Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:13 min.
Etichetta:Hammerheart

Tracklist

  1. DISDAIN
  2. THE MESSIAH COMPLEX
  3. OBLIVION
  4. PROGRESS TO NONETHELESS
  5. OBSOLETE

Line up

  • Boris Janssen; Bass
  • Bjorn Surminski; Drums
  • Harold Gielen: Guitars, Vocals
  • Wouter Wagemans: Vocals

Voto medio utenti

Quando dall’etichetta ti arrivano definizioni del tipo “cosa succede quando metti insieme Autopsy, Dismember, il suono del death metal della fine degli anni 80 e gli Entombed in un miscelatore? Questo…” al sottoscritto è come se scattasse un interruttore nel cervello: devo dargli un ascolto.

E’ questo il caso degli olandesi Defy The Curse, che pur debuttando sotto questo moniker con l’omonimo EP in questione, vede all’opera nelle proprie fila musicisti navigati il cui curriculum comprende la militanza in altre band orange quali Collision, Inhume, Legion of the Damned e Disgorge.
Cinque pezzi non dicono tutto ma dicono abbastanza di quelli che sono gli obiettivi e le coordinate della band. Esclusa la terza traccia “Oblivion” – poco meno di cinquanta secondi di sfuriata crust/core - posta a guisa di spartiacque nel bel mezzo del disco, i restanti quattro brani posseggono una fortissima impronta swedish a la Dismember (N.d.r.: almeno l’Hammerheart Records nelle note descrittive della band non ha scritto una boiata).

Largo quindi a schitarrate in midrange, ad un cantato aggressivo ma comprensibile e ad una drumming deciso e puntuale – con l’immancabile d-beat - senza esser per forza ipervitaminico.
Le tracce puntano sull’efficace alternanza midtempo cadenzato/accelerazione tipica del sound scandinavo di fine anni 80/primi 90 – quello che abbiamo un po’ tutti nel nostro dna musicale per intenderci – e posseggono una loro precisa identità che le rende riconoscibili all’ascolto dopo qualche giro di danze sullo stereo e ciò non fa altro che confermare l’impressione di avere a che fare con una band che sa trattare la materia.

In conclusione, direi che la strada è quella giusta. Giusto un pizzico in più di personalità non guasterebbe, ma “Defy the Curse” è un eccellente biglietto da visita in previsione di quello che sarà il loro debutto sulla lunga distanza.

Da tenere d’occhio.

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