Ragazzi miei ecco qui un disco che vi pettinerà le orecchie, questo è un graditissimo ritorno, il trio è tornato più cattivo che mai.
Basta guardare la copertina che sembra presa da uno slasher di fine 70/ inizio 80 e le liriche grondano sangue ed interiora.
La musica è la solita e devastante miscela di rasoiate veloci con
Gallagher e
Beasley a dividersi le parti vocali.
L’opener “
Enlighted through agony” ti spalma subito sul muro con un assalto senza nessuna remora; le chitarre grattano che è un piacere, il doppio vocalizzo è brutale, la doppia cassa qui è una gioia.
Altro pezzo che mi ha fatto giubilare è il seguente “
Compulsion for cruelty”, con quell’inizio poliritmico per poi ecco arrivare il groove da spaccacollo e il vocione del frontman.
Il tutto poi ecco che deraglia velocemente con la doppia cassa che va a mille.
“
Throw them in the van” ti scaglia con violenza per non darti respiro; traccia velocissima con rullate e urla cariche di rabbia.
“
Undulating carnage” fa capire ancora di più la maestrìa del terzetto nel saper giostrare vari ritmi tra assalti in blast beats, sezioni più lente e up tempo con un gran lavoro tra chitarra e basso serrati e la tecnica non è fine a se stessa perché fanno vedere che sanno tirare fuori la melodia con un bell’assolo sul finale.
La conclusiva “
Subterfuge” ha un bel prendere con stop and go e cadenze lente e chitarre a grattugia con il vocione profondo per poi ecco che velocizza tutto con cambi repentini.
Non c’è un secondo di tregua e i nostri si muovono come una macchina destinata a non fare prigionieri on stage con il rallentamento spezzaossa sul finale.
Disco che rende ancor più chiaro lo status della band di Baltimora, la brutalità non è un’opzione, è una scelta di vita.
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