Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:48 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. FEEL THE HEAT
  2. ALL THE RIGHT MOVES
  3. WILD IN THE CITY
  4. NEEDS A LITTLE LOVE
  5. ONE KISS (TO SAVE MY HEART) (FEATURING ISSA)
  6. LIVE FAST, DIE YOUNG
  7. HAVEN'T GOT TIME FOR HEARTACHE
  8. SATELLITE
  9. STRIKE LIKE A HURRICANE
  10. BIG TIME
  11. STAY

Line up

  • Nick Hogg: bass
  • Alexander Strandell: vocals
  • Tom Martin: guitars
  • James Martin: keyboards
  • Alex Cooper: drums
  • Richard Jacques: guitars

Voto medio utenti

L’ingresso nei Nitrate di Alexander Strandell e dei fratelli Martin (avvenuto con “Renegade”) ha sicuramente giovato alla band e ora non resta che verificare se il suo approdo alla Frontiers Music ha completato il processo di “crescita” di un gruppo prossimo al trionfale accesso al Pantheon del genere.
E allora cominciamo col dire che “Feel the heat” non è ancora una minaccia “seria” per gli attuali residenti del suddetto Tempio Melodico, i quali però farebbero bene a “guardarsi le spalle” da questa brillante coalizione britannica.
Nonostante il notevole parterre de rois di collaboratori (all’album contribuiscono a vario titolo Isabell ‘Issa’ Øversveen, Paul Laine, Bob Mitchell, Leon Robert Winteringham, Alan Clark e il fedele Rob Wylde) e la voce cristallina di Strandell, per raggiungere l’eccellenza piena al lavoro manca un pizzico di superiore e costante tensione espressiva, gap fondamentalmente dovuto ad un songwriting non sempre esaltante e incisivo, incapace di mantenere per tutta la durata dell’opera il necessario soggiogamento emotivo.
Troppi brani del programma finiscono infatti nella categoria “molto godibili” e solo alcuni “sfondano” la barriera di quella euforia emozionale che distingue un “grande disco” da un “ottimo disco”.
Tra i “pezzi da novanta” si schierano sicuramente la “cinematografica” title-track dell’albo (da consigliare anche ai sostenitori dei Creye), la vaporosa “All the right moves”, la pulsante “Wild in the city” (probabilmente il best in class della situazione), la Journey-esca "Live fast, die young” e la deliziosa "Satellite” (tra Danger Danger e Bad English), mentre come anticipato, tracce come “Needs a little love”, "Haven't got time for heartache” e gli anthem ottantianiStrike like a hurricane” e “Big time” lusingano i sensi senza soggiogarli in maniera inappellabile.
Dettagli al limite della pedanteria, si potrà obiettare con buone dosi di ragione, perché siamo comunque di fronte ad un prodotto di rispettabile valore, e tuttavia sufficienti, perfezionando così l’analisi dell’intera scaletta, pure per non venire “rapiti” da due ballad solo graziose dal titolo “Stay” e “One kiss (to save my heart)”, a cui neanche la pur brava Issa riesce a conferire il pathos “definitivo”.
In un settore dove nulla è veramente “inesplorato”, i progressi dei Nitrate non sono ancora tali da consentire loro di competere ai massimi livelli … sono convinto che il divario con il vertice potrà essere colmato, e considero “Feel the heat” un qualificato avvicinamento al traguardo massimo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.