(He)artwork, a volte ritornano: nuova intevista con Marco Hasmann

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Pubblicato il:16/12/2013

Tre anni fa ormai il nostro writer Michele "Coroner" Segata ha ideato una bella rubrica, denominata "(He)artwork" e dedicata ad alcuni artisti e disegnatori italiani, autori di copertine per varie band e i loro dischi.

Uno degli ospiti di quella rubrica è stato Marco Hasmann (qui trovate la precedente intervista), che da tempo collabora tra gli altri con i romani FLESHGOD APOCALYPSE e molte altre band italiane e straniere.


Oggi ritroviamo Marco dopo tre anni, che risponde alle nostre domande con la stessa cortesia e disponibilità dimostrataci in passato: vediamo insieme cosa è cambiato.

Ciao Marco, sono passati quasi tre anni dall'ultima volta che abbiamo letto di te su Metal.it. Cosa è cambiato nella tua vita e nel tuo lavoro in questo arco di tempo?
Non molto, la mia vita è sempre scandita dal lavoro, colori, fumetti e copertine; passo la maggior parte del mio tempo a dipingere digitalmente.

Una domanda sui tuoi inizi: come hai iniziato a disegnare illustrazioni per copertine e per CD? La tua formazione ti abbia portato nell'ambiente del fumetto e delle illustrazioni, ma non è automatico l'ingresso in questo settore: sei stato tu a proporti ad una o più band, o l'essere membro dei Blasphemer ha agevolato la conoscenza di tuoi futuri clienti?
E’ iniziato tutto con le copertine dei BLASPHEMER: mi sono proposto alla band per la cover di un nostro split e da li in poi me ne sono sempre occupato io; questo già mi ha fatto molta pubblicità; da li in poi, molte altre bands con cui spesso suonavamo insieme hanno iniziato a interessarsi.
Da li in poi è stato il passaparola e l’auto-promozione sul web.

Devo svelare un aneddoto: io e Marco siamo stati compagni di classe alla scuole elementari a Monza, ma sono passati quasi vent'anni ormai dall'ultima volta che ci siamo incontrati.

Io mi ricordo di un bambino che disegnava, e disegnava molto. I suoi soggetti preferiti erano draghi, orchi e anche qualche cavaliere in armatura... Cosa è rimasto di quel bambino e di quei disegni nel Marco di oggi? Come si sono evolute la tua tecnica e le tue opere nel corso degli anni? Come e perché sono cambiate le tematiche dei tuoi lavori?
A dire il vero sono soggetti che ancora oggi non disdegno affatto; il genere Fantasy mi piace molto, sono appunto cresciuto allenandomi su quelle tematiche e ne sono molto affezionato.

Crescendo si aggiungono molte esperienze al bagaglio di una persona fino a che draghi e guerrieri in armatura non bastano più a soddisfare ogni impulso creativo; i fumetti che leggevo, i film, i libri, hanno portato alla mia attenzione la fantascienza l’horror, i temi surrealistici, che da li in poi si sono insediati nella mia mente.

Agli inizi in verità disdegnavo il colore, lavoravo quasi esclusivamente in bianco e nero, imitando i miei idoli con matita e inchiostro; fino a che anche quello non è più bastato, per avvicinarmi di più alle immagini che avevo nella mente ho iniziato a inserire anche il colore; l’avvento della grafica digitale ha facilitato molto l’apprendimento e velocizzato i tempi; una volta iniziato a colorare digitalmente è una comodità di cui non vuoi più liberarti.

Anche se in fondo mentre disegno mi isolo sempre nello stesso mondo in cui mi isolavo da bambino, in cui quello che stai creando è la realtà, e non vuoi smettere finché quella visione è stata completata; l’intenzione è la stessa, anche se lo scopo (il lavoro) ora è differente.

Visti i tuoi inizi ispirati al mondo fantasy, non ti vedi realizzare illustrazioni per band power metal, o comunque con tematiche non strettamente legate al death, al brutal e al thrash? Intendo morte, distruzione, desolazione... E' una tua precisa scelta di lavorare con questo "genere"?
Perché no, come dicevo il genere fantasy lo apprezzo ancora molto; anche se da tempo non sono più legato alle sonorità power metal (che in passato ho ascoltato), in verità la specializzazione in copertine death\brutal è dettata dalla musica che suonavo e quindi dagli ambienti in cui le tue opere vengono distribuite; se ai tempi avessi suonato power metal probabilmente avrei conosciuto molte band power metal e di conseguenza avrei realizzato anche copertine per loro.

Tra tutte le copertine e le illustrazioni che hai realizzato, quale ti ha dato maggiore soddisfazione nel vederlo pubblicato? Quale invece consideri il tuo miglior lavoro in assoluto?
Probabilmente la copertina per gli INFECTED FLESH è stata una delle più soddisfacenti; ai tempi non avevo ancora realizzato copertine puramente gore\splatter e molti credevano che realizzassi esclusivamente ambientazioni apocalittiche e città distrutte; è girata sul web così rapidamente che Seth (Van de Loo) mi raccontò di aver rischiato che il suo profilo Facebook venisse cancellato per aver diffuso l’immagine.

Uno dei lavori a cui sono più affezionato e che forse è tra i migliori è purtroppo un’illustrazione ancora inedita; realizzata ai tempi per gli HUMAN ARTIFACTS; spero che in un futuro molto prossimo venga finalmente utilizzata!

C'è una illustrazione che ora, riguardandola, avresti completamente disegnato in modo differente o che non ti piace più come allora?
Diciamo tranquillamente che non c’è una singola illustrazione che oggi non cambierei. E’ normale che evolvendosi la tecnica e affinando le capacità tutto quello realizzato in passato risulti meno soddisfacente, inizi a notarne tutti i difetti e vorresti poterli cambiare ma non puoi, quello che è fatto è fatto; devi concentrarti sulla prossima illustrazione e continuare a migliorare.

Come in tutti i rapporti fornitore/cliente, è normale che una idea venga bocciata o che venga stravolta in corso d'opera. Cosa puoi dirci su questo aspetto? Ti è mai capitato di veder andare in fumo un lavoro all'ultimo o di doverlo modificare fino a ridisegnarlo da capo? Ti sono capitati mai artisti a cui non andava bene nulla di quanto realizzato o che ti hanno fatto penare più del dovuto?
E’ normale che le idee vengano in qualche modo riviste e modificate, è capitato in alcune (anche se rare) occasioni che un lavoro venisse stravolto completamente; per limitare il più possibile tutto ciò si procede prima con delle bozze, le si modifica fino a che il gruppo non è soddisfatto; e solo dopo si inizia il definitivo vero e proprio.

E’ abbastanza normale scendere a compromessi tra band e artista, loro cercano di far rappresentare al meglio la loro idea e io cerco di realizzarla e allo stesso tempo di esprimere la mia visione attraverso di essa; entrambi scendiamo a compromessi ma entrambi ne usciamo soddisfatti.

Mi è capitato solo in una occasione di arrivare ad una drastica rottura con un gruppo; lo sfondo nell’illustrazione definitiva non era come se lo erano immaginato dalla bozza, e mi minacciarono che o rifacevo tutto lo sfondo o non sarei stato pagato.

Non faccio nomi, ma al termine di quel rapporto intimai alla band da quel momento in poi di trovarsi un altro artista per le copertine successive; fu una collaborazione estremamente spiacevole.

Sei rimasto in buoni rapporti con le band per cui hai lavorato oppure di norma ti limiti ad un rapporto professionale?
Dipende sempre dalle persone con cui hai a che fare; con alcuni ho avuto un rapporto più amichevole, con altri più professionale, sempre nei limiti delle collaborazioni.

Sono una persona molto riservata, difficilmente mi intrattengo in rapporti interpersonali più del dovuto.

Grazie mille della disponibilità e del tempo dedicatoci Marco. Ti lascio chiedendoti un saluto e qualche parole per i nostri lettori.
Grazie a voi, un saluto a tutti e grazie per esservi intrattenuti nella lettura.



Foto e artwork di Marco Hasmann
https://www.facebook.com/marco.hasmann
Articolo a cura di Matteo ‘Teone’ Comi

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