Sacred Sin - Hekaton (The Return To Primordial Chaos)

Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:62 min.
Etichetta:Demolition Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HEKATON (THE RETURN TO PRIMORDIAL CHAOS)
  2. APSARAS (TEMPTATION OF THE ABYSSAL NYMPHS)
  3. THE AVATARS OF VISHNU
  4. HERMETIC ARCANUM (THE EUCHARIST OF THE DEAD)
  5. NEFELHEIM (ABODE OF MIST)
  6. HEPHAISTUS (BLAST FOR SATAN)
  7. HYPERBOREAN ODES
  8. PURE LAND
  9. SIN WITH THE DAUGHTERS OF MAN
  10. CARNAGE FORSAKEN (NEW VERSION)
  11. DAY OF SUFFERING (MORBID ANGEL COVER)
  12. SPIRITUAL HEALING (DEATH COVER)

Line up

  • Josè Costa: vocals, bass
  • Nuno Goncalves: guitar
  • Pedro Miguel: guitar
  • Rolando Barros: drums
  • Cristina Lopes: vocals
  • Joao Matos: keyboards

Voto medio utenti

I portoghesi Sacred Sin giungono, con questo "Hekaton", al quinto full-lenght dopo una carriera ormai più che decennale. Iniziamo col dire che il nuovo disco ha una produzione che non mi piace, troppo ovattata e bassa. Ho sentito dei demos che suonavano decisamente meglio. Del tutto insufficiente poi il mixing con la voce femminile che ogni tanto si sente cantare (o gemere). Ho iniziato subito con un difetto perché questo disco ne ha tanti, ma allo stesso tempo sono tutti difetti che potevano essere evitati e che hanno inficiato una proposta che sulla carta convince ma che alla prova dei fatti delude. Mi spiego. Il death metal della band è molto ben suonato e congegnato, tecnico e brutale quanto basta, ha nella varietà la sua arma principale, ma stavolta la band ha voluto fare il passo più lungo della gamba con una proposta che sa di pretenzioso. Ci sono dei riferimenti dark/gothic dovuti alla voce femminile ed ad alcune tastiere molto atmosferiche ma questi elementi sono molto raffazzonati e sembrano essere stati messi lì solo per far da prezzemolo, se si eccettua l'ode "Hyperborean Odes". Sembra quasi che la band abbia avuto paura ad osare di più. Se vuoi essere pretenzioso devi esserlo fino in fondo ed osare e cito come riferimento l'ultima fatica dei Septic Flesh "Sumerian Daemons" che può essere il riferimento, musicale, più diretto per "Hekaton". Buoni sono anche alcuni riffs black metal ma sovente la struttura delle song è molto prolissa con pipponi lunghissimi e assurdi che levano impatto ad una proposta che invece ne ha bisogno come il pane. Il disco è oltre 60 minuti è sinceramente sono un pò troppi soprattutto se in luogo di un'opera (come credo nelle intenzioni della band) viene fuori un disco con i difetti succitati. Insomma a fronte di ottime intenzioni ci troviamo al cospetto di un risultato quasi discreto. La band comunque si lascia apprezzare per una certa "consistenza" dietro le proprie lyrics che parlano di miti e filosofia e per la voglia di creare qualcosa di personale. Chiudono il disco due cover, "Day Of Suffering" dei Morbid Angel e "Spiritual Healing" dei Death che suonano come un tributo alla Storia, pur non aggiungendo nulla a questo "Hekaton".
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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