Hackett, Steve - The Circus And The Nightwhale

Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2024
Durata:45 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. PEOPLE OF THE SMOKE
  2. THESE PASSING CLOUDS
  3. TAKING YOU DOWN
  4. FOUND AND LOST
  5. ENTER THE RING
  6. GET ME OUT
  7. GHOST MOON AND LIVING LOVE
  8. CIRCO INFERNO
  9. BREAKOUT
  10. ALL AT SEA
  11. INTO THE NIGHTWHALE
  12. WHEREVER YOU ARE
  13. WHITE DOVE

Line up

  • Steve Hackett: electric and acoustic guitars, 12-string, mandolin, harmonica, percussion, bass, vocals
  • Roger King: keyboards, programming, orchestral arrangements
  • Rob Townsend: saxophone
  • Jonas Reingold: bass
  • Nad Sylvan: vocals
  • Amanda Lehmann: vocals
  • Benedict Fenner: keyboards
  • John Hackett: flute
  • Malik Mansurov: tar
  • Craig Blundell: drums
  • Hugo Degenhardt: drums
  • Nick D'Virgilio: drums

Voto medio utenti

Non delude mai il buon Steve Hackett. A 74 anni suonati il chitarrista inglese sorprende ancora una volta con l’intenso “The Circus And The Nightwhale”, concept album misterioso e intrigante con un vago alone autobiografico.

Si parte in maniera spavalda e graffiante, distanti dalle canoniche sonorità dei Genesis (“People Of The Smoke”). “These Passing Clouds” è il primo di tanti (forse troppi?) interludi dalle tinte drammatiche, ma spicca rispetto alla più intima “Found And Lost”. “Taking You Down” e “Get Me Out” rievocano gli ELP di “Black Moon”, mentre “Enter The Ring” e “Ghost Moon And Living Love” sono progressive nel senso più tradizionale del termine, sia nell’arrangiamento sia nelle atmosfere.

La seconda parte del full-length è più frammentaria, ma altrettanto convincente, a partire dall’ipnotica ed esotica “Circo Inferno” alle successive “Breakout” e “All At Sea”, dal gusto hard rock. “Into The Nightwhale” è sinistra, ma la coda è celestiale, così come l’emozionante commiato strumentale “White Dove”, anticipato dall’accessibile e personalissima “Wherever You Are”.

Una parata di ospiti (su tutti Nick D'Virgilio), ma non ce n’era davvero bisogno.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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