Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2023
Durata:42 min.
Etichetta:Vomit Arcanus Productions

Tracklist

  1. TWILIGHT OF THE GODS
  2. THE DAWN OF BATTLE
  3. MAELSTROM DOWNFALL
  4. REDEMPTION IN BLOOD
  5. THE FLAG OF SUPREMACY
  6. THE JOURNEY
  7. FAR BEYOND THE OCEAN

Line up

  • Deimos: guitars
  • Orphen: guitars
  • Hurricane Master: vocals
  • Astaroth: drums
  • Jesus: bass

Voto medio utenti

Secondo capitolo discografico, a distanza di ben 14 anni dall’esordio, per i milanesi Art Of Silence, capitanati dal batterista Astaroth (all’anagrafe Marco Lazzarini, già drummer di Secret Sphere, Death SS, Timo Tolkki’s Avalon, Odd Dimension e tanti altri!), a cui si affiancano i vari Deimos (Francesco Calligaris) e Orphen alla chitarra, Jesus al basso e Hurricane Master alla voce.

The Journey si inserisce all’interno di coordinate stilistiche che spaziano, con facilità disarmante, dal melodic death, al thrash, al power, mantenendo sempre costante la qualità musicale delle composizioni e mettendo in evidenza una band che, senza ombra di dubbio, ci sa fare.
Tracce come, l’iniziale Twilight Of The Gods, The Dawn Of Battle o l’avvincente Redemption In Blood, colpiscono per le loro atmosfere epiche e battagliere, con quel sapore folk a infarcire il tutto che, in questi casi, non guasta mai, ma anzi, contribuisce a conferire ulteriore drammaticità alle composizioni, enfatizzandone la dimensione eroica.
Non manca qualche brano più articolato, come The Flag Of Supremacy o la conclusiva Far Beyond The Ocean che però, alla lunga, tendono ad amalgamarsi armonicamente all’interno del canovaccio musicale predisposto dagli Art Of Silence.

The Journey si rivela un disco estremamente valido, caratterizzato da una buona dose di freschezza in fase di song-writing; tuttavia, la sua eccessiva linearità, se da un lato lo rende facilmente accessibile sin dal primo ascolto, dall’altro, lo penalizza leggermente, rendendolo troppo regolare e privo di veri e propri picchi compositivi.
Questo è probabilmente l’unico limite di un album comunque bello, nel quale gli Art Of Silence non si sono certo risparmiati, mettendoci tutto ciò che avevano dentro, rendendosi autori di un atteso ritorno e alimentando nuove speranze per un futuro che, ci si augura per la band, sia molto più prolifico e ricco di soddisfazioni del proprio passato.


Recensione a cura di Ettore Familiari

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