Copertina 7

Info

Anno di uscita:2023
Durata:38 min.
Etichetta:Tee Pee Records

Tracklist

  1. FADE AWAY
  2. SETTLE DOWN
  3. SCREAM FOR DEATH
  4. THE GAME
  5. ONE WAY OUT
  6. DO YOU BELIEVE
  7. DEAD AND GONE
  8. HERE COMES THE END
  9. WAITING FOR THE AXE
  10. STALINGRAD
  11. SIGNED D.C.
  12. EL GUSANO

Line up

  • Graham Clise: guitar, vocals
  • Rob Muinos: bass, vocals
  • Sam Rains: drums

Voto medio utenti

Gli Stepmother sono un power-trio australiano e hanno le idee chiare.
Amano il rumore, la distorsione delle chitarre, le melodie fulminee e istintive, i cori da cantare a squarciagola.
Lo stereo nella loro cantina per le prove non deve aver mai smesso di sparare a ripetizione i pezzi di Radio Birdman, Blue Cheer, The Stooges e The Damned e alla fine Graham Clise (Witch, Annihilation Time, Lecherous Gaze, Rot TV), Rob Minos e Sam Rains non hanno evidentemente potuto fare a meno di assorbire quell’attitudine, fatta di rock n’ roll, psichedelia e dei prodromi del punk, così apprezzata dagli estimatori del settore.
Ed eccoci al nocciolo della questione … suonare questa “roba” può sembrare “semplice”, ma per essere davvero credibili ed efficaci certi suoni bisogna sentirseli nel sangue e nei muscoli e per comprendere se un gruppo ha queste fondamentali caratteristiche è sufficiente verificare se le sue canzoni provocano nell’astante un’impellente combustione emotiva.
Ebbene, “Planet brutalicon” accende i sensi fin dal primo contatto, rivelando immediatamente le qualità di una band che sa impegnarsi in brucianti e viscerali vortici ritmici e armonici senza però dimenticare di infarcire i suoi brani di una spiccata inclinazione melodica.
Tra i momenti più significativi dell’opera si segnalano sul versante più impetuoso l’openerFade away”, “Settle down”, “Scream for death”, “Waiting for the axe” e l’acida “Stalingrad”, mentre per quanto riguarda soluzioni espressive maggiormente meditate è necessario citare il mid-tempo poppettoso ed esotico “One way out”, il mood malinconico di “Do you believe”, il blues dolente " Signed D.C.” e il clima surf-rock concesso a “El Gusano”, all’interno di un programma in ogni caso godibile dall’inizio alla fine.
Gli Stepmother non sono di certo i primi a trattare questa materia sonica, e tuttavia nella loro proposta i principi e le intenzioni dei “padri fondatori” appaiono tramandate con la giusta carica emozionale e per accorgersene basta inserire “Planet brutalicon” tra i propri ascolti quotidiani.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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