Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:37 min.
Etichetta:Dark Descent Records - Sepulchral Voice Records

Tracklist

  1. THE LAMENT (I AM CALLING YOU)
  2. VENERATION
  3. UNREPENTANT
  4. OUR BURDEN OF STONE ON BONE
  5. ALL COMES TO PASS, NOTHING SHALL REMAIN
  6. REFLECTION
  7. SHE IS CALLING ME (I. WAR II. DEATH III. REDEMPTION)

Line up

  • Darragh O‘ Laoghaire: vocals
  • Brendan McConnell: guitars, bass
  • Jason Keane: guitars
  • NH Purcel: drums
  • Sarah McQuillan: guest on vocals on tracks 1 and 7
  • John Ryan: guest on cello and violin on tracks 1 and 7
  • Aoife Hardiman: guest on whisper on track 7
  • Rachel Flynn: guest on whisper on track 7

Voto medio utenti

L'introduttiva "The Lament (I Am Calling You)" potrebbe trarre in inganno, infatti, si tratta di un brano dominato dalla voce dell'ospite Sarah McQuillan, credo cantata in gaelico, evocativa e misteriosa che dopo tre minuti lascia spazio alla titletrack "Veneration", dove i Vircolac fanno la loro mossa: un Death Metal non particolarmente esasperato ma frastagliato, dagli spunti quasi Prog, dal passo freddo e cadenzato, con soluzioni che spesso e volentieri sembrano sconfinare nel Black Metal. Un'incursione accentuata dall'approccio vocale dell'ex Sol Axis Darragh O’ Laoghaire, gelido e tagliente, raramente sopra le righe, come ribadiscono nella seguente "Unrepentant" (più feroce) e "Our Burden of Stone on Bone" (doomeggiante nel suo mood maligno e minaccioso), dove il quartetto irlandese si mette all'opera per garantire varietà e dinamismo, con cambi di tempo e cesellamenti dettati dai tocchi del batterista Colin Purcell (anche nei Sol Axis e con un passato nei Cruachan e Dreamsfear) e ben sostenuti dagli altri due componenti dei Vircolac, i chitarristi Jason Keane e Brendan McConnell, con quest'ultimo che si è preso cura anche del basso, con una prestazione che possiamo apprezzare soprattutto nelle pieghe e nelle frustate delle thrasheggianti (a metà strada tra primi Sodom e Celtic Frost) "Comes to Pass, Nothing Shall Remain" e "Reflection".
Ai Vircolac si sono uniti anche diversi ospiti, infatti, oltre alla già citata Sarah McQuillan, nella conclusiva "She is Calling Me" troviamo John Ryan al violino e al violoncello assieme a Aoife Hardiman e Rachel Flynn ai cori, contribuendo ad impreziosire l'episodio più ambizioso del disco, che si svolge in tre atti (I. War II. Death III. Redemption), una scelta che comunque non ne spezza la compattezza e tantomeno inficia sulla resa di un brano che può tranquillamente assurgere al ruolo di testimonial di "Veneration".

Al loro secondo album (l'esordio "Masque" risale al 2019), oltre ad una sostanziale soddisfazione, affiora la sensazione che i Vircolac non abbiano ancora messo del tutto a fuoco la propria proposta musicale, anche se semplicemente potrei essere io a non esserci entrato in sintonia.


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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