Gli
Stepmother sono un p
ower-trio australiano e hanno le idee chiare.
Amano il rumore, la distorsione delle chitarre, le melodie fulminee e istintive, i cori da cantare a squarciagola.
Lo stereo nella loro cantina per le prove non deve aver mai smesso di sparare a ripetizione i pezzi di Radio Birdman, Blue Cheer, The Stooges e The Damned e alla fine
Graham Clise (Witch, Annihilation Time, Lecherous Gaze, Rot TV),
Rob Minos e
Sam Rains non hanno evidentemente potuto fare a meno di assorbire quell’attitudine, fatta di
rock n’ roll, psichedelia e dei prodromi del
punk, così apprezzata dagli estimatori del settore.
Ed eccoci al nocciolo della questione … suonare questa “roba” può sembrare “semplice”, ma per essere davvero credibili ed efficaci certi suoni bisogna sentirseli nel sangue e nei muscoli e per comprendere se un gruppo ha queste fondamentali caratteristiche è sufficiente verificare se le sue canzoni provocano nell’astante un’impellente combustione emotiva.
Ebbene, “
Planet brutalicon” accende i sensi fin dal primo contatto, rivelando immediatamente le qualità di una
band che sa impegnarsi in brucianti e viscerali vortici ritmici e armonici senza però dimenticare di infarcire i suoi brani di una spiccata inclinazione melodica.
Tra i momenti più significativi dell’opera si segnalano sul versante più impetuoso l’
opener “
Fade away”, “
Settle down”, “
Scream for death”, “
Waiting for the axe” e l’acida “
Stalingrad”, mentre per quanto riguarda soluzioni espressive maggiormente meditate è necessario citare il
mid-tempo poppettoso ed esotico “
One way out”, il
mood malinconico di “
Do you believe”, il
blues dolente "
Signed D.C.” e il clima
surf-rock concesso a “
El Gusano”, all’interno di un programma in ogni caso godibile dall’inizio alla fine.
Gli
Stepmother non sono di certo i primi a trattare questa materia sonica, e tuttavia nella loro proposta i principi e le intenzioni dei “padri fondatori” appaiono tramandate con la giusta carica emozionale e per accorgersene basta inserire “
Planet brutalicon” tra i propri ascolti quotidiani.
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