Therion - Lepaca Kliffoth (Reissue 2022)

Copertina 7,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2022
Durata:49 min.
Etichetta:Hammerheart Records

Tracklist

  1. THE WINGS OF THE HYDRA
  2. MELEZ
  3. ARRIVAL OF THE DARKEST QUEEN
  4. THE BEAUTY IN BLACK
  5. RIDERS OF THELI
  6. BLACK
  7. DARKNESS EVE
  8. SORROWS OF THE MOON (CELTIC FROST COVER)
  9. LET THE NEW DAY BEGIN
  10. LEPACA KLIFFOTH
  11. EVOCATION OF VOVIN
  12. ENTER THE VOIDS (BONUS TRACK)
  13. THE VEIL OF GOLDEN SPHERES (BONUS TRACK)

Line up

  • Piotr Wawrzeniuk: drums
  • Christopher Johnsson: vocals, guitars, keyboards
  • Fredrik Isaksson: bass

Voto medio utenti

Eccomi qui a trattare la ristampa rimasterizzata del quarto album dei Therion, un album di transizione ma non privo di spunti interessanti.
In primis c’è da dire che da questo album inizia a farsi sentire ancor di più il tratto sinfonico e l’influenza heavy metal che aveva fatto capolino nel precedente album.
Non che questo tolga la pesantezza, perché basta sentire la magnifica opener “The wings of the hydra” per convincersi che la formazione svedese non cede di un millimetro anche se l’influsso death metal va scemando; il growl di johnsson sembra imitare le vocals del frontman degli svizzeri Celtic Frost e non è solo un caso in questo album dato che all’interno c’è l’omaggio agli elvetici con la cover del classico “Sorrows of the moon”.
Le tastiere sono più presenti e orchestrali come nel caso della traccia “Melez” e soprattutto entra anche il gothic metal, basta ascoltare la bellissima “The beauty in black”.
Occorre inoltre precisare che al basso c’è il nuovo entrato Fredrik Isaksson; la formazione è a tre elementi perché il leader e frontman si è occupato di quasi tutto.
All’interno cominciamo a trovare gli inserimenti di voci operistiche con l’ausilio di soprano e baritono come nel brano “Evocation of vovin”.
La titletrack è varia e soprattutto esaltante nel suo comunicare pathos con una dose doom metal intervallata da un’accelerazione e chitarre armonizzate, sul finale i cori amplificano il senso sacrale del brano ripetendo il titolo come se fosse un’invocazione a potenze occulte.
Disco che è il passaggio tra i Therion passati e futuri, perché dal prossimo sarà tutta un’altra musica ma soprattutto sforneranno il loro capolavoro “Theli”.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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