Copertina 8

Info

Anno di uscita:2023
Durata:48 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. DEVILS HIGHWAY
  2. MEMORY LANE
  3. BEFORE YOU GROW OLD
  4. SWAN SONG OF OUR LOVE
  5. EDGE OF A BROKEN HEART
  6. SIGN OF THE TIMES
  7. LAST OF THE INNOCENT
  8. A MILLION YEARS OF FREEDOM
  9. END OF THE WORLD
  10. LONG TIME COMING HOME
  11. HIGH AND LOW

Line up

  • Goran Edman: vocals
  • Tommy Denander: guitars, bass, drums, keyboards, programming

Voto medio utenti

In un’epoca di continui “ritorni”, più o meno prestigiosi e/o importanti, non so quanti fossero gli chic-rockers che attendevano con “ansia vera” il secondo album dei Cry Of Dawn, seppur artefici di un debutto di notevole valore.
Forse solo i devoti estimatori di Goran Edman, pure loro però a rischio di “sfiancamento”, vista l’interminabile lista delle sue contribuzioni artistiche (Madison, Kharma, John Norum, Yngwie Malmsteen, Glory, Brazen Abbot, Street Talk, Crossfade, …).
Beh, cari Gloriosi cultori del “bel canto” svedese, il mio caloroso consiglio è di confermare la fiducia nelle enormi doti espressive del vostro beniamino, stavolta (dopo che nell’esordio erano stati Micheal Palace e Daniel Flores i primari partners del vocalist scandinavo) affiancato da un altro talento cristallino della scena melodica di nome Tommy Denander, il cui altrettanto (se non maggiormente …) corposo curriculum rappresenta una garanzia di esperienza e attitudine specifica.
Anthropocene” è infatti un disco assai appassionante, perfetto per chi ama i Toto, i Journey, i Bad Habit, i Work of Art e i Radioactive, ratificando come la presenza di Denander sia stata parecchio caratterizzante per il “nuovo corso” del progetto.
Eh già, perché è di questo che parliamo, e agli “scettici” nei confronti delle collaborazioni eccellenti di cui spesso si fregia la Frontiers Music, suggerisco, prima di dare credito ai propri (anche giustificati) dubbi, di ascoltare senza pregiudizi le scintillanti pulsazioni crepuscolari di “Devils highway”, la sopraffina classe melodica di “Memory lane” (una sorta di Toto meets Europe) o ancora la sofisticata energia profusa da “Before you grow old”, a completare un trittico iniziale di grande suggestione.
Alla soffusa e soulfulSwan song of our love” è affidato il compito di sostenere un incipit così efficace e se l’intento può dirsi tranquillamente raggiunto, a “Edge of a broken heart” tocca invece l’incombenza di riassumere tutti i preziosi cliché della ballata romantica, dimostrando che quando l’ispirazione e le capacità interpretative sono a questi livelli, l’originalità tout court passa in secondo piano.
Sono altresì sicuro che “Sign of the times” e "Last of the innocent” faranno provare un fremito speciale a chi considera “Isolation” un capitolo molto significativo nella ricca parabola musicale dei Toto e poco importa se poi la successiva “A million years of freedom” è un numero di hard-blues “sinfonico” solo (piuttosto) gradevole.
A recuperare l’indifferibile tensione emotiva ci pensa l’adescante linea armonica di “End of the world”, mentre “Long time coming home” aggiunge intriganti suggestioni malinconiche ad un programma che si conclude con la spigliata classicità adulta di “High and low”, tra John Waite e Bryan Adams.
Parlare di “sorpresa”, con luminari di questo calibro, può sembrare inopportuno eppure “Anthropocene” finisce per stupire anche chi li segue da tempo e aveva già apprezzato “Cry of dawn” … non male per un “disimpegnato” side-project.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.