Solitary - Nothing Changes 20 th Anniversary Edition ( re issue )

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2018
Durata:55 min.
Etichetta:Doc records

Tracklist

  1. WITHIN TEMPTATION
  2. THE DOWNWARD SPIRAL
  3. A SECOND CHANCE
  4. BITTERNESS
  5. NOTHIN CHANGES
  6. CLUTCHING STRAWS
  7. NO REASON
  8. TWISTED
  9. FEAR
  10. A SECOND CHANCE 1996 DEMO
  11. THE BOTTOM LINE 1996 DEMO
  12. WHAT PRICE 1996 DEMO
  13. NO REASON 1996 DEMO
  14. FEAR 1996 DEMO

Line up

  • Rich Sherrington:vocal, guitar
  • Gareth Harrop: bass
  • Matthew Costello: guitar
  • Simon Tomlinson: drum

Voto medio utenti

È strano ripensare a come il Thrash, che nei fine '90 era in una evidente fase calante, abbia trovato proprio in questo periodo ( 1998 ) nuova linfa vitale da band rimaste nell'underground più profondo
Il mainstream era sempre dominato dai "soliti noti" Anthrax, Testament, Slayer, Metallica con prodotti obiettivamente scarsi ( " Risk", "Diabolous In Musica", "Load" etc ) eppure da queste nobili ceneri nascevano i Solitary, band Inglese nata quasi per caso dall'amore del suo fondatore per i grandissimi pionieri del Thrash, gli Xentrix!

Dopo aver pubblicato l'anno scorso un ottimo album ( recensito su queste pagine), ecco giungere con un nuovo artwork e nuova masterizzazione il debut "Nothin Changes" arricchito da demos estratti dal 1996's tape EP "The Human Condition".

Che dire?
Più che per il valore intrinseco dei brani ( buone Thrash song ma nulla più), l'album del ventennale ci porta alle radici della band con un'operazione nostalgia ben curata anche dal punto di vista del supporto musicale ( esce infatti solo in CD, niente digitale), un ritorno alle origini che paga in quanto a coerenza, determinazione e attitudine
Mentre tutti i grandi " ammosciavano" il loro suono, i Solitary ci sparavano massicce dosi di Thrash di scuola Xentrix ma anche Testament, e molto migliori risultano i brani del 1996 rispetto agli stessi ri-masterizzati, in virtù di un suono meno loud e più compresso e oscuro che ben si addice allo stile della band.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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