Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:41 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. FEEL THE HEAT
  2. FREE RIDE
  3. SWEET OBSESSION (RIDE ON)
  4. BAD SIDE OF TOWN
  5. STANDING IN THE HEADLINES
  6. HEADING DOWN THE ROAD 69
  7. DEVIL IN ME
  8. RESTLESS CALL
  9. MYSTICAL LADY
  10. DIE A MILLION TIMES
  11. PAID MY DUES
  12. TIRED OF THE ROAD

Line up

  • Roland Pierrehumbert: vocals, harmonica
  • Sickyy Lyo: guitar, backing vocals
  • Thierry Nydegger: bass, backing vocals
  • Lionel Blanc: drums, backing vocals

Voto medio utenti

Precisiamo subito che questi Sideburn non sono la stoner band svedese di "Trying to burn the sun" o "Evil or divine" e neppure la formazione metal bretone che porta lo stesso nome (oggi c'è inflazione anche sui moniker dei gruppi...). Si tratta invece di veterani svizzeri (Losanna), attivi fin dal lontano 1985 e dediti ad un classico hard rock che trae la propria ispirazione dagli immortali AC/DC e dai conterranei Krokus (specie nel loro primo periodo), con una spolverata di Aerosmith e ZZTop.
Una impostazione decisamente americana, molto semplice ed immediata, che coniuga l'energia più epidermica con un classico immaginario di donne, sesso, alcool e motori rombanti. Riff volumetrici, ritmiche quadrate, ritornelli anthemici ed assoli al fulmicotone, la ricetta degli elvetici è quanto di più classico si può ottenere in ambito rock.
Il presente "Fired up" è l'ottavo album della loro pluridecennale carriera, un tradizionale esempio di high-energy rock ben suonato e interpretato, pur se non propriamente originale. L'attacco di "Feel the heat" mostra il tiro grintoso che possono produrre rockers esperti e navigati, un buon pezzo svelto e deciso che si porta dietro l'eco di un Ted Nugent dei bei tempi. Struttura rocciosa, onesta attitudine e tempistiche collaudate.
In scaletta troviamo altri esempi canonici di hard classico anni 70-80, come le dinamiche ed accellerate "Free ride" e "Restless call" (altro rock'n'roll macho Nugentiano) che oltre al passo tosto da "street rebel" includono ritornelli molto catchy e memorizzabili. C'è anche qualche episodio che evoca il southern-bluesy in versione hard, vedi il timbro leggermente più cupo dell'ottima "Sweet obsession" o la decisa virata verso lo swamp sudista di "Bad side of town", arricchita dall'armonica del vocalist Roland Pierrehumbert.
In alcuni momenti l'ombra dei colossi australiani diventa quasi imbarazzante, ad esempio titoli come "Standing in the headlines" o "Die a million times" sembrano clonati da un qualsiasi album di Angus Young e soci, mentre il singolo "Heading down the road 69" evidenzia quel piacevole mood da radio rock che rimanda inesorabilmente agli Aerosmith. Canzoni che scivolano via senza intoppi, gradevoli e canticchiabili, ma risulta palese che ci troviamo di fronte ad una band di buoni mestieranti-emulatori che si appoggiano completamente alle loro fonti di influenza musicale.
In sintesi questo è un lavoro gradevole, dalla giusta atmosfera street-rock, ben suonato e con qualche spunto di qualità medio-alta. Però che sia gravato da una cappa derivativa e da un retrogusto di già sentito, è un fatto chiaro ed indiscutibile. Se siete die-hard fans dei primi AC/DC e degli altri storici nomi citati, può risultare comunque un ascolto gratificante.

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