità ed impatto, però alla lunga qualcosa inizia a funzionare solo a tratti. Forse la proposta diventa un po’ ripetitiva e la tensione inizia a calare. Quella dose di aggressività in più che ha avuto la prima band alla fine ha dato i suoi frutti, cosa che probabilmente è mancata leggermente ai Batallion che comunque riscuotono applausi e ovazioni dalle persone presenti.
Unica nota veramente negativa gli stivali pitonati ultra tamarri di Tore, ma vabbè, nessuno è perfetto, ahahah…

Altro cambio palco, questa volta leggermente più lungo, e tocca agli AUDIOPAIN, band che gode di un discreto seguito qui in Norvegia. Con loro le sonorità si inaspriscono ancora di più, visto che il loro thrash ha spesso e volentieri punti di contatto con un certo tipo di black. Notevole presenza scenica di Sverre Dæhli con i suoi baffoni alla Lemmy e notevole anche il livello di marciume dei brani, davvero molto grezzi e diretti. Durante la loro esibizione i ragazzi presenti si sono davvero scatenati (per quanto si scatenino qui… niente pogo, come in Germania, solo headbanging e braccia in aria…) e l’atmosfera cupa del locale ha fatto il resto, rendendo il tutto molto suggestivo e coinvolgente. Purtroppo anche per gli Audiopain vale lo stesso discorso dei Batallion, quindi verso metà concerto la proposta inizia a diventare un po’ monotona e ripetitiva facendo sopraggiungere i primi sbadigli.

Ciononostante devo ammettere che il trio ci sa davvero fare e pesta sugli strumenti che è un piacere… I brani sono stati tratti per lo più dal loro ultimo lavoro “The switch to turn off mankind”, fresco di pubblicazione per la Vendlus Records (era uscito proprio il giorno prima del concerto), senza dimenticare qualche estratto dall’album di esordio del 2004. Dopo circa 45 minuti lo show volge al termine, ma c’è ancora tempo per un paio di birre e per il dj set di Fenriz, che per tutta la serata non ha mai abbandonato la sua postazione, deliziando i presenti con una marea di brani estremi rigorosamente anni ’80. Se capitate a Oslo fate un salto al Maiden Club perché vi capiterà tra le mani sicuramente qualche bel concertino underground. Qui potete ancora respirare il vero spirito del metal, senza mega localoni che sembrano discoteche, senza prezzi da ladrocinio, senza gruppi commerciali. La Norvegia è anche questo…
Report a cura di Roberto Alfieri

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