Terza release per Devildriver, la creatura partorita dalla mente di Dez Fafara (ex leader massimo dei sciolti Coal Chamber) che segue ad un paio d'anni di distanza il buon 'The Fury Of Our Maker's Hand'. A differenza del lavoro precedente, questo 'The Last Kind Words' è un album decisamente più oscuro e pesante, forse più compatto e ed orientato su sonorità più Death che altro, pur rimanendo evidenti le influenze di Metalcore moderno. Possiamo accostare sicuramente i Devildriver a bands come Lamb Of God, agli In Flames per certi versi (soprattutto nel caso delle aperture melodiche e degli intrecci di chitarra, che arricchiscono ogni traccia con quel mood tale da allentare la pressione sonora del platter) o ancora a cose più estreme, vedi Dimmu Borgir (spogliati della parte sinfonica) o Testament di fine anni '90 (ve li ricordate 'Demonic' o 'The Gathering'?), ma è anche vero che la band del buon Dez ha oramai il suo marchio di fabbrica. L'intuizione migliore che il combo ha avuto è stata senz'altro quella di prelevare a piene mani alcuni spunti classici del suono di Gothemburg (vedi Melodic Death Metal) e di impastarlo con una altissima dose di cattiveria pura targata Metalcore a stampo a stelle e strisce e di malignità Death Metal, il tutto supportato da una produzione piena e corposa, che spinge su ogni singola nota (dietro il banco del missaggio c'è Andy Sneap, uno dei guru in assoluto del sound del Modern Death/Metalcore). 'The Last Kind Words' è un dischetto che farà felici gli amanti del sound pesante e del classico atteggiamento "take no prisoners"... Eh, già, si sente proprio che Dez Fafara è libero di urlarsela quanto vuole, fuori da ogni schema preimpostato che regnava in casa Chambers. Una nuova vita che sembra proprio funzionare.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?