Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:36 min.
Etichetta:Fighter Records

Tracklist

  1. SATAN'S WELL
  2. THE ABYSS
  3. SHACKLES OF JUSTICE
  4. RED HOT
  5. JAILBREAKER
  6. DISTANT SKIES
  7. AGENTS OF DEATH
  8. FROM THE BLADE TO THE GRAVE
  9. RESISTANCE
  10. AS ABOVE SO BELOW

Line up

  • Tiago Quelhas Azevedo: vocals
  • Ricardo Azevedo: guitars
  • Telmo Marrão: guitars
  • André Ribeiro: bass
  • Luís Ferreira: drums

Voto medio utenti

Rispetto al precedente album "Savage" (2017), che aveva anche rappresentato l'esordio sulla lunga distanza dopo il MLP "Release the Hounds" (2014), i fratelli Azevedo hanno cambiato i loro compagni di viaggio ma non il percorso musicale che perseguono sin dai primi passi. Infatti, il sound dei Lyzzärd rimane sempre una lega di metallo che combina Heavy e Speed, mentre le novità in formazione sono rappresentate dal chitarrista Telmo Marrão, dal bassista André Ribeiro e, alla batteria, da Luís Ferreira.

Dal Pozzo di Satana a precipitare nell'abisso il passo è breve, così, dopo lo sferragliare e le urla minacciose e di terrore della breve introduzione, la prima vera e propria canzone del disco è proprio "The Abyss", dove la formazione portoghese dimostra di aver ben assimilato, metabolizzato e data una propria interpretazione alla lezione dei classici, con rimandi, in ordine sparso, a Judas Priest, Mercyful Fate, Iron Maiden, Riot, Exciter, Helstar, ecc...
"Shackles of Justice" conferma anche quello che mi era già parso di cogliere: Tiago Quelhas Azevedo ce la mette sempre tutta, ma in più di qualche frangente appare ancora acerbo e un po' troppo sguaiato, non sempre con il controllo sulla sua voce, che si potrebbe comunque descrivere come un intreccio tra Thorsten Bergmann (Living Death), Olof Wikstrand (Enforcer) e Guy Speranza (Riot). Risulta invece molto più efficace e precisa la prova dei due chitarristi, Ricardo Azevedo e Telmo Marrão, e questo si evidenza bene tanto su "Red Hot", sia nella prima parte - più melodica - sia nella seconda - più serrata - quanto nelle trame più articolate e priestiane di "Jailbreaker". I Lyzzärd vanno poi diretti come un treno e si spingono quasi al limite del Thrash Metal con "Agents of Death", ma non scherzano nemmeno quando ricorrono a randellate Speed ed Epic per forgiare "From the Blade to the Grave". Convogliano poi troppe influenze all'interno di una "Resistance" piuttosto arruffata, ma fanno di meglio con i ritmi marziali ed anthemici di "As Above So Below", altro brano comunque strutturato ma nell'occasione dalla buona riuscita e assolutamente non banale, tanto da poter essere additato come l'episodio più rappresentativo di "The Abyss".

Assoluta dedizione e l'energia messa in campo non è certo da meno, ma qui e là i Lyzzärd perdono ancora il controllo del mezzo e finiscono per sbandare...



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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