Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2024
Durata:39 min.
Etichetta:Rockshots Records

Tracklist

  1. CALL OF THE VOID
  2. LAND OF THE SERVANT KING
  3. FEAR OF A MONSTER
  4. THE UNENDING NIGHT
  5. DAWN WILL COME AGAIN
  6. OUT IN THE WEIRD
  7. SEPENTINE
  8. DEATH INCARNATE
  9. ECHO

Line up

  • Andy Felton: drums
  • Laurence Armitage: guitars
  • David Viner: guitars
  • Simon "Steve" Ball: bass
  • Chris Simmons: vocals

Voto medio utenti

Ne hanno dovute passare di fatiche i britannici Stormborn prima di arrivare a questo nuovo 'Zenith', secondo album in una carriera che, iniziata nel 2007 e che ha dato pubblicazione cinque anni dopo al debut omonimo, si è interrotta nel 2019 per poi riprendere piede due anni dopo. Una lineup rimasta integra e fedele alla prima release, fatta eccezione per il cantante Chris Simmons (ex Sanity Burns, Wretched Souls), e rimasta anch'essa fedele al power metal di scuola 90's presente dagli inizi. Fra tutte le influenze, tra le quali si possono citare i Primal Fear o gli Stormwarrior, non si possono non menzionare gli Iron Savior, sopratutto nelle canzoni dal piglio più veloce, notando sin da subito quanto i primi tre album dei tedeschi abbiano rcicoperto grande importanza, e conseguentemente anche la figura di Kai Hansen.

'Zenith' non offre dunque moltissime sorprese, pur mostrando nel riffing un approccio più moderno che talvolta si sposa ottimamente, come in 'Dawn Will Come Again', dalle strofe interpretate da Simmons con la giusta cattiveria ed energia, mentre in altri punti si esagera compromettendo la qualità di un pezzo in teoria valido, vedasi 'Out in the Weird', sei minuti dove si pensa che la band vada in una direzione, per poi spostarsi su un'altra, e nuovamente su un'altra ancora. Ma a conti fatti, questa è l'unica volta dove gli Stormborn fanno il passo più lungo della gamba, dato che nelle varie 'Land Of The Servant King', 'Fear Of A Monster' o 'Death Incarnate' si respira appieno quel power metal scevro di elementi nerd, pirati, combattenti da galassie lontane, e dove è la musica a fare i fatti.

Anche la durata è funzionale, quasi 40 minuti dove non ci si annoia quasi mai, e non ci si perde in allungamenti, tranne che nella finale 'Echo', una semiballad che chiude in maniera magistrale un prodotto certamente non scopiettante, non strappa-capelli, ma che potrà portare qualche speranza in chi pensava che ormai il power metal fosse ridotto a un declino ormai inesorabile e fatto di dischi usa e getta.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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