Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:36 min.
Etichetta:Brucia Records

Tracklist

  1. APHROS
  2. ON THE CAVE OF THE NYMPHS
  3. METAMORPHOSIS
  4. THE FLYING DUTCHMAN (ALGOL REMIX)
  5. CI VUOLE UN LEGNO OR LE RADEAU DE LA MÈDUSE
  6. OPALESCENCE 101
  7. A SATURNO

Line up

  • Algol: drums, percussions, sea samples
  • Argento: guitars, vocals, tube radio
  • Azoth, keys, bass

Voto medio utenti

I Poseidon sono un progetto folk/ambient incentrato sul mare e tutto ciò al quale esso è collegato.
Questo nuovo sviluppo di idee reca il marchio personale di due noti personaggi del metal estremo, Algol (Hiems, Forgotten Tomb) e Argento (Antropofagus, Spite Extreme Wing, ecc.) qui uniti in un album che non ha nulla a che vedere con il black metal del quale i nostri sono stati esponenti di spicco.
Anzi ascoltando l’opener “Aphros”, una traccia dove l’anima folk ancestrale sorretta da pochi accordi di chitarra, tastiere in sottofondo e campionamenti vi immergerete totalmente nelle profondità marine.
Ecco arrivare l’onda elettrica di “On the cave of the nymphs”; esecuzione dal taglio prog ma con riffing di scuola estrema su di un tappeto percussivo ritmato.
L’ossessività del riffing ripetuto ci può portare al Burzum più minimalista ed eccelso, ci si sente letteralmente in balìa dei marosi.
The flying dutchman” rivisto nell’ottica remixata da Algol sembra ispirata ai Pink Floyd più acustici e bucolici con quel tappeto di riff semplici eppure affascinanti, poi il cambio con un basso preponderante a menare le danze unito alle tastiere a dare un tocco atmosferico con le vocals del frontman ligure; il taglio della voce è profondo, evocativo e aulico, sembra un’ode antica.
A Saturno” vi trasporterà oltre, nel mare spaziale, una cerimonia mantrica con vocalizzi femminili e manipolazioni elettroniche dove il verbo resta assente perché il ritmo è dato dall’ossessività della composizione.
Debutto non facile all’ascolto ma stupendo per la qualità e coraggio nell’andare oltre i limiti di certa musica, ma con personaggi di simil tal fatta non era possibile aspettarsi oltre.
E Navigar M’è Dolce In Questo Mare
(Giacomo Leopardi)
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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