Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:36 min.
Etichetta:Iron Bonehead Records

Tracklist

  1. SMITE...
  2. FEED THE FURNACE
  3. IN HIRCINE SPLENDOR
  4. BIERS OF CATHOLIC BONES
  5. WITH CORNU AND PECCANT BREATH
  6. TRAFFICKING WITH THE DEVIL
  7. SERENADED BY THE ANGELS' SHRILLS
  8. HARBINGERS OF APOLLYON
  9. AN ENDEAVOUR OF RATS

Line up

  • The Black Lourde of Crucifixion : drums, vocals
  • Spencer "Madman" Murphy : guitars

Voto medio utenti

Quella dei Crucifier é una storia lungha, anzi direi lunghissima visto che il gruppo si é formato 34 anni fa a Boothwyn in Pennsylvania (USA) … questo lungo arco di tempo ha visto una pleteora di uscite minori, ma soli due full lenght che arrivano a tre con il nuovo 'Led Astray' … inutilie stare a rimarcare gli innumerevoli cambi di line up in seno alla band, piuttosto concentriamoci su questa nuova fatica che, lo dico subito, e a scanso di equivoci , é tutt'altro che memorabile o indispensabile nelle vostre/nostre collezioni musicali … 'Led Astray' é un onesto concentrato di death/black che per trentasei minuti cerca di tenere alta l'attenzione dell'ascoltatore con parti furiose e in your face alternate a momenti più ragionati … Il risultato nel complesso é altalenante, infatti alla buona doppietta iniziale 'Smite...' / 'Feed The Furnace' , in cui la prima si fa preferire per aggressività, cattiverie e capacità di andare dritta a segno, si contrappone 'In Hircine Splendor' con una prima parte assolutamente anonima e inutile che si risolleva sul finale quando i Crucifier tornano sul sentiero sonoro che più gli si addice pestando duro a livello ritmico e con un buon riffing incalzante. Questa alternanza qualitativa é un po' il leit motiv di tutto l'album, e purtroppo anche i pezzi più tirati e 'semplici' come 'With Cornu and Peccant Breath' o 'Trafficking With The Devil' dove la band dovrebbe dare il meglio, sono tutt'altro che memorabili  … a tutto questo aggiungete una produzione che é un po' il tallone d'achille di quest'album con suoni che appaiono impastati e poco chiari, con preoccupanti variazioni di volume, soprattutto sui solos, e con delle chitarre poco incisive, coperte da un chaos preponderante, e otterrete un quadretto sonoro non proprio idilliaco... Sembra strano o forzato a dirlo, ma oltre l'attitudine, che non si discute, in questo album si respira molto pressapochismo, sia in fase di songwriting che di produzione e cio' ci fa pensare che arrivati in queste condizioni a festeggiare 34 anni di carriera, forse sarebbe il caso di finirla qua … sufficienza di stima ...

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